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Dir. Resp.
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Edizione del 23/04/2021
Estratto da pag. 1
Decreto riaperture, Regioni scrivono a Draghi: Posticipare il coprifuoco alle 23
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha deciso di inviare una lettera al Presidente del Consiglio per sottoporre alla sua attenzione le proposte prioritarie - tra queste la modifica del coprifuoco e della percentuale di presenze a scuola - rispetto alle misure in via di adozione con il prossimo Decreto Legge, dando la disponibilità per un incontro urgente prima della pubblicazione del provvedimento. E' quanto si apprende dalla stessa Conferenza delle Regioni, dopo il vertice tra i governatori.

"Le Regioni e le Province autonome prendono atto con amarezza delle decisioni emerse in Cdm in relazione al tema della percentuale minima per la didattica in presenza" per le scuole superiori, "in contrasto con le posizioni concordate in sede di incontro politico, alla presenza di cinque ministri, dei Presidenti di Regioni e Province autonome, Anci e Upi, nonché con le istruttorie condotte nell'ambito dei tavoli prefettizi. Un metodo che non ha privilegiato il raccordo tra le diverse competenze che la Costituzione riconosce ai diversi livelli di Governo". E' quanto si legge nella lettera delle Regioni al premier Draghi.

Posticipare il coprifuoco dalle 22 alle 23. E' una delle richieste contenute nella lettera che le Regioni hanno inviato al premier Mario Draghi. "In ragione dell'approssimarsi della stagione estiva caratterizzata dall'ora legale e, in considerazione della riapertura delle attività sociali e culturali - si legge nella missiva -, si propone di valutare il differimento dell'interruzione delle attività e della mobilità dalle ore 22 alle ore 23".

Le Regioni ritengono "necessario consentire, nel rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, l'effettuazione dei servizi di ristorazione sia al chiuso che all'esterno, senza differenze di trattamento con riguardo agli orari di somministrazione (pranzo, cena)". E' quanto si legge nella lettera delle Regioni al premier. "Una tale previsione - scrivono le Regioni in merito alla misura prevista dal dl sui ristoranti aperti con posti a sedere solo a cena - rischia di discriminare gli esercizi che dispongono degli spazi esterni rispetto a coloro che non ne dispongono".