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Dir. Resp.
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Edizione del 22/04/2021
Estratto da pag. 1
Andrea CapelloRoma. Superiori in presenza dal 50 al 75 per cento in zona rossa e dal 70 al 100 per cento in zona gialla e arancione. Dopo il dietrofront sul rientro in classe per tutti l’esecutivo prova a tenere il più alta possibile l’asticella della frequentazione in presenza negli ultimi due mesi di scuoia. Un obiettivo «comune» ribadisce il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, e un percorso «convergente» tenendo però conto «le situazioni diverse presenti nel nostro Paese». E per limitare il più possibile i rischi di contagio «la scuola deve usare tutti gli spazi disponibili, a partire da quelli all’aperto», dice ancora Bianchi. «Nessuna marcia indietro, il Governo vuole riaprire le scuole, e punta al 100 per cento degli studenti in aula, ma c’è un problema che riguarda i trasporti e che il governo precedente ha un po’dimenticato», lo spalleggia Mariastella Gelmini, ministro degli Affari regionali. Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al momento la scuola in presenza al 100 per cento è obiettivo «non raggiungibile» perché «fisicamente» mancano i mezzi di trasporto. «Solo nella mia regione servirebbero 300 autobus in più». Un target, quello della presenza a tempo pieno, che il governatore della Toscana, Eugenio Giani, vorrebbe invece per i maturandi. Intanto in Lombardia il presidente Attilio Fontana annuncia il via libera da maggio di test salivari molecolari frutto di una sperimentazione attuata dall’Università di Milano. «Ci consentiranno pertanto di attuare un monitoraggio ancora più accurato della diffusione del virus, senza la necessità di impiegare personale sanitario, che potrà dedicarsi alla campagna vaccinale e alla cura dei pazienti ricoverati e non negli ospedali», spiega Fontana. Dal Veneto Luca Zaia non vuole sentire parlare di marca indietro del governo rispetto a quanto annunciato. Piuttosto di «capacità di ascolto». Il problema resta quello del trasporto pubblico. «Per noi è già tanto arrivare al 60 per cento», ragiona Zaia. Un compromesso che però divide le opinioni nel mondo degli studenti e delle famiglie coinvolte. Secondo un sondaggio di Skuola. net in 6 su 10 si dicono contrari totalmente (31 per cento) o in parte (28 per cento) al ritorno di massa in aula per concludere l’anno. Dalle associazioni studentesche si sottolinea come la scuola in presenza debba essere «una prerogativa che non deve diventare uno spot», dichiara Luca Iannilli, rappresentante della Rete studenti Medi nel Lazio. «L’ennesimo cambio non ci fa bene. Chiediamo sicurezza e presenza da mesi ma anche soprattutto continuità e chiarezza» conclude. —