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Edizione del 23/05/2021
Estratto da pag. 1
L`ostacolo no-Vax sulla campagna. E il governo pensa all`obbligo di siero
Superata la soglia di 30 milioni di somministrazioni e con quasi 10 milioni di persone immunizzate con il richiamo, la campagna vaccinale ora punta a superare la diffidenza dei timorosi e soprattutto la resistenza dei no vax. Sul tavolo come extrema ratio resta l’ipotesi di allargare l’obbligo vaccinale ora imposto soltanto agli operatori sanitari.
E proprio ieri è arrivato il primo provvedimento di sospensione dalla professione per un infermiere che ha rifiutato la profilassi per il Covid. Si tratta di un dipendente della Asl di Brindisi al quale è anche stato tolto lo stipendio. Gli avvocati dell’infermiere hanno annunciato il ricorso spiegando che esiste una ragione medica, una patologia, per rifiutare il vaccino.
La preoccupazione del commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, resta quella di proteggere le categorie fragili e gli anziani e se si vanno a vedere le coperture si evidenzia come in molte regioni ci siano ancora moltissimi, troppi, anziani completamente scoperti. Nella fascia d’età 70/79 anni soltanto il 27,9 per cento ha avuto il richiamo e il 79,1 la prima dose mentre in quella 60/69 la media è appena il 19,6 e il 62,3 per la prima somministrazione.
Ed è proprio su questa fascia che si è appuntata l’attenzione del generale perché sta subendo un pesante rallentamento. Se si vanno a vedere le somministrazioni giornaliere degli ultimi 10 giorni si evidenzia una decisa discesa della curva. Dal picco dell’11 maggio con 161.461 inoculazioni per 60/69enni in 24 ore poi le punture diminuiscono progressivamente scendendo sotto la soglia di 160mila: 158.904 il 14 maggio; 158.375 il 15. E poi giù a scendere fino alle 145.936 di due giorni fa.
Ma quanti sono i no vax convinti? Secondo uno studio della Fondazione Italia in Salute il 7,5 per cento della popolazione è deciso a rifiutare la profilassi. Si tratta in numeri assoluti di circa 5 milioni di persone. A questi si aggiunge un 9,9 per cento di indecisi, quasi altri sei milioni di persone. E se si va a vedere la progressione delle vaccinazioni nella fascia d’età che in questo momento più impensierisce il generale ovvero 60/69 si evidenziano differenze notevoli tra regioni. In Friuli Venezia Giulia ad esempio soltanto il 48,8 per cento ha ricevuto la prima dose e il 15,3 anche il richiamo. La Lombardia, per fare un confronto, per quella fascia d’età è al 72 per cento per la prima dose e al 22,8 per il richiamo. Il sospetto è che la vaccinazione rallenti perché in molti la rifiutano.
Il presidente della Conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga, che è anche governatore del Friuli Venezia Giulia dove in alcune aree si registra una forte resistenza soprattutto per i vaccini a vettore virale attribuisce questi casi a un clima di sospetto verso la profilassi. «Non penso che ci siano tanti no vax ma persone che hanno un pò di incertezza e paura. I più grandi organismi di controllo al mondo hanno validato questi vaccini, affidiamoci a loro» afferma Fedriga subito dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino Moderna.
Anche la Toscana è molto indietro: soltanto i 41,7 dei 60/69enni ha ricevuto la prima dose e il 13,4 anche il richiamo. Interessante il dato delle Marche che è avanti con le seconde dosi già al 25,8 per cento ma con le prime ferme al 54,6: come se avesse già raggiunto il tetto della popolazione target disposta a vaccinarsi
E anche due giorni fa davanti alla regione Lombardia operatori sanitari contrari all’obbligo vaccinale hanno manifestato definendo «un ricatto» il licenziamento che potrebbe conseguire al rifiuto della profilassi.
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