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Edizione del 24/05/2021
Estratto da pag. 1
Le Regioni vogliono regole nazionali per la zona bianca
I presidenti al lavoro per stilare un documento da portare a Draghi. Si vuole evitare l''effetto Sardegna
Donato Fasano via Getty ImagesBARI, ITALY - MAY 23: People sunbathe at Lido San Francesco on May 23, 2021 in Bari, Italy. (Photo by Donato Fasano/Getty Images)Da oggi tutta Italia è in zona gialla, ma l’orizzonte al quale si guarda è la bianca, l’ultima delle quattro aree di rischio, istituita con decreto legge numero 2 del 14 gennaio scorso, nella quale non è previsto il coprifuoco né si contemplano chiusure per negozi e attività. Spetta alle singole Regioni decidere come comportarsi con palestre, locali, discoteche. Nella fascia contrassegnata dal colore più chiaro della scala cromatica scelta dal Governo per classificare il rischio delle regioni, che rappresenta quanto di più prossimo alla tanto agognata normalità, le misure anti Covid da rispettare sono tre: obbligo della mascherina, distanziamento (dunque divieto di assembramenti), areazione e sanificazione. Le Regioni, però, spingono per definire regole precise e soprattutto valide in tutto il Paese, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. In base alla legge, infatti, ciascun presidente può comunque intervenire nella sua regione firmando ordinanze più restrittive delle misure previste per la zona bianca, quella gialla e quella arancione, ma probabilmente l’intento dei governatori è adottare una linea comune, fissando dei paletti validi su tutto il territorio nazionale anche nella fascia di rischio più bassa. Con l’obiettivo di “evitare l’effetto Sardegna”, spiega una fonte di primo livello dal fronte delle Regioni. Scongiurare cioè il rischio di finire come la Sardegna, l’unica regione ad aver sperimentato la zona bianca a marzo per un periodo molto breve, prima che un brusco e repentino aumento dei contagi conseguente alle riaperturefacesse risalire il livello di rischio segnando rapidamente il ritorno dell’isola prima in zona gialla, poi in arancione e infine in fascia rossa. Certo, rispetto ad allora oggi lo scenario epidemiologico è più confortante, le curve di nuovi positivi, morti e ricoveri, sono in calo, la campagna vaccinale sta producendo i suoi effetti, ma gli scienziati continuano a raccomandare cautela nei comportamenti e nelle riapertura progressiva del Paese.L’ipotesi sulla quale i presidenti delle Regioni si stanno confrontando è stilare un documento da presentare al Governo con indicazioni e misure da far scattare in area bianca per mettere dei paletti a un regime, quello della fascia di rischio inferiore, che potrebbe altrimenti tradursi in un “liberi tutti”. Oggi il presidente regionale del Friuli Venezia e Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha spiegato: “Di regole sulla zona bianca non ce ne sono moltissime. Ci stiamo confrontando con i governatori le cui Regioni dovrebbero passare per prime in zona bianca (Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, ndr) e quelli i cui territori passeranno la settimana successiva, per capire se mettere in campo misure condivise”. L’intento è chiaro. “Fra qualche giorno raggiungeremo un’ipotesi di lavoro sulla quale mi auguro poter partire la prossima settimana - ha aggiunto Fedriga - perché anche questa settimana ho l’auspicio che i dati da zona bianca vengano confermati”.Se il prossimo report della Cabina di regia sull’andamento epidemiologico, atteso per venerdì 28 maggio, dovesse confermare i numeri che si registrano attualmente nelle tre regioni, il traguardo più ambito, perché più prossimo alla tanto agognata normalità, sarà tagliato già lunedì 31 maggio da Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Il 7 giugno potrebbero raggiungerle Abruzzo, Veneto, Liguria e Umbria, cui dal 14 giugno potrebbero unirsi Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Nel giro di poco più di due settimane, dunque, buona parte del Paese potrebbe finire nell’area prevista per le Regioni con uno “scenario di tipo 1”, un livello di rischio “basso”e un’incidenza dei contagi inferiore a 50 casi ogni 100mila abitanti per tre settimane consecutive.L’Abruzzo scalpita per tagliare il traguardo. Oggi il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha inviato una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chied
ere il passaggio in zona bianca sulla base di una “significativa diminuzione della pressione sui presidi ospedalieri e sulle relative terapie intensive, tali da raggiungere uno scenario di rischio basso”. Nel caso la richiesta di anticipare le nuove misure per tutta la regione fosse respinta, Marsilio ha proposto di “disporre la zona bianca dal 31 maggio quantomeno per la sola provincia di Pescara, che ormai consecutivamente da oltre un mese presenta una incidenza settimanale dei contagi ben inferiore alla soglia dei 50 casi ogni 100.000 abitanti”. Valutazioni e decisioni spettano a Speranza che per disporre il passaggio delle regioni in zona bianca dovrà comunque firmare un’ordinanza specifica. Prima, però, il ministro potrebbe ricevere il documento con le proposte delle Regioni. Da quello che risulta ad HuffPost, la questione di fissare degli ulteriori paletti, oltre alle tre misure cardine anti Covid previste, nella zona bianca non è stata affrontata nel Governo e di certo non è stato richiesto in merito alcun parere al Comitato tecnico scientifico, che tornerà a riunirsi domani, martedì 25 maggio, ma per esprimersi su questioni che non riguardano l’area bianca. Dalle Regioni, però, è arrivata la spinta perché si definiscano misure precise e regole condivise per la zona bianca”. Oggi Fedriga ha invocato cautela. “Mi auguro si continui a mantenere un minimo di prudenza perché è importante non tornare indietro ma andare avanti”, ha spiegato a margine di un incontro a Trieste. Si riferiva alla regione che presiede, ma il ragionamento si può considerare valido anche per tutte le altre. E assumere un significato molto chiaro se riferito alla zona bianca, nella quale, come detto, non è previsto il coprifuoco. E quindi, se com’è probabile, entrassero in zona bianca in Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, dal 31 maggio ci si potrà spostare anche dopo le 23, senza limiti di orario. E in anticipo rispetto alla tabella di marcia definitadal governo che prevede lo spostamento alle 24 dal 7 giugno e l’eliminazione definitiva dal 21 giugno. Da qui la domanda: sarà la durata del coprifuoco il fronte sul quale i presidenti di Regione cominceranno a ragionare per regolamentare la zona bianca? Chissà che non si contempli l’ipotesi di tenerlo fino a quando non sarà eliminato in tutto il Paese.

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Luciana Matarese

Giornalista

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