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Dir. Resp.
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Edizione del 15/04/2021
Estratto da pag. 1
L’Italia si interroga su modi, tempi e regole delle riaperture, tra l’ipotesi di ripristinare appena possibile la zona gialla e di allentare le misure che caratterizzano le regioni divise tra zona rossa e arancione. Palestre, piscine, ristoranti e bar sono in attesa di capire quale sarà il piano del governo per consentire al Paese, alle prese con l’emergenza Covid e le varianti che accelerano la corsa del virus, di ripartire seppur gradualmente. Riflettori puntati sulla cabina di regia che dovrebbe tenersi domani, con possibile conferenza stampa del premier Mario Draghi a seguire. Ora come ora si attendono i nuovi dati dell’Iss per assumere decisioni.
Nel corso della riunione, numeri alla mano, non è escluso si stabilisca di allentare sin da subito le misure che prevedono l’Italia divisa in zona rossa e arancione fino a fine mese, ripristinando la zona gialla prima della scadenza del 30 aprile (come previsto dall’ultimo decreto covid). “Se i dati lo consentono, nulla vieta di farlo. Ma bisogna procedere con i piedi di piombo per non annullare gli sforzi fatti sinora” dice all’Adnkronos un ministro tra i più rigoristi, assicurando tuttavia che nel Cdm di mercoledì non è stato affrontato il tema. Di certo la questione verrà sollevata dalla Lega nella riunione di domani, con Fi che potrebbe accompagnare nella richiesta gli alleati di coalizione.
Sullo sfondo il pressing delle regioni, che oggi presenteranno al governo le linee guida per le riaperture in sicurezza. “In questo momento non stiamo affrontando solo un tema economico e lavorativo”, perché “i cittadini non vivono più come un anno fa le misure messe in campo. Dopo un anno di sacrifici, e a volte di drammi, c’è molta ritrosia a rispettare i divieti”, ha detto il presidente della conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga. “E allora, io dico: non è meglio cercare di trovare delle regole, anche rigide ma per farle rispettare, piuttosto che mettere dei divieti?”.
Ieri intanto sono tornati a Palazzo Chigi i vertici del Cts, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, ma sarebbero stati ricevuti non dal presidente del Consiglio bensì dal sottosegretario Roberto Garofoli. Starebbe prendendo quota l’ipotesi di allentare le misure step by step, offrendo una serie di ‘date obiettivo’ per le riaperture che consentano agli italiani di tornare a guardare al futuro, espressione usata più volte dallo stesso presidente del Consiglio. E continua a farsi spazio l’idea – a partire da maggio e sempre dati permettendo – di spostare più avanti le lancette del coprifuoco, portandolo dalle 22 alla mezzanotte così da consentire l’apertura dei ristoranti con tavolini all’aperto. Idea che farebbe il paio, si ragiona nel governo, con la richiesta che sarebbe stata avanzata dal premier Draghi al Cts, ovvero mettere nero su bianco dei protocolli che non siano anti-economici, con un occhio attento ai settori più in sofferenza. E non c’è dubbio che quello dei ristoranti lo sia.
Riapertura a maggio di ristoranti a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all’aperto dunque. Ma ripartenza anche per palestre, cinema, teatri e musei secondo una bozza delle Regioni. Ripresa a maggio del le attività culturali di cinema e teatri. Quanto alla riapertura delle palestre, allo stato attuale l’ipotesi sarebbe quella di un via libera solo a lezioni individuali.
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