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Edizione del 08/05/2021
Estratto da pag. 1
L’Italia in zona gialla: solo Valle d’Aosta, Sicilia e Sardegna in arancione da lunedì
Aumentano i contagi nella fascia 0-9 anni, e l’Rt nazionale sale a 0,89 ma il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, assicura: «La curva dei contagi...
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ROMA - Calano i contagi, scende il tasso di positività, diminuiscono i morti. Per una volta solo verbi così: una serie di notizie incoraggianti ci porta verso la nuova settimana della pandemia. Da lunedì prossimo l’Italia apparirà sulla cartina quasi come uno sconfinato campo di grano, tutte le regioni in giallo eccetto la Valle d’Aosta (che da rossa comunque migliora e torna in arancione) insieme alle due isole maggiori, Sicilia e Sardegna, che rimandano perciò l’appuntamento con il giallo al monitoraggio di venerdì prossimo.

Si svuotano le terapie intensiveLa situazione migliora, dunque. Calano i nuovi contagi: ieri 10.554 positivi al Covid-19, rispetto agli 11.807 di giovedì. E scende il tasso di positività dopo tre giorni di crescita costante: ieri 3,2% a fronte di 328.612 tamponi analizzati. Diminuiscono i decessi: ieri 207 le vittime del coronavirus rispetto ai 258 di giovedì. Il dato delle vittime è il secondo più basso negli ultimi sette mesi. E si svuotano pure le terapie intensive: ora, nelle rianimazioni, risultano occupati 55 posti letto in meno. Due giorni fa erano 2.308, ieri 2.253. A tirare le somme, ci pensa Silvio Brusaferro, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità (Iss): «Mentre in altri paesi Ue la situazione è altalenante e di transizione, la curva italiana dei contagi è in decrescita lenta — dice — e in questa settimana i casi stanno diminuendo in tutte le regioni e nelle province autonome. Si intravede un abbassamento della curva di mortalità. Scende a 41 anni l’età media dei nuovi positivi. Cala a 76 anni quella dei deceduti».

Cala a 76 anni l’età media dei deceduti: a giugno scorso era 86A fine giugno 2020 l’età media dei morti era di 86 anni. Il merito è senza dubbio della campagna vaccinale. Con un numero sempre crescente di vaccinati cambierà anche la valutazione del rischio e nei prossimi mesi — chiosa Brusaferro — possiamo ipotizzare di togliere le mascherine all’aperto». L’unico numero in crescita, fa notare il presidente dell’Iss, «è quello dei contagi tra i più piccoli, nella fascia d’età tra 0 e 9 anni. E poi c’è l’Rt nazionale (l’indice di contagio) che per la terza settimana di fila è in lenta risalita, 0,81, poi 0,85 e ora è arrivato a 0,89: «Ma l’epidemia non sta ripartendo — taglia corto Brusaferro — anzi, con l’indice sotto 1, la curva in Italia è in decrescita ovunque». L’indice di contagio, però, non trova tutti d’accordo. Anzi. Le Regioni vanno all’attacco: «Più che pensare alla revisione delle misure e del coprifuoco — dice il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini — il governo dovrebbe affidarsi più che all’Rt dei contagi a un Rt ospedaliero». Lo stesso dicono il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, così come il governatore del Veneto Luca Zaia. Cambiare i parametri, insomma: «Conta di più monitorare il sovraffollamento delle strutture ospedaliere. Qui da noi — dice Bonaccini — c’erano oltre 400 persone in terapia intensiva fino a una settimana fa, oggi sono 200. Questo significa che il virus ancora colpisce, ma fa meno paura perché stiamo vaccinando la parte della popolazione più fragile».

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Rezza: «Il Covid diventerà come l’influenza»Il direttore della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, invita però a non cantar vittoria troppo presto. L’esperienza disastrosa dell’estate scorsa dovrebbe servirci. «C’è una tendenza al miglioramento — dice Rezza —. Per la prima volta abbiamo sotto la soglia critica sia l’occupazione delle terapie intensive sia dei reparti ospedalieri. Ma occorre massima cautela. Bisogna continuare a tenere comportanti prudenti». Il professore sembra comunque ottimista: «Probabilmente l’inf
ezione nel tempo si endemizzerà. Anche se non arriveremo all’immunità di gregge, possiamo raggiungere il controllo dell’epidemia. Il Covid-19 diventerà come l’influenza, infettando la popolazione ma senza conseguenze eccessive. Molto però dipenderà dall’andamento delle vaccinazioni».

8 maggio 2021 (modifica il 8 maggio 2021 | 07:07)

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