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Edizione del 13/05/2021
Estratto da pag. 1
Coprifuoco in avanti, ma solo di un’ora, fino alle 23. E a partire dal 24 maggio, con ristoranti e bar ancora solo all’aperto. Le palestre e le piscine al chiuso non riapriranno prima di inizio giugno. Le feste di matrimonio partiranno forse da metà del mese prossimo, ma soltanto per chi ha il green pass, e cioè un referto di negatività al tampone, di avvenuta guarigione dal Covid o pass vaccinale.
Ieri alla Camera il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ribadito l’«approccio graduale commisurato ai dati epidemiologici» e ha chiesto di «ancora un po’ di pazienza». Secondo quanto scrive La Stampa, i due leader del Cts, Silvio Brusaferro e Franco Locatelli, al premier avrebbero fatto questo ragionamento: «È vero, i contagi diminuiscono e la pressione sugli ospedali anche, ma far circolare liberamente il virus negli oltre due terzi della popolazione non ancora vaccinata espone al duplice rischio di far estendere varianti come quella brasiliana che riducono l’efficacia dei vaccini e generare nuove e pericolose mutazioni».
Il presidente della Conferenza delle Regioni, il friulano della Lega Massimiliano Fedriga, sul Corriere oggi continua a chiedere però l’abolizione dei colori delle regioni che metterebbero a rischio il turismo. I governatori ieri hanno proposto intanto una modifica dei parametri di rischio, che saranno basati più su incidenza dei contagi e pressione sugli ospedali che non sull’indice di contagiosità.
Le Regioni nella loro proposta vorrebbero cancellare del tutto l’indice Rt, perché in questa fase può ancora mandare in arancione più di una regione senza che i contagi si trasformino in ricoveri, visto che la popolazione più fragile è sempre più protetta dai vaccini. Da qui l’idea di basarsi soprattutto sul parametro dell’incidenza dei contagi: con 250 o più casi settimanali ogni 100mila abitanti si va in rosso, con 150-249 in arancione, con 50-149 in giallo, sotto 50 nella fascia bianca. Ma la mediazione alla quale ha lavorato Speranza prevede anche che con più del 30% dei letti occupati in terapia intensiva e il 40% negli altri reparti anche con 150-249 casi si vada in rosso, in giallo rispettivamente con meno del 20% e del 30%. Fermo restando – è scritto nella proposta dei governatori- che le zone rosse potrebbero scattare anche a livello di singole province.
Questi nuovi parametri sono destinati, salvo qualche ritocco, a entrare nel nuovo decreto che forse già mercoledì prossimo fisserà lo spostamento del coprifuoco alle 23 e la data per la ripresa di matrimoni e parchi a tema. Su ristoranti e bar al chiuso anche la sera dal 1 giugno, c’è il pressing di Lega e Forza Italia e la partita si giocherà lunedì prossimo (17 maggio) nel corso della cabina di regia convocata da Draghi.
Intanto il commissario all’emergenza Covid, il generale Francesco Figliuolo, ha annunciato che da lunedì partiranno le prenotazioni dei vaccini anche per i nati fino al 1981, quindi per gli over 40. Figliuolo ha anche raccomandato «l’assoluta necessità di continuare a mantenere particolare attenzione per i soggetti fragili, classi di età over 60, cittadini che presentano comorbidità, fino a garantirne la massima copertura». Quindi chi si è portato avanti con le vaccinazioni per gli anziani e i fragili, può partire subito con gli over 40, gli altri devono dare la prevalenza a queste categorie.
E Marco Cavaleri, responsabile della strategia dei vaccini dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ha confermato la linea decisa dal commissario Figliuolo, spiegando che somministrare la seconda dose di Pfizer non dopo 21 giorni ma entro 42 giorni «non sarebbe una deviazione dalla raccomandazione». E oggi anche Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, spiega al Corriere che posticipando il richiamo si copriranno subito 3 milioni di 60enni a rischio, senza compromettere l’efficacia.
Ma ora si pone anche il problema delle seconde dosi che cadranno nel periodo estivo. L’assessora al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, sulla Stampa dice: «Abbiamo vaccinato tutti col
oro che lavorano qui pur non avendo la residenza. Ma siamo consapevoli che il problema delle vacanze c’è. Stiamo lavorando in Regione per evitare di fissare appuntamenti nel periodo clou, cioè metà agosto, quando in molti saranno in ferie. Auspichiamo una collaborazione tra regioni almeno per quanto riguarda i lavoratori lombardi. Se una persona deve fare la seconda dose mentre è in un’altra regione, allora pensiamo che debba essere quella regione a fargliela. Ma sappiamo che non è facile, anche perché servirebbe una diversa ripartizione delle fiale che compete solo a Figliuolo».
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