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Edizione del 12/05/2021
Estratto da pag. 1
photoman via Getty ImagesPandemic covid-19 data and research concept. Hud style geographic analyze data on futuristic technology screen. Yellow to red colors are showing infection levels on Italy country map.Le fasce di colore per ora restano, ma cambiano i criteri di passaggio da una zona di rischio a un’altra e andare in zona arancione o rossa sarà più difficile. Il cardine attorno al quale ruoterà il nuovo sistema dei colori sarà l’Rt ospedaliero che, nella valutazione complessiva peserà molto di più dell’indice di trasmissibilità, l’Rt come lo abbiamo conosciuto finora, calcolato sulla base dei tamponi effettuati. A differenza di quest’ultimo, invece, l’Rt ospedaliero è svincolato dal testing: l’algoritmo, dunque non sarà più basato sui nuovi casi di Covid diagnosticati, ma sul numero dei ricoveri in ospedale, sia nei reparti ordinari che in quelli di terapia intensiva. Determinante per il passaggio da una zona all’altra, il peso dello stress sulle strutture ospedaliere, valore meno suscettibile alle variazioni cui invece era esposto l’Rt di trasmissibilità, influenzato dalle oscillazioni dei numeri dei tamponi. Ma per gli scienziati dell’Istituto di Sanità, del Cts e del Ministero della Salute che stanno studiando le modifiche da apportare al sistema,in questa fase dell’epidemia, con la campagna vaccinale entrata nel vivo, più che i contagi, contano i numeri dei ricoveri, vale a dire la capacità di resistenza degli ospedali. A questo si guarderà in primo luogo per stabilirein quale delle quattro zone di rischio - bianca, gialla, arancione o rossa - dovrà essere inserita una regione. E assumendo a riferimento l’Rt ospedaliero, sarà più difficile passare nelle fasce di rischio più alto. Il nuovo schema potrebbe arrivare sul tavolo della Cabina di regia politica convocata per lunedì 17 maggio per programmare le nuove riaperture e lo slittamento dell’orario di inizio del coprifuoco dalle 22 di oggi almeno alle 23, come richiesto da alcuni partiti, in testa Forza Italia, della maggioranza di governo e ritenuto plausibile dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. È probabile che il provvedimento che verrà adottato dal governo per un altro allentamento delle restrizioni, concepito sempre in ottica di gradualità e progressione, conterrà anche i nuovi parametri per determinare le fasce di rischio e i relativi colori. Da giorni Forza Italia, Lega e Italia Viva, che sulle riaperture martedì 11 maggio hanno presentato anche una mozione al Senato chiedono un’accelerazione sulle ripartenze, ma Draghi ha fatto capire di non voler assumere decisioni prima di aver consultato i dati aggiornati sull’andamento dell’epidemia che saranno elaborati nelnuovo monitoraggio dell’Iss di venerdì 14 maggio. Stamattina, invece le Regioni hanno presentato ai ministri della Salute, Roberto Speranza, e degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, la loro proposta di di revisione del sistema di valutazione del rischio. L’obiettivo è, ora che i numeri dell’epidemia lo consentono, far ripartire quanto più possibile le attività e quindi riprendere a far girare l’economia. Puntando prima di tutto sul turismo. Da qui la richiesta, consegnata al Governo,di istituire un tavolo tecnico per valutare le proposte sulle modifiche ai parametri di valutazione del rischio e aggiornare il sistema di monitoraggio e controllo in linea con l’evoluzione della pandemia, garantendo ai territori la necessaria tutela da declassamenti repentini, dovuti a indicatori poco rilevanti in termini di impatto reale sul sistema sanitario, anche in vista della stagione turistica.Perché, ha spiegato una fonte di primo livello ad HuffPost, “se non si modifica la situazione si rischia che in vacanza in Italia non venga proprio nessuno”. E ancora: “In particolare le Regioni a clima temperato spingono per le riaperture perché in quei territori la stagione estiva è già cominciata”.Il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha spiegato: “L’obiettivoè quello di avere parametri chiari, fortemente semplificati, e in grado di generar
e automatismi per quel che riguarda gli scenari che coinvolgono le attività sociali ed economiche”, indicando come passaggio prioritario il superamentodell’attuale incidenza dell’Rt. Ancora, nello schema proposto dalle Regioni si propone di stabilire un numero minimo di tamponi da effettuare, proporzionato ai 4 livelli di rischio legati all’incidenza, che corrispondono ad altrettanti colori: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250. In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 a casi, almeno 100. “Più morbido rispetto al passato” - così lo ha definito uno dei partecipanti all’incontro di stamattina - il ministro Speranza che ha spiegato: “Il modello adottato in questi mesi ha funzionato e ci ha consentito di affrontare la seconda e terza ondata senza un lockdown generalizzato, ma con specifiche misure territoriali. Ora, nella nuova fase, caratterizzata dal forte avanzamento della campagna di vaccinazione e dai miglioramenti dovuto alle misure adottate, lavoriamo con l’Istituto superiore di sanità e con le Regioni per adeguare il modello immaginando una maggiore centralità di indicatori quali l’incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri”, sottolineando l’impegno “a salvaguardare l’uso di sistemi di allerta precoci che possano consentire interventi adeguati e tempestivi sempre differenziando tra diversi territori”.L’intesa, dunque, sulla revisione dei parametri mettendo al centro l’Rt ospedaliero sembra raggiunta, ma le Regioni considerano quella che hanno consegnato al Governo “una proposta transitoria che tiene conto degli attuali meccanismi, ma che - ha spiegato Fedriga - va collocata in un’ottica di superare definitivamente il sistema delle zone se le condizioni di diffusione del virus lo permetteranno”.
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Luciana Matarese
Giornalista
ALTRO: riaperture italia colori