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Edizione del 18/05/2021
Estratto da pag. 1
Fvg, bocciata la mozione per la cittadinanza a Patrick Zaki
La Maggioranza respinge compatta, con 25 no e nessuna astensione, la proposta sottoscritta da tutte le forze di opposizione
La concessione della cittadinanza italiana a Patrick George Zaki, il ricercatore egiziano dell'università di Bologna arrestato all'aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020 e da allora in carcere, "non è affare del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia". È risuonata così la votazione che ha visto i Gruppi di Maggioranza respingere compatti, con 25 no e nessuna astensione, la mozione di Furio Honsell (Open Fvg), Massimo Moretuzzo (Patto), Tiziano Centis e Simona Liguori (Citt), Chiara Da Giau e Diego Moretti (Pd) e Ilaria Dal Zovo (M5S), a cui non sono bastati 19 sì delle Opposizioni e quello di Walter Zalukar del Misto.

L'impegno chiesto alla Giunta regionale dai proponenti era di sostenere presso il Governo la richiesta di cittadinanza, nonché attivarsi anche in ambito di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome affinché giungesse a una deliberazione analoga.

Nel documento, non si mancava di far presenti i vari atti già intrapresi a livello comunale e nazionale, non ultima la mozione 218 approvata dalla nostra Assemblea legislativa con voto unanime il 10 dicembre 2020, nella quale si invitava la Giunta ad attivarsi presso il Governo per sollecitare ogni azione possibile per giungere a una scarcerazione di Zaki.

Ribadite le posizioni dei firmatari, ferma anche la posizione della Lega per bocca del capogruppo Mauro Bordin che si è detto dispiaciuto "per ciò che sta vivendo Zaki, crediamo si debba applicare ogni azione per la sua scarcerazione, ma parliamo di un ragazzo egiziano. Non basta che studi a Bologna perché ci sia una correlazione con la cittadinanza italiana, che invece è legata a ben determinati valori e principi su cui si fonda la nostra società".

Ancora più determinato Claudio Giacomelli (FdI), che dopo aver ricordato di essersi complimentato con Honsell per la mozione sulla morte conseguente a torture di Giulio Regeni, ha però sottolineato che "ci sono 60mila detenuti politici in Egitto. Speriamo tutti che il caso Zaki si risolva, ma la cittadinanza è altra cosa. Invece si può concordare sul fatto che anche se l'Italia gliela riconoscesse, per lui non cambierebbe nulla, il Governo si mostrerebbe inefficace allo stesso modo. Non possiamo lavarci la coscienza semplicemente con delle mozioni degli enti locali quando abbiamo lasciato, nello scorso Governo, che l'Egitto entrasse a far parte dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani, la massima espressione internazionale dei diritti civili".

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