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Edizione del 11/04/2021
Estratto da pag. 1
Un passo verso il rinnovamento: ecco quel che serve alla politica
Un cambiamento in questa direzione m’è parsa l’indicazione di Massimiliano Fedriga alla presidenza della Conferenza delle Regioni. Dal piccolo Friuli Venezia Giulia salta fuori un profilo nazionale che aspira a una ribalta più ampia 
TRIESTE Gli ultimi rilevamenti sulle volontà di voto degli italiani hanno precisato ancor meglio una tendenza che appariva chiara da settimane. Fratelli d’Italia capitalizza la sua marginalità politica, stando all’opposizione. Il Partito democratico galleggia, con qualche leggera fiammata. La Lega arretra, di poco ma arretra. È qui e ora, di nuovo, dentro la maggioranza del presidente Draghi, che si materializza la necessità per il partito guidato da Matteo Salvini di proporsi al Paese come forza di Governo. La Lega vuole amministrare, stabilmente, come già accade in molte regioni. A Roma fallisce, però, quel che le riesce in periferia. Il suo gruppo dirigente s’è stancato di un atteggiamento primordiale, frusto, senza sbocchi. Con le intemerate si fanno i comizi. Quando c’è da trattare in Europa serve altro.Leggi ancheFedriga eletto presidente della Conferenza delle Regioni: «Vaccini e riaperture le mie priorità»Dunque, che fare? Un passo verso il rinnovamento m’è parsa l’indicazione di Massimiliano Fedriga alla presidenza della Conferenza delle Regioni. Dal piccolo Friuli Venezia Giulia salta fuori un profilo nazionale che, come fu per Debora Serracchiani all’epoca della non ricandidatura in Fvg, aspira a una ribalta più ampia. Oggi Serracchiani è dentro una trasformazione radicale del Pd.E Fedriga? E Zaia? Da loro non verranno mai dichiarazioni in grado di increspare il mito del Capo Salvini, nella Lega sono tutti salviniani, tocca esserlo. È iniziata, tuttavia, quella fase che stempera il populismo in favore di altro. Che cosa sarà questo altro diverso, si spera, da prima lo vedremo da come Massimiliano Fedriga gestirà una posizione di grande visibilità politica (e di scarsa operatività).Per il presidente si tratta anche di una difficile scelta personale. Come ascoltare Giancarlo Giorgetti senza scontentare Matteo Salvini? La sfida sta tutta qua. Se va bene una nuova classe dirigente, nel Pd come nella Lega, è alle porte. E, forse, basta con i soli vaffa. —© RIPRODUZIONE RISERVATA