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Edizione del 05/05/2021
Estratto da pag. 1
Regioni: Serve un potenziamento radicale degli organici universitari dedicati alla ricerca
La coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni in audizione sulla condizione studentesca e precariato nella ricerca universitaria.
La coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni in audizione sulla condizione studentesca e precariato nella ricerca universitaria.

“Gli interventi del Pnrr previsti nella missione 4 ‘Istruzione e Ricerca’ siano pienamente condivisibili e vadano nella giusta direzione, ma ancor prima di avviare i processi di riforma da questo previsti, serve un potenziamento radicale degli organici universitari dedicati alla ricerca e alla didattica, necessario per rendere il sistema universitario italiano più idoneo a svolgere il ruolo di formazione delle nuove generazioni”. È quanto ha affermato Alessandra Nardini, assessora della Regione Toscana e coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni, che ha rappresentato la Conferenza delle Regione nell’audizione, svoltasi ieri, in 7° Commissione del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla condizione studentesca nelle università e il precariato nella ricerca universitaria.

“Il livello di istruzione terziaria – ha poi proseguito Nardini che ha anche lasciato agli atti un articolato documento – nel nostro paese resta ancora drammaticamente basso. Basti considerare che a fronte di una crescita nella domanda di formazione universitaria e della necessità di ridurre il gap in termini di popolazione laureata rispetto agli altri paesi sviluppati il personale di ricerca e i docenti universitari si sono ridotti nell’arco degli ultimi 15 anni di circa un quarto del totale e circa il 70% dei professori di I e II fascia ha oltre 50 anni”.

E se si pensa ad un piano di rilancio ed espansione del sistema universitario per incrementare la dotazione del personale di ricerca ai livelli necessari “dovremmo – ha spiegato Nardini – da un lato necessariamente prevedere una fase transitoria, che attivi specifici percorsi di stabilizzazione rivolti agli attuali precari dell’università, valutando la possibile stabilizzazione secondo criteri di merito oggettivi, dall’altro attivare selezioni per nuove posizioni di ricercatore riattivando così il processo di ricambio generazionale interrotto dal blocco del turn-over e dalla riforma della Legge 240/2010”.

Temi – quelli toccati dalla coordinatrice della Commissione Istruzione e Lavoro della Conferenza delle Regioni – che vanno inquadrati anche nel contesto generale delle iscrizioni alle università: “proprio la crescita del numero degli iscritti e la riduzione del corpo docente in molti casi si sono tradotte in una crescente difficoltà mantenere attivi alcuni corsi e nella impossibilità di attivare di nuovi”.