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Edizione del 22/04/2021
Estratto da pag. 1
Regioni in rivolta su coprifuoco e scuola: il presidente Fedriga convoca un vertice d`urgenza • Vivere Civitanova notizie per la città e il territorio
Non si attenuano le polemiche sul coprifuoco. Il governatore Massimiliano Fedriga, presidente della regione Friuli e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, è schierato in prima fila per uno slittamento dell’orario dalle 22 alle 23 e rincara la dose.
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22/04/2021

- Non si attenuano le polemiche sul coprifuoco. Il governatore Massimiliano Fedriga, presidente della regione Friuli e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, è schierato in prima fila per uno slittamento dell’orario dalle 22 alle 23 e rincara la dose.

"Sulle 23 c'era l'accordo di tutti. Come Conferenza delle Regioni avevamo proposto lo spostamento del coprifuoco alle 23 consentendo di andare a cena al ristorante. Le nostre sono state proposte condivise da destra a sinistra, da nord a sud. In mezzo alla pandemia abbiamo superato le divisioni partitiche! Un’ora in più non innalzerebbe il rischio pandemico", ha spiegato Fedriga nel corso di un’intervista radiofonica, lasciando intendere un dietro front improvviso dell’Esecutivo, nonostante ci fosse un accordo iniziale. Il governatore, vista l'irremovibilità del premier Draghi, ha annunciato la convocazione per oggi, giovedì 22 aprile ore 15, di una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni.

Cambio di programma, stando a quanto dichiarato da Fedriga, anche per quello che concerne il mondo della scuola: "L’aver cambiato in Consiglio dei ministri un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni tramite Anci e con le provincie tramite Upi sulla presenza di studenti a scuola, è un precedente molto grave che ha incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni. Gli accordi si possono cambiare ma riconvocando chi quegli accordi li ha presi". Fedriga ha poi spiegato che per rispettare una presenza a scuola di "un range da 60 al 100 per cento servirebbero dai 15mila ai 20 mila autobus in più, dunque non si tratta di una scelta politica ma di limiti fisici, un fatto che prescinde dalla sensibilità politica".

Duro anche il commento del capo del Carroccio Matteo Salvini: "Il Decreto purtroppo ha avuto solo una modifica, quella che ha aumentato dal 60 al 70% la presenza in classe obbligatoria degli studenti. Il governo ha disatteso l’accordo raggiunto con gli enti locali, mettendo in difficoltà presidi, sindaci e studenti: migliaia di studenti ammassati sui mezzi pubblici non sono un problema e non corrono rischi, mentre due persone in palestra o al bar rappresentano un problema. Perché?".