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Dir. Resp.
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Edizione del 05/05/2021
Estratto da pag. 1
Visite dei parenti in casa di riposo: ecco le regole in arrivo. L’ordinanza attesa da ottomila famiglie in regione. Servirà il pass verde.
TRIESTE Il dossier è stato messo mercoledì 5 maggio dalle Regioni sulla scrivania del governo, che «ad ore» si è impegnato a far ripartire le visite dei parenti in tutte le case di riposo. Era la notizia che ottomila ospiti delle residenze per anziani del Friuli Venezia Giulia (di cui poco meno di tremila a Trieste e Gorizia) e i loro familiari attendevano da mesi, dopo che molte strutture hanno bloccato gli accessi per non facilitare il diffondersi i contagi o hanno limitato gli incontri a tristi chiacchierate fra parenti divisi da un plexiglass o dalla plastica delle stanze degli abbracci. Le cose potrebbero cambiare nel giro di qualche giorno, dopo che l’esecutivo avrà recepito del tutto o in buona parte le linee guida proposte dalla Conferenza delle Regioni, il cui presidente Massimiliano Fedriga chiede di «aprire uno spiraglio in quello che possiamo definire come il lockdown degli affetti». I territori domandano al ministro della Salute Roberto Speranza di emanare un’ordinanza che superi i vincoli posti dall’attuale Dpcm, che assegna alle singole strutture la decisione sulla possibilità o meno di visitare i parenti. La maggioranza delle case di riposo ha scelto di non aprir. Ora che in Fvg l’88,4% degli ospiti è stato vaccinato con la prima dose e il 79,8% ha completato il ciclo, gli accessi ristretti sono diventati intollerabili, tanto che il presidente Mario Draghi ha aperto alla possibilità di modificare il quadro. I governatori spingono: «Credo sia giunto il momento – evidenzia Fedriga – di permettere alle famiglie in condizioni di massima sicurezza di tornare a rivedere con la frequenza necessaria i propri cari. Abbiamo approvato un documento di proposte relativo alle modalità di accesso e uscita di ospiti e visitatori presso le strutture. È necessario cambiare il Dpcm di marzo, dove si prevede che siano le direzioni sanitarie delle singole strutture a decidere se aprire e come. Questo crea disparità nei territori: con linee guida nazionali riusciamo a rassicurare tutti». In Friuli Venezia Giulia ci sono per l’esattezza 165 residenze, di cui 51 pubbliche e 114 private, che sono andate a loro volta in ordine sparso per la decisione di lasciare a ciascuna la facoltà di decidere come gestire il nodo. Il Cts sta valutando le proposte delle Regioni, con cui si tornerà a concedere un minimo di contatto umano, superando la condizione di solitudine in cui sono finiti gli anziani nelle strutture. Le linee guida della Conferenza prevedono la possibilità di visita solo a persone «in possesso di Certificazione Verde Covid-19» o in alternativa dell’attestazione dell’avvenuta vaccinazione, della guarigione dalla malattia o di un tampone negativo nelle 48 ore precedenti. Si prevede inoltre di spalmare le visite su tutta la giornata per evitare assembramenti e di limitare gli ingressi a due per ciascun ospite. Oltre alle consuete norme su mascherina e distanziamento, saranno da preferirsi incontri all’aperto o in spazi grandi e arieggiati. Se nella struttura risulteranno ospiti o dipendenti positivi, l’accesso ai visitatori sarà deciso dalla direzione sanitaria. La decisione è imminente, come afferma Sandra Zampa: la consulente di Speranza dice che «il ministero ha scelto di predisporre un’ordinanza su cui si sta lavorando in queste ore, affinché entri in vigore immediatamente, assicurando la possibilità di visita da parte dei familiari, come oggi è possibile solo in pochissime strutture», perché «per i direttori sanitari delle strutture è più facile restare chiusi che prendersi la responsabilità di aprire». Fedriga è inoltre tornato sulla questione del coprifuoco: «Le Regioni hanno proposto di ampliarlo alle 23, così da permettere di poter lavorare la sera. Dobbiamo guardare anche alle attività ancora chiuse, per andare verso un processo di riaperture in sicurezza. Penso a palestre e settore wedding».