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Dir. Resp.
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Edizione del 09/02/2020
Estratto da pag. 1
Zingaretti est, est, est! Quid est?
Fa il paio con la Lamorgese che straparla di odio in una intervista a Repubblica, citando la necessità della scorta a Scalfari ed al giornale mentre non dice una sola parola, UNA SOLA, per le minacce reiterate (da anni) nei confronti di Salvini e Meloni: questa “delinquente politica” non si accorge (forse) che questa diversa coniugazione dell’odio è essa stessa ODIO.

Zingaretti da un pulpito non certo immacolato perde una buona occasione per tacere e pretende di insegnare cos’è l’odio a Giorgia Meloni,. La leader di FdI  aveva replicato al ministro dell’Interno Lamorgese, che  aveva messo in guardia da una emergenza odio e razzismo crescente in Italia.  Secondo Giorgia Meloni non è una narrazione realistica. “In Italia non c’è alcuna emergenza odio. Tanto meno razzismo. Le emergenze sono altre”.

Ecco che Zingaretti si mette in mezzo per attaccare la Meloni. Cerca la provocazione. Ma va a sbattere. Dalla direzione Pd il segretario dem twitta a vanvera: “In Italia non c’è un problema di odio? Cara Meloni vai a dirlo a chi è sopravvissuto ad Auschwitz; e ora deve girare con la scorta o a chi ha paura di essere esprimere le proprie idee o di essere se stesso. Il silenzio è complicità”. Queste parole meritano una rinfrescata alla memoria di Zingaretti. Che non si accorge dell’autogol. Giorgia Meloni ha gioco facile: proprio tu parli? E come si permette di citare Auschwitz in questa provocazione? Disgustoso. Proprio tu parli di odio? Giorgia Meloni replica: “Governate con odiatori seriali 5 Stelle. Tacete sulla violenza dei centri sociali. Andate a braccetto con le sardine (il cui odio organizzato puoi leggere sui social) e con chi organizza convegni giustificazionisti. E vorreste dare lezioni? Non ne avete la statura”. Bastano queste poche e incontrovertibili evidenze a Giorgia Meloni per annichilire in poche battute Nicola Zingaretti. Il quale non può certo parlare ex cathedra. Eppure dal suo poco lusinghiero pulpito, il segretario Pd  vorrebbe insegnare alla Meloni cos’è l’odio. Il basso profilo sarebbe d’obbligo. Soprattutto vista anche la recente figuraccia sulla falsa notizia della presunta sassaiola contro i cinesi a Frosinone. Già, qualcuno dovrebbe insegnare a Zingaretti a contare fino a 10 prima di dare fiato al suo di odio e a quello dei suoi compagni di strada, cinquestelle, sardine: non aveva esitato ad aizzare la canea e la caccia al razzista per i fatti di Frosinone? Poi rivelatisi inesistenti. A parti invertite, se uno di destra avesse preso una topica grande quanto una casa lo avrebbero linciato. A lui piacciono gli odiatori negazionisti e giustificazionisti delle foibe, il Pd ci va a braccetto, lo stiamo vedendo in questi giorni. Allora,  Zingaretti perché non parla, magari dopo una passeggiata a Pomezia, non troppo distante da Roma e da Frosinone!?

Elio Bitritto

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