giornalesm.com
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 1476
Edizione del 12/05/2021
Estratto da pag. 1
Lo strappo di Letta e Appendino: dove salta l`alleanza Pd-5Stelle
Primi scossoni nell’alleanza Pd-M5S a livello locale, in particolar modo per ciò che riguarda Roma e Torino. Lo stop grillino alla candidatura di Zinga nella corsa al Campidoglio, che avrebbe potuto compromettere l’alleanza fondamentale nel consiglio regionale del Lazio, rimischia le carte in tavola nella Capitale, dato che l’ex segretario dem pareva avere in tasca i numeri di un successo quasi scontato. Ecco quindi che, miracolosamente, riprende quota Virginia Raggi, la quale potrebbe trovarsi al massimo contro Roberto Gualtieri o Monica Cirinnà, ancora indecisa sul fatto di candidarsi alle primarie o sostenere il collega. Primarie che, come dichiarato con orgoglio da Letta, vedranno votare perfino i 16enni.

Tempesta passata quindi? Non proprio, dato che solo per Napoli Pd e M5S paiono determinati a convergere su un unico candidato. A Roma, al massimo, i grillini avranno un supporto dem per la Raggi in un eventuale ballottaggio, mentre a Torino manco quello. Insomma, se la storia d’amore tra gialli e rossi prosegue a gonfie vele a livello nazionale altrettanto non si può dire sul territorio.

Il povero Gualtieri tenta di spegnere il fuoco delle polemiche smorzando i toni delle critiche alla Raggi, da sempre molto pesanti da parte del suo partito, e cercando disperatamente di mantenere un equilibrio tra la competizione per la poltrona da sindaco e l’eventuale supporto grillino al secondo turno: “Noi abbiamo un giudizio molto negativo in questi anni di gestione Raggi di Roma ed è perfettamente compatibile il voler combattere una battaglia civile e seria sulla Capitale e contemporaneamente continuare in un’alleanza al governo come abbiamo fatto con Conte. Al secondo turno chiederemo agli elettori della Raggi di appoggiarci”, dichiara l’ex titolare del Mef a Otto e mezzo. Ma davvero i grillini appoggerebbero Gualtieri in un eventuale ballottaggio? Tutto tace nella Capitale, il sindaco non si vuole esprimere.

A differenza di ciò che accade a Torino: “Lo scenario che mi sento di escludere al 100 per cento è che noi appoggiamo il Pd al ballottaggio. I matrimoni combinati non funzionano”, dichiara invece Appendino. L’amore non è bello se non è litigarello, Pd e M5S si sono perfettamente calati nel ruolo. Secondo alcuni i grillini starebbero forzando la mano al Pd, dato che Appendino vorrebbe evitare di ricandidarsi nonostante le pressioni del suo partito. Se così fosse, tuttavia, sarebbe già pronto ad uscire immediatamente fuori il nome del rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, a cui i dem non potrebbero dire no pure se colti di sorpresa. In caso di inatteso no, la convergenza su un eventuale secondo turno salterebbe già prima di intavolare delle trattative.

Che ne pensa Letta di Roma? In particolar modo dello stop a Zinga e del via libera a Gualtieri? “Ecco, partiamo da qui. Io credo che il fatto che su Roma si sia ragionato su due pesi massimi come Gualtieri e Zingaretti denoti l’ attenzione massima del Pd per la Capitale”, nicchia Letta durante un’intervista a “Il Messaggero”, evidentemente ancora “poco sereno”. “Che io ricordi, mai prima d’ora un ex ministro dell’ Economia che aveva ricoperto incarichi di prestigio anche in Europa, si era candidato a sindaco di Roma. Quindi nessuna paura: ci sarà una sfida di carattere nazionale, di grande importanza e molto più impegnativa di quella del 2016. E questa è una buona notizia per la città”.

Il giornalista insiste, non era meglio Zinga, visti i potenziali numeri e la notorietà acquisita da governatore del Lazio? “Con questa intervista voglio ringraziare Nicola Zingaretti, perché in qualche modo siamo fratelli gemelli, ho avuto il piacere di raccogliere il suo testimone e di completare il suo lavoro nella segreteria nazionale”, replica in modo diplomatico Letta. “E anche per aver guardato e condiviso con me l’opzione legata a una scelta che non terremotasse la giunta regionale del Lazio, una giunta che ha portato avanti una politica sulla pandemia che ha reso orgogliosi tutti i romani e i residenti nel Lazio e che ha
tenuto la Regione in zona gialla per più giorni rispetto al tutto resto d’ Italia”. In parole povere, “in consiglio regionale sarebbe saltato tutto, grazie fratello Zinga”.

Non è che per caso tutto è saltato proprio subito dopo le minacce dei grillini?“Devo dire che nel verificare tutte le opzioni, abbiamo considerato anche le ricadute sulla regione Lazio. Ora non so se la giunta sarebbe caduta o meno, ma ho capito che ci sarebbero state turbolenze”, replica il segretario dem, che per rendere più “romantica e valorosa” la scelta del suo partito parla di campagna vaccinale, come se un cambio in giunta regionale potesse interferire su di essa fino ad arrivare ad uno stop. “E una volta compreso questo, abbiamo detto: i vaccini prima di tutto. Spero che i romani capiscano che abbiamo fatto una scelta forte perché Zingaretti e Gualtieri sono due pesi massimi, e alla fine facciamo una scelta che tiene conto dell’esigenza di garantire una campagna di vaccinazione che non si poteva mettere in discussione”. In realtà dietro la scelta c’è ben altro, e visto che solo a Napoli dem e grillini sembrano intenzionati a procedere a braccetto come nel governo centrale, si può comprendere anche il perché.

Letta rivela di aver fatto la corte anche a Calenda, che ha preferito non partecipare alle primarie, tuttavia resta convinto che i suoi numeri andranno a far cassa anche per il proprio partito: “So per certo che le nostre strade convergeranno sia a livello romano che a livello nazionale”. Per quanto riguarda Torino, invece, il segretario snobba le parole di chiusura di Appendino: “Stiamo parlando di una convergenza che ha portato l’ Italia a governare la pandemia con risultati positivi, dopodiché lei ha citato Roma e Torino, due città dove nel 2016 il Pd ha straperso e dove sono andate al governo due sindache sul cui operato il nostro giudizio è negativo. Quindi non c’ è possibilità di nessuna convergenza”. E se fosse la Raggi ad andare al ballottaggio col centrodestra, dopo aver detto di lei peste e corna la sosterreste? “È un’ ipotesi che non prendo in considerazione perché non accadrà”, dice con sicumera il segretario dem. “Semplicemente andremo noi al ballottaggio e saranno loro a porsi il problema di quali scelte fare”.

—Fonte originale: Leggi ora la fonte