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Edizione del 26/05/2021
Estratto da pag. 1
Ipotesi zone bianche rafforzate con coprifuoco alle 24
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Una ‘zona bianca rafforzata’ per evitare il rischio di una repentina retrocessione nel caso in cui l’incidenza settimanale dei contagi dovesse risalire, anche se di poco, oltre i 50 casi ogni 100mila abitanti. In vista della possibile promozione di tre regioni nella fascia di rischio più bassa (Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna) gli stessi governatori corrono ai ripari per non rischiare di tornare indietro. L’idea è quella di introdurre nuovi meccanismi condivisi a livello nazionale affinché sia tutelata la continuità delle aperture nei territori che hanno la più bassa diffusione del virus.

L’ipotesi è quella del corpfuoco alle 24 (attualmente n zona bianca non c’è coprifuoco) e di altre misure anti-assembramento sulla movida, come l’obbligo di consumare solo seduti ai tavolini di bar e ristoranti all’aperto senza sostare in piedi davanti ai locali. L’obiettivo è scongiurare un “effetto Sardegna”, la regione che dopo essere finita in zona bianca a marzo, registrò poi un notevole aumento dei contagi che ne determinò il conseguente passaggio in zona arancione e rossa. Se queste sono ipotesi, sembra invece certa l’intenzione – nel caso si finisca nuovamente in zona gialla – di rientrare in area bianca senza dover aspettare necessariamente tre settimane consecutive, qualora i dati lo consentano. Alcuni dei nodi si scioglieranno in queste ore in occasione del vertice tra i governatori a cui seguirà un incontro con l’Esecutivo, anche se al momento non c’è un ordine del giorno ufficiale.

Nel frattempo prosegue il trend in miglioramento dei dati: il tasso di positività crolla al 1,2% – mai così basso nel 2021 – con 3.224 contati nelle ultime 24 ore, ma ancora 166 vittime registrate. Un’altra questione ancora aperta è quella sulle vaccinazioni in vacanza. Nonostante il Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo, abbia invitato i cittadini ad una programmazione in funzione delle villeggiature escludendo altre ipotesi, il governatore del Veneto, Luca Zaia, punta a superare le difficoltà tecniche legate a questo tipo di somministrazioni.

“Siamo intenzionati ad utilizzare le settimane centrali di agosto per vaccinare chi fa vacanza e in generale gli operatori turistici nella regione – annuncia Zaia. E a ferragosto “pochi richiami, se non per chi se li fissa”. Anche Giovanni Toti, presidente della Liguria – che registra 20mila prenotazioni di over 18 per AstraZeneca e Johnson & Johnson – insiste: “sarebbe opportuno portare in Conferenza delle Regioni la bozza di accordo Liguria-Piemonte per vaccinare i turisti, in modo che possa diventare una traccia per tutti coloro che lo vogliono fare”. Per il marchigiano, Francesco Acquaroli, occorre però “una grande organizzazione che sia una filiera verticale e orizzontale tra il ministero e tutte le Regioni”.

Resta da capire intanto se saranno rispettate le previsioni sull’approvvigionamento di dosi: secondo quanto previsto del Piano, entro fine maggio dovrebbero ancora arrivare altri quattro milioni e mezzo di dosi. E in provincia di Cosenza i vaccini mancano. Qui le sessioni di somministrazione sono state sospese e qualche migliaio di persone sono state rinviate a data da destinarsi: al parco Acquatico a Rende hanno trovato le porte chiuse e un cartello che recita “Si avvisa che, per mancanza di vaccini, la seduta vaccinale di oggi è stata rinviata a data da ‘stabilire'”.

Aldilà delle forniture, il premier Mario Draghi ha proposto di chiedere all’Ema di pronunciarsi sulla possibilità di mescolare i vaccini tra prima e seconda dose anche perché, secondo alcuni studi, è più efficace fare il richiamo con un vaccino diverso piuttosto che con lo stesso della prima dose. E in queste ore si svolgerà al Tribunale civile di Bruxelles la prima udienza nella controversia tra Ue e AstraZeneca, quest’ultima citata in giudizio per inadempimento del contratto sulle forniture dei vaccini. Si lavora anche alla stagione autunnale, in all’inizio del prossimo anno scolastico. Il ministro dell’Istruzione, Patr
izio Bianch, ha sottolineato – dopo un incontro con Regioni, Anci e Upi organizzato dal ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini – che la data da considerare per il rafforzamento del trasporto pubblico locale è il primo settembre. Per programmare la mobilità sarà decisiva la percentuale di capienza dei mezzi pubblici che il Comitato tecnico scientifico valuterà entro la metà di luglio.

Curva scende. Tasso positività a 1,2. I fattori in gioco

Scende ancora la curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia, ma sono numerosi gli esperti che invitano a tenere ancora alta la guardia. Vaccini e caldo stanno dando i loro effetti, ma in alcune province la discesa sta frenando: potrebbe essere una primissima conseguenza delle riaperture. Ci sono ancora tanti punti interrogativi, come la durata degli anticorpi indotti dai vaccini anti Covid e la circolazione delle varianti, ma è anche il momento di agire, approfittando dei numeri bassi per cominciare un programma di tracciamento e cominciando a pianificare una terza somministrazione del vaccino. I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi positivi sono stati 3.224 nelle ultime 24 ore, contro i 2.490 del giorno precedente, che era comunque un lunedì e risentiva quindi del rallentamento tipico del fine settimana. I nuovi casi sono stati rilevati grazie a 252.646 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 107.481 del giorno precedente. Di conseguenza il tasso di positività è sceso all’1,2% dal 2,3% di 24 ore prima. I decessi sono stati 166 in più, contro i 110 registrati lunedì. I pazienti ricoverati nelle unità di terapia intensiva sono complessivamente 1.323, 59 in meno rispetto al giorno prima, nel saldo quotidiano tra entrate e uscite, e i nuovi ingressi in 24 ore sono passati da 48 a 46. I ricoverati nei reparti Covid sono diminuiti di 393 in un giorno, per un totale di 8.557. Segni di frenata nella discesa dei contagi emergono, a livello di province, nell’analisi dell’incidenza fatta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). Emerge infatti che nell’ultima settimana l’incidenza è stata superiore a 50 casi per 100.000 abitanti in un 30% di province dove tra la penultima e l’ultima settimana l’incidenza di positivi si è ridotta meno che fra la terzultima e la penultima settimana. Per 12 di queste province, l’incidenza nell’ultima settimana è stata superiore a 70 casi per 100.000 abitanti e 2 mostrano un aumento dell’incidenza nell’ultima settimana rispetto alla penultima. “Probabilmente questa è la conseguenza delle riaperture – rileva Sebastiani – e occorre fare molta attenzione. Con i valori attuali dell’incidenza possiamo riprendere il controllo del tracciamento”.

È dello stesso avviso il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Coronavirus-Dati e analisi scientifiche’ e del network di comunicazione della scienza ‘giorgiosestili.it‘, per il quale adesso “è opportuno proseguire la campagna vaccinale e aspettare che l’incidenza scenda sotto la soglia critica per ricominciare a fare contact tracing: sarebbe un delitto – osserva – non attrezzarsi, come purtroppo abbiamo fatto l’anno scorso”. Quanto alla situazione epidemiologica relativa alle regioni, per Sestili “nessun segnale lascia presagire un’inversione di tendenza: vediamo tutte le curve scendere”. Se ci fossero stati dei segnali relativi agli effetti delle riaperture, osserva, “avrebbero dovuto essere già arrivati. Ma questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia: bisogna fare ancora molta attenzione”. Sulla stessa linea il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma, per il quale la situazione è tale che “possiamo essere ottimisti, ma deve essere un ottimismo della ragione”: è quindi necessario “continuare a usare la nostra intelligenza perché l’efficacia dei vaccini possa contare su una terza dose”. Guai, perciò, ad abbassare la guardia: è il momento di lavorare duro”. Sarebbe bene, conclude, “se approfittassimo di questa situazion
e per cercare di stabilire una forma di tracciamento”.

Piemonte, malati in intensiva sotto 100.

Tamponi gratuiti per accesso Rsa in tutti gli hot spot

In Piemonte, dove prosegue il miglioramento dei dati relativi al Covid, scende sotto quota 100 il numero dei ricoverati in terapia intensiva. Sono 94, con un calo di 7 rispetto a ieri. Negli altri reparti il numero totale è 808, con una diminuzione di 24. I morti sono tredici. I nuovi positivi 274, con un tasso dell’1,1% rispetto ai 24.752 tamponi. I tamponi rapidi gratuiti previsti dalla Regione per i visitatori delle Rsa – ha chiarito oggi l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – potranno essere fatti, oltre che nelle stesse strutture residenziali, anche in uno qualunque dei 250 hot spot vaccinali del Piemonte. Nel primo caso i parenti degli ospiti delle Rsa usufruiranno delle forniture gratuite di tamponi che la Regione distribuisce alle strutture. Nel secondo dovranno invece presentarsi in un hot spot in possesso di autocertificazione della visita programmata. “Nessuno – ha rimarcato Icardi – dovrà pagare di tasca sua. Si tratta di due alternative che consentiranno ai parenti di effettuare gli ingressi nelle Rsa in piena sicurezza”. Intanto la campagna vaccinale piemontese prosegue a pieno ritmo. Oggi le persone vaccinate hanno sfiorato le 30 mila: sono infatti 29.841, inclusi 14.558 richiami, e con 2.500 dosi somministrate dai medici di famiglia. I vaccini inoculati dall’inizio sono 2 milioni e 336.132, corrispondenti al 93,8% delle dosi finora disponibili. Fra due giorni, il 27 maggio, partirà anche la vaccinazione dei residenti fuori Piemonte senza domicilio sanitario nella Regione. Potranno così iscriversi sul portale www.ilPiemontevaccina.it ed essere vaccinati sul territorio regionale i non residenti che si trovano in Piemonte “per ragioni di lavoro, assistenza familiare o – sottolinea la Regione – per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga la presenza continuativa nella Regione (come previsto dalla circolare del generale Figliuolo)”. Domani partirà anche il corso di formazione che l’Istituto superiore di sanità ha messo in campo per i sanitari che faranno le vaccinazioni nelle aziende. In Piemonte oltre mille hanno fatto richiesta di diventare punti vaccinali per i propri dipendenti e familiari: di queste il 60%, “circa 700 – osserva la Regione – ha le caratteristiche per poter essere attivato come hub”. La partenza con le prime dieci imprese è previsto a inizio giugno, “non appena arriverà il via libera del generale Figliuolo”.

 

 

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