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Dir. Resp.
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Edizione del 11/02/2020
Estratto da pag. 1
[ceaa9ae1-a]Non è ancora sciolto il nodo Sanità, ma le parole di Stefano Bonaccini sembranofavorire, tra le candidate accreditate, l'unica di matrice politica, BeatriceLorenzin, mentre fino a oggi in pole position c'era Chiara Gibertoni, direttoregenerale del policlinico Sant’Orsola-Malpighi. Il presidente della RegioneEmilia-Romagna, alle prese con la formazione della nuova giunta dopo lavittoria alle elezioni del 26 gennaio, entro domenica al massimo, come hadichiarato, annuncerà l’organigramma completo. Nel quale una figura nazionalecome la Lorenzin sembra voler dare un peso maggiore a un settore cruciale comequello della salute, fiore all'occhiello della Regione. Un ulteriore indizio verso l'ex ministro è dato dalle stesse parole diBonaccini, che nella giungla del totonomi, appare deciso sulla direzione daprendere: «Sto apprezzando moltissimo, pur essendo di un partito che non è ilmio, il lavoro che sta facendo il ministro Roberto Speranza. Viene da ruolitotalmente politici, ma ci sta mettendo un grande impegno che va nelladirezione di garantire più risorse pubbliche alla sanità. Apprezzo anche altrenovità, come quella di eliminare progressivamente il super ticket. Mi rendeorgoglioso perché la nostra è l’unica Regione che l’ha eliminato per quasitutti gli emiliano-romagnoli già da un anno». I vari assessori sono come caselle che si inseriscono in un puzzle complicato,che dovrà rivelarsi capace di mantenere l’equilibrio tra donne e uomini, tra idiversi territori, ma anche tra le varie formazioni politiche che hannocontribuito alla riconferma di Bonaccini in viale Aldo Moro.Si pensi ad esempio a Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, e il suo progettoItalia in Comune, che ha appoggiato la lista del presidente sostenendo lanecessità di proseguire il percorso positivo di Bonaccini durante l’ultimalegislatura. Il sindaco di Parma, dove ha vinto il centro-destra, vorrebbe allaSanità Tiziana Benassi, che a Parma si occupa di ambiente e di mobilitàsostenibile. Intanto alcune caselle sono già state confermate, prima fra tutte quella delLavoro, con la nomina di Vincenzo Colla, sindacalista della Cgil e numero duedi Maurizio Landini: «Vincenzo l’ho conosciuto molto bene perché era una miacontroparte come segretario regionale della Cgil quando abbiamo sottoscritto ilpatto per il lavoro. È una personalità che è stata alla guida del più grandesindacato italiano, vice di Maurizio Landini. È un riformista vero, apprezzatoanche nel dialogo con le imprese dalla controparte. Sono convinto che farà beneperché è una persona di grande qualità e intelligenza. Oltre a Felicori, èun’altra di quelle personalità che credo possano garantire qualità dal punto divista intellettuale e operativo». Mauro Felicori, infatti, è confermato alla cultura: «Felicori alla cultura nonè dettato da particolari appartenenze politiche al di là che fosse candidatonella mia lista civica; ha dimostrato anche da un punto di vista manageriale disaper abbinare la qualità dell’espansione, della cultura in quanto grandeoccasione per la qualità della vita e la fruibilità dei servizi e del nostropatrimonio culturale, ma anche opportunità reali di lavoro e di crescitaeconomica». Arriva oggi la conferma del ruolo di primo piano per Elly Schlein, la piùvotata con oltre 22mila preferenze alle elezioni del 26 gennaio, che saràvicepresidente: «Certamente le donne che nominerò saranno di grande qualità,come lo sono state quelle che ho avuto in giunta negli ultimi cinque anni.D’altra parte, la mia vicepresidente è stata trionfalmente eletta in Europa, aproposito di come poi le persone possono trovare davvero consenso per la grandefatica e il lavoro che hanno prodotto». E infatti, Schlein avrà la delega alclima, ribadendo l’importanza del presidente per l’ambiente e la transizioneecologica nella costruzione di una regione sempre più all’avanguardia. Lavoro e cultura due pilastri fondamentali: «La cultura e il lavoro per noisono due capisaldi dell’Emilia-Romagna del futuro. Abbiamo compartimanifatturieri e imprese che ci collocano tra le prima manifatture al mondo,siamo la
prima regione italiana per export, abbiamo uno dei Pil più altid’Europa. Vogliamo tornare alla piena e buona occupazione. Il lavoro è la primaforma di dignità delle persone. Abbiamo portato la disoccupazione dal 9% al 5%.Vogliamo fare ancora meglio. La cultura è uno dei pilastri, con manifatture eturismo (con il turismo culturale in crescita), che secondo me collocheràl’Emilia-Romagna tra le principali realtà sia attrattive che produttive delpaese, dell’Europa e del mondo. La qualità si può indicare solo se si ha grandecapacità, siamo invasi dalla innovazione tecnologica e digitale/robotica:cultura sapere e ricerca il must del futuro, e noi vogliamo investire suquello». Bonaccini, sulla formazione della sua squadra, scansa probabili equivoci epolemiche rispondendo a una dichiarazione di Romano Prodi al Master inGiornalismo di Bologna, quando esortava il presidente a non farsi dettare lagiunta dal partito: «La mia giunta terrà conto dei territori, della coalizione,ma soprattutto della competenza e della qualità che la societàemiliano-romagnola può esprimere. Sarà una giunta ad espressione della miglioreEmilia-Romagna, che possa garantire però anche governabilità, efficienza edefficacia». Stefano Bonaccini ha parlato di giunta regionale, ma anche di autonomia, diambiente, di Bologna e di Europa, ripercorrendo il suo testa a testa con gliavversari leghisti e riconfermando le promesse della campagna elettorale, inuna lunga intervista concessa al Quindici, il periodico bisettimanale delMaster in Giornalismo. Il prossimo numero, con l’intervista completa, usciràgiovedì 13 febbraio.