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Edizione del 10/05/2021
Estratto da pag. 1
Le regole per le visite agli anziani in casa di riposo
Il documento sarà trasmesso oggi alle Ulss venete.
VENEZIA - Verrà trasmessa oggi, alle aziende Ulss del Veneto, la circolare del ministero della sanità relativa alla riapertura alle visite nelle Rsa. Lo ha annunciato la giunta regionale. Assieme al documento, l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, fornirà anche indicazioni e specificazioni per il ‘certificato verde’ che dovrà consentire l’ammissione dei visitatori nelle strutture residenziali per anziani, da tempo chiuse alle visite a causa della pandemia.

All’interno delle rsa la vaccinazione di ospiti e operatori è scattata nei mesi scorsi arrivando alla quasi totalità delle somministrazioni, e per questo da giorni si parla di riaperture, con prudenza e gradualità, alle visite dei parenti degli anziani.

Eppure non mancano note polemiche: “All’indomani dell’ottimo lavoro congiunto governo-Regioni per tornare a consentire in condizioni di sicurezza le visite nelle residenze sanitarie per anziani, riconosciuto pubblicamente da Roberto Speranza, dispiace leggere le dichiarazioni del consulente del ministro della salute, Sandra Zampa, che accusa le Regioni di non aver lavorato in questi mesi per riaprire le Rsa”, lo ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.

“Come è noto il sistema previsto del rischio epidemiologico ed i conseguenti provvedimenti del Governo e delle Regioni - spiega Fedriga - hanno, in un’ottica di prevenzione, fortemente limitato l'accesso alle strutture: di fatto non era possibile far visita ai pazienti delle Rsa se non in pochissime eccezioni. E’ stato grazie ai passi avanti compiuti grazie al piano vaccinale, con la raggiunta copertura del 100% degli ospiti e degli operatori delle Rsa, e la progressiva copertura della popolazione, che ci auguriamo possa ulteriormente accelerare nelle prossime settimane, che è stato possibile lavorare ad un protocollo di riapertura delle visite nelle Rsa con regole cogenti ed omogenee per tutto il territorio nazionale”.

"Un protocollo - sottolinea Fedriga - che ha avuto il contributo di tutte le Regioni, senza distinzioni, né geografiche, né politiche. Un lavoro confluito nell’ordinanza di ieri e raggiunto proprio grazie ad una forte collaborazione a livello tecnico fra le Regioni, l’Istituto superiore di sanità ed il ministero”.