gazzettadireggio.gelocal.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 5351
Edizione del 28/03/2021
Estratto da pag. 1
Bonaccini all’attacco dei medici no-vax: «Che cambino lavoro» Reggio
Il presidente della Regione ha duramente criticato il personale sanitario che ha rifiutato il vaccino contro il Covid: «Scandaloso che restino al loro posto»
REGGIO EMILIA. Gli operatori sanitari che rifiutano il vaccino contro il Covid? Non possono restare al loro posto. A dirlo, facendosi in realtà interprete di un sentire piuttosto comune, è stato ieri il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini.Che, nel corso di un’intervista a “Mezz’ora in più” su Rai3, non ha usato mezzi termini: «Infermieri e medici devono essere vaccinati. È scandaloso che chi deve tutelare la propria vita e quella degli altri rimanga al suo posto se non si vuole vaccinare, sarebbe clamoroso che restasse al suo posto. È necessario inserire una norma per cui chi si rifiuta di vaccinarsi vada a svolgere un’altra mansione». Norma che, ha aggiunto, è «fiducioso» venga adottata quanto prima.Bonaccini ha poi parlato della riunione tra Stato e Regioni prevista per oggi: «Diremo che c’è bisogno di stringere i bulloni», alla macchina avviata per le vaccinazioni, spiegando che all’incontro parteciperanno per il governo il ministro Maria Stella Gelmini, Fabrizio Curcio per la Protezione civile e il commissario per il covid Francesco Paolo Figliuolo.Col premier Draghi invece «ci incontreremo dopo Pasqua». Entro il 3 aprile, ha ricordato Bonaccini «arriveranno circa quattro milioni di dosi. Ho parlato con il generale Figliuolo anche questa mattina (ieri, ndr). Sono previste oltre un milione di dosi di Pfizer, oltre mezzo milione di Moderna e oltre 1,3 milioni di AstraZeneca. Se sarà cosi possiamo fare tanto e bene. Non manca l’organizzazione, mancano le dosi». Sull’ipotesi che qualche regione possa acquistare il vaccino russo Sputnik, invece, il presidente dell’Emilia-Romagna è stato lapidario: «Nessuno può acquistarle, anche volendo. Nessuna regione può acquistare vaccini senza l’autorizzazione di Ema o Aifa».Senza considerare il fatto che, «se una Regione da sola acquistasse delle dosi, credo che il generale Figliuolo chiederebbe che quei vaccini che arrivano vengano suddivisi per tutti gli italiani. Siamo una nazione, non siamo solo venti piccole patrie». Altro tema centrale è poi la riapertura delle scuole.Ma anche in questo caso, ha ricordato Bonaccini, a livello locale c’è poco spazio di manovra oltre a quello concesso da Roma: «Le Regioni non possono allargare le maglie» rispetto una decisione del Governo, «possono eventualmente restringere ulteriormente a fronte di casi particolari nella propria regione. Per quanto mi riguarda mi attengo a quel che ha deciso il Governo e in Emilia-Romagna, dopo Pasqua, riapriremo fino alla prima media. È giusto che a fronte di una curva pandemica, che pur in maniera timida sta cominciando a scendere, si preveda dopo Pasqua che fino alla prima media si possa tornare a scuola. Come peraltro faceva il governo Conte quando nelle zone rosse si chiudeva solo dalla seconda media in su».Rispetto all’andamento della campagna vaccinale in regione – che sabato ha superato le 800mila dosi somministrare agli emiliano-romagnoli – Bonaccini ha concluso annunciando come «a breve» saranno aperte le agende di prenotazione anche per la fascia di età fra i 70 e i 74 anni: «In Emilia-Romagna entro fine aprile tutti gli ultra 80enni saranno vaccinati con le due dosi, + evidente che si deve vaccinare prima chi ha più fragilità e rischia più la vita».Quindi, terminata questa fascia di età, «riprenderemo anche con i professori universitari». —RIPRODUZIONE RISERVATA