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Edizione del 03/05/2021
Estratto da pag. 1
Giovannini: "Bene il sì al Pnrr, semplificazioni sono la priorità"
29 aprile 2021 - Si riporta il testo dell'articolo de Il Sole 24 Ore relativo al forum sul Recovery Plan a cui ha preso parte il Ministro Giovannini dal titolo "Giovannini: "Bene il sì al Pnrr, semplificazioni sono la priorità" di Giorgio Santilli.

Il via libera del Consiglio dei ministri al Pnrr apre una nuova fase che ha spiegato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, intervenuto ieri al Forum sul Recovery Plan del Sole 24 Ore. Ci sono due aspetti che il ministro ha sottolineato. In una direzione continuerà la programmazione dei fondi - dopo le decisioni del Consiglio dei ministri di ieri - con gli 85 miliardi del Fondo sviluppo coesione che si raccorderanno al Recovery, «anche - ha detto Giovannini - con un invito alle Regioni a recuperare parte dei progetti esclusi dal Pnrr». L'altra direzione è quella dell'approvazione del decreto legge sulle semplificazioni. Giovannini ha spiegato a che punto siamo. «I ministeri singolarmente o dopo un lavoro di coordinamento con altri ministeri - ha detto Giovannini - hanno già inviato a Palazzo Chigi tutte le loro proposte. Ora queste proposte saranno valutate e selezionate per confluire nel decreto legge a maggio». Alla tavola rotonda del Sole 24 Ore sulle infrastrutture sono intervenuti anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei (che ha la delega della Conferenza delle Regioni sul Recovery), e il presidente dell'Anci (comuni), Antonio Decaro.

Tutti e tre hanno confermato la priorità assoluta delle semplificazioni, chiarendo che se l'intervento non sarà molto forte, i tempi del Recovery non saranno rispettati. Il confronto è stato anche l'occasione per dare una valutazione del piano proprio mentre si svolgeva l'ennesimo confronto fra Governo, Regioni e comuni. «Senza il concorso delle Regioni, delle Province e dei Comuni neanche il governo migliore al mondo - ha avvertito Bonaccini - sarebbe capace di mettere a terra oltre 200 miliardi in pochi anni». Bonaccini ha dato atto al governo Draghi di avere «messo al Pnrr la cornice nazionale che io reputo complessivamente molto positiva per le priorità che si dà, ad esempio colmare i ritardi pesanti che l'Italia ha sia sulle infrastrutture materiali, con la mobilità sostenibíle che sposta il trasporto dalla gomma al ferro o realizza le piste ciclabili, che su quelle immateriali con la banda ultra larga e la fibra ottica». Anche Tesei si è concentrata sul lavoro che manca ancora di fare dopo il sì del Com. «Ci vuole -ha detto - un confronto istituzionale più capillare sui singoli temi, sui singoli progetti per declinare nel modo giusto quello che deve essere il rapporto tra istituzioni. E il confronto deve iniziare se dobbiamo essere attuatori del Pnrr, per rendere efficaci le nostre azioni e spendere bene e nei tempi queste risorse». La conferenza delle Regioni dando il via libera mercoledì al Pnrr ha evidenziato che ci sono 87,4 miliardi del Piano la cui realizzazione «compete a Regioni ed Enti locali» (si veda la tabella in basso). E ha aggiunto tre richieste al governo: alle Regioni va affidato il ruolo di regia nelle politiche di propria competenza e di competenza concorrente; alle Regioni spetta una rappresentanza diretta di almeno due posti nella cabina di regia sull'attuazione del Pnrr; al più presto vanno condivisi i singoli progetti «sottostanti a ciascuna missione». Soddisfazione e pesanti paletti anche dai comuni. «Noi abbiamo presentato - ha detto Decaro - un piano che si chiama. Città Italia con dieci temi che abbiamo ritrovato tutti nel Recovery. Oggi abbiamo le risorse però se le regole restano queste ho già detto al governo più volte, a nome dei sindaci, che nel 2026 non riusciremo a terminare gli impegni di spesa su queste attività. Non ce la faremo perchè dobbiamo cambiare i criteri di assegnazione delle risorse e in particolare le procedure di autorizzazione, bisogna dare tempi perentori, prevedendo strumenti come il silenzio assenso e i poteri sostitutivi di Palazzo Chig
i se una conferenza di servizi si ferma per l'assenza di un parere di Via. C'è anche la questione del personale specializzato da assumere a tempo determinato fino al 2026 per dare attuazione al Recovery».