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Edizione del 05/02/2020
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Regionali, le «Sardine» bocciano De Luca. E sul figlio Piero imbarazzo del Pd
Santori: rapporto particolare con il giornalista in campo al Senato. Orlando insiste: alleanza con i 5S anti-Lega
verso il voto

Mezzogiorno, 5 febbraio 2020 - 09:58

Regionali, le «Sardine» bocciano De Luca. E sul figlio Piero imbarazzo del Pd

Santori: rapporto particolare con il giornalista in campo al Senato. Orlando insiste: alleanza con i 5S anti-Lega

di Simona Brandolini

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Ci mancavano solo le Sardine. Nel quadro già abbastanza complicato, turbolento e diviso della politica campana piombano a pinne pari. Mattia Santori, uno dei quattro leader nazionali, ieri in un’intervista all’Huffington post, a proposito di regionali ha detto: «È chiaro che ci sono alcune candidature in linea col nostro messaggio e col nostro modo di intendere la politica, ma ci sono anche candidature difficili da sostenere». A domanda diretta: per esempio De Luca? La risposta: «È uno di quelli che ci creerà delle difficoltà». Mentre Sandro Ruotolo no, par di capire: «Non vi è mai un sostegno diretto perché altrimenti faremmo parte di un partito. Con Sandro però c’è un rapporto particolare fin dalla nascita delle sardine, frutto anche del rispetto che gode nella sua terra di origine. Diciamo che ci sono candidature più ittiche di altre». A conferma che Ruotolo è una «sardina stagionata», come s’è autodefinito il giornalista all’inizio della sua corsa elettorale. E dire che De Luca le ha anche benedette. Domani a Scampia c’è il primo flashmob anti-Salvini, quello che ha fatto saltare l’iniziativa a sostegno di Salvatore Guangi organizzato dalla Lega. Ma le Sardine annunciano già un altro appuntamento, il 18, cioé il giorno in cui Matteo Salvini sarà in città. Saranno al fianco dei lavoratori della Whirlpool, questa volta non si tratta di un flashmob ma di una staffetta. Ed è partito il reclutamento di volontari che vogliono offrire qualche ora del proprio tempo per sostenere la vertenza dello stabilimento di via Argine. Tutto in preparazione degli Stati generali di Scampia di metà marzo. E mentre continua il dialogo con il Partito democratico. Che, ieri, alla lettura del Corriere ha avuto un brutto risveglio.

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C’è imbarazzo, a tratti arrabbiatura, per l’uscita a gamba tesa di Piero De Luca. Che a Salerno ha annunciato che il 17, in direzione regionale, il Pd «farà la propria scelta, confermerà il governatore uscente quale candidato, metterà in campo una coalizione di centrosinistra ampia che guardi a sinistra, ma anche al campo moderato, riformista e a tutte le categorie dinamiche, imprenditoriali e ai professionisti della Campania». Cioé il figlio ricandida il padre. «Ma come gli è saltato in mente? Non lo doveva dire lui», dicono al Nazareno. Perché, pare, il segretario Nicola Zingaretti fosse pronto a dichiarare il sostegno del Pd a De Luca. Anche perché, con franchezza, non ci sono evoluzioni coi 5 Stelle. Anzi sono negative, visto che gli attivisti si sono rivoltati contro Roberto Fico e l’ala più dialogante dei grillini. «Nessuno ha messo in dubbio De Luca», dice un alto dirigente dem. Certo se si riaprisse il tavolo coi i 5 Stelle. E a sponsorizzarlo, ancora una volta, è il vicesegretario nazionale Andrea Orlando: «Penso che dobbiamo insistere su questa linea, vogliamo fare l’alleanza e se non si fa gli elettori devono sapere di chi è la responsabilità... Se si fa l’alleanza bene, se non si fa è giusto che la gente sappia chi rischia di avvantaggiare Salvini».

Da qui la forzatura di De Luca jr, a questo punto con l’assenso del genitore. A Napoli a fare arrabbiare il segretario provinciale, Marco Sarracino, sarebbe stata, invece, la data della convocazione della direzione regionale del Partito. Che, tra l’altro, s’è riunita una sola volta dopo l’estate e poi mai più. «Perché si convoca una direzione a pochi giorni dalle suppletive e dall’arrivo di Zingaretti a Napoli?», avrebbe sbottato con i suoi. Minacciando la possibilità di farla saltare. Effettivamente il 20 il segretario nazionale dem torna in città per chiudere la campagna elettorale di Sandro Ruotolo. «Hanno voluto forzare», ma e
ffettivamente questo continuo tentennare rischia di depotenziare un’eventuale ricandidatura di De Luca. «Non esiste nessuna votazione pro o contro De Luca — spiega il presidente dei dem regionali, Nicola Landolfi, un eretico deluchiano —. L’ordine del giorno è la situazione politica, le elezioni regionali e le prossime iniziative. Sarà il segretario, nella sua relazione, a dire che il Pd è al fianco di De Luca. Mi sembra normale, una consuetudine. Nessuno ha mai messo in dubbio che il candidato sia il presidente uscente».

5 febbraio 2020 | 09:58

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