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Edizione del 14/04/2021
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Provenzano: «La Campania non può essere una repubblica autonoma»
Il vicesegretario dem all’attacco. E Boccia: «Le linee guida le dà il governo e le Regioni le applicano»
emergenza covid

Mezzogiorno, 14 aprile 2021 - 07:40

Provenzano: «La Campania non può essere una repubblica autonoma»

Il vicesegretario dem all’attacco. E Boccia: «Le linee guida le dà il governo e le Regioni le applicano»

di Simona Brandolini

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Dopo giorni di silenzio e una guerra tra Napoli e Roma, innescata dall’annunciata (e poi quasi rimangiata) disobbedienza di De Luca al piano vaccinale nazionale, il partito del presidente campano, il Pd, fa un richiamo alla «responsabilità e alle regole» che suona come una tirata d’orecchi.



Il vicesegretario nazionale ed ex ministro del Sud, Peppe Provenzano, all’Huffington post dice: «Il regionalismo esasperato durante la pandemia ha mostrato tutti i suoi limiti, per questo è inaccettabile, su questioni cruciali come le vaccinazioni, l’idea di considerarsi come repubblica autonoma, che sia la Sicilia, la Lombardia o la Campania». E apre ad un riequilibrio tra poteri centrali e locali che mai come in questa occasione sono entrati in collisione: «Alla fine di questa storia andrà aperta una riflessione sulla riforma del Titolo V, che a mio giudizio su scuola e salute, grandi pilastri della cittadinanza, ha aggravato le disuguaglianze».

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Francesco Boccia, responsabile enti locali del Nazareno, ma soprattutto inviato da Roma per «placare» i deluchiani in vista delle amministrative, è solo più diplomatico. Sulle isole minori Covid free dice: «Pensare di poter chiudere un’isola è bello da dire, ma complicato da fare, la Sardegna lo dimostra». Riferendosi alla scorsa estate, quando la Sardegna by night è diventato un focolaio.

Sulla disobbedienza deluchiana poi dice: «Le linee guida le dà il governo centrale e le Regioni le applicano. Le fasce anagrafiche sono il punto fermo. Tutti i nostri presidenti di Regioni sanno che la linea del Pd è quella delle fasce anagrafiche». Poi aggiunge ai microfoni di Sky Tg24: «Quando la Conferenza delle Regioni si interfaccerà con la Stato-Regioni verrà fuori una linea chiara. Non farei un caso De Luca per le dichiarazioni, perché contano gli atti». Ed effettivamente ha ragione Boccia, De Luca sinora non è andato oltre le intemerate televisive, cioé non ha fatto ordinanze. Infatti il diplomatico Boccia aggiunge: «Consiglierei al generale Figliuolo di accordarsi quotidianamente con le Regioni come è stato fatto nei mesi passati».

Inutile dire che il Pd sinora era stato lontano dalle diatribe Campania contro il resto del mondo e aveva evitato di rispondere a De Luca anche dopo l’attacco a Mario Draghi, per non rompere il delicato equilibrio in vista delle comunali. Che a Napoli significano accordo con i 5 Stelle da una parte e i deluchiani dall’altra. Per evitare la conta delle primarie. Tanto evocate, ma nei fatti dicono a Santa Brigida c’è accordo totale tra il Nazareno e la segreteria metropolitana per non farle (d’altronde il partito locale s’è già espresso in questa direzione). Tant’è che sempre Provenzano dice due cose. La prima: «Alle prossime amministrative dobbiamo costruire ovunque un’alternativa alle destre, la più forte e competitiva possibile. Dunque non c’è spazio per il trasformismo che è un male antico, soprattutto al Sud. Dobbiamo somigliare alle cose diciamo, altrimenti perdiamo la faccia». La seconda: «A Napoli il Partito democratico è guidato da un giovane segretario che va sostenuto proprio perché si opporrà a ogni tentativo di appannare la nostra proposta politica. Si è avviato un rapporto positivo con il M5S che può portare a una proposta forte e credibile per riconquistare la capitale del Mezzogiorno». E insomma il sottotesto è: che le primarie a Napoli non sono proprio all’ordine del giorno se la strada è quella del matrimonio con i 5 Stelle.

14 aprile 2021 | 07:40

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