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Edizione del 31/03/2021
Estratto da pag. 1
Borghi: ho chiesto che Copasir vigili sul caso Sputnik. A decidere è lo Stato
Il parlamentare dem: il problema è scientifico ma anche politico. Tutta questa operazione è usata in maniera propagandistica da Mosca
L’intervista

Mezzogiorno, 31 marzo 2021 - 08:10

Borghi: ho chiesto che Copasir vigili sul caso Sputnik. A decidere è lo Stato

Il parlamentare dem: il problema è scientifico ma anche politico. Tutta questa operazione è usata in maniera propagandistica da Mosca

di Simona Brandolini

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«L’ambasciatore Terracciano (che ha messo in contatto De Luca con il fondo russo) è un rappresentante dello Stato italiano, non delle Regioni». O ancora: «La Costituzione si rispetta anche in guerra (per De Luca in guerra ci si muove rapidi)». E infine: «Chiederò che il Copasir si occupi di tutti gli aspetti di questa vicenda, contratti compresi». Il caso di cui si dibatte ormai da giorni è quello del vaccino Sputnik «opzionato» da Vincenzo De Luca e da un altro paio di presidenti di Regione. A parlare è Enrico Borghi, parlamentare dem, componente del Copasir nonché responsabile Sicurezza del Nazareno lettiano.

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Borghi che idea s’è fatto della corsa autonoma al vaccino?

«Prima cosa va detto che il presidente Draghi ha cambiato impostazione: ha gerarchizzato le procedure, quindi la fornitura, acquisizione e distribuzione dei vaccini, è esclusivamente fatta dallo Stato. Occorre evitare quello che io chiamo il turismo del vaccino fai-da-te e stare nel perimetro indicato dal presidente del Consiglio».

Ma le Regioni, però, si stanno muovendo.

«Quello che ci deve preoccupare è l’inefficienza complessiva del sistema, l’incapacità di far fronte ai diritti di cittadinanza di tutti cittadini. Per questo la gestione non può essere affidata alle Regioni, rammento a tutti la polemica con Zaia sugli intermediari».

Ma Zaia avvertì l’Unità di crisi di essere stato contattato. Nel caso campano pare non sia così.

«Io non so qual è l’accordo e con chi abbia parlato De Luca. Ma punto primo: Sputnik V non è approvato dall’Ema. Non è sul mercato europeo e la produzione è a rischio. Non è la politica a decidere se un vaccino sia efficace, ma la scienza. E nel mondo scientifico c’è un dibattito aperto perché i dati non sono completi, quindi c’è una dilatazione dei tempi, e dunque in prospettiva anche un’eventuale riduzione del valore sul mercato del vaccino stesso. Altro aspetto riguarda, sempre la scienza, non si sa se Sputnik sia efficace contro le varianti».

Poi c’è il tema della produzione. La Russia non è in grado di produrne in grandi quantità.

«Infatti il fondo russo ha siglato contratti per produrre in India, in Corea, in Cina, in Turchia ma non sappiamo se quegli impianti siano conformi per l’Ema. Inoltre ha siglato contratti con l’Unione africana. È ragionevole pensare che nei prossimi sei mesi non vi siano consegne significative. Infine c’è un aspetto che riguarda la geopolitica».

Cioè?

«Tutta questa operazione viene avanzata in maniera propagandistica dalla Russia: se le autorizzazioni andassero per le lunghe, per motivi oggettivi di cui abbiamo parlato, partirebbe un’ondata di speculazione antioccidentale da parte della Russia. Bisogna stare attenti anche a questo aspetto».

Cioé sta dicendo che De Luca e i presidenti che stanno chiudendo accordi con la Russia stanno entrando a gamba tesa in una vicenda molto delicata?

«Negare queste cose è da ingenui. Capisco che un governatore voglia vaccinare più possibile, ma chi ha una responsabilità superiore deve avere uno sguardo d’insieme ampio. Per questo ho chiesto che il Copasir venga investito formalmente di questi e altri aspetti, anche di questi contratti. Che non riguardano solo Sputnik. L’emergenza sanitaria è un tema di sicurezza nazionale. A De Luca e ad altri sfugge la complessità. Non è un caso che esista la sussidiarietà e quindi Draghi applichi l’articolo 120 della Costituzione. Rimettendo la Chiesa al centro del villaggio».

31 marzo 2021 | 08:10

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