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Edizione del 29/03/2021
Estratto da pag. 1
Carige e le due fazioni di Toti con Arcuri e Cimbri con Montani che si contendono il destino della banca ligure
[GettyImage] Logo Carige - ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty ImagesUscita definitivamente di scena Cassa centrale banca (Ccb), sul futuro diCarige aleggiano numerose incognite, ma vanno delineandosi due stradeprincipali per condurre in salvo una volta per tutte il gruppo genovese. Laprima parte dal capoluogo ligure e in particolare dal Palazzo della Regione dadove dirige i lavori Giovanni Toti e arriva sino a Roma, alla sede dellasocietà pubblica Invitalia, guidata da Domenico Arcuri e azionista unica delMediocredito centrale. La seconda strada trova due snodi importanti a Bologna,sede dell’Unipol di Carlo Cimbri, e Milano, dove si trova la Mediobanca guidatada Alberto Nagel, e incontra una figura chiave in Piero Montani, il primoamministratore delegato di Carige arrivato nell’ottobre del 2013 per rimetterein piedi la banca dopo l’uscita di Giovanni Berneschi e sostituito nel 2016 daGuido Bastianini (oggi ad di Monte dei Paschi di Siena).[gif][librocarig] A sinistra, la sede di Carige. A destra, Giovanni Berneschi alla riunione dell’Abi del maggio 2014 – foto di Franco Cavassi / AGFAd aprire le danze è stato il governatore Toti, che in una intervista a Repubblica Genova del 17 marzo scorso, ha dichiarato che “mettere insieme trepoderosi interventi pubblici come quelli di Carige, Mps e Bari può avere unsenso, se l’obiettivo finale è quello di creare una solida banca pubblica,molto radicata nei territori di riferimento, senza toccare i marchi el’occupazione. Perché questo accada, sarebbe necessario che al di sopra delletre banche ci fosse una holding pubblica, un cappello unico sotto il quale simuoverebbero con la loro autonomia gli istituti”. Insomma, Toti si è fattosponsor di una fusione a tre tra Carige, Montepaschi, in questa fase in cercadi un gruppo dentro cui confluire così da permettere al Tesoro oggi al 64% diuscire dal capitale, e Popolare di Bari. E siccome quest’ultima è già finitasotto le insegne di Mediocredito centrale (nell’ambito di una operazione inforte perdita per il Fondo interbancario di tutela dei depositi, oggi primosocio all’80% della stessa Carige) che a sua volta fa capo a Invitalia, nonstupisce che nei giorni scorsi il sito Dagospia abbia riferito che l’excommissario straordinario per l’emergenza Covid, Arcuri, avesse messo gli occhisul dossier Carige.Stando a indiscrezioni, questo disegno di salvataggio che va a collocare labanca ligure in un’orbita pubblica sarebbe quello maggiormente gradito alla“vecchia guardia” di dipendenti un tempo vicini a Berneschi. Gli stessi che,nei giorni scorsi, avevano tifato per Ccb, operazione nell’ambito della qualeaveva lavorato come consulente Ennio La Monica, già direttore generale diCarige proprio nell’era Berneschi. E gli stessi che sembrano invece accoglierein maniera piuttosto tiepida la possibilità di un ritorno di Montani. [gif][modianoinn] Firma accordo Regione Liguria Carige, al centro il governatore Toti con due ex commissari – SERGIO OLIVERIO ImagoeconomicaNell’ambito di questa dialettica, la risposta della “fazione avversaria” chetrova in Montani il suo uomo di riferimento non si è fatta attendere. Così, inuna intervista al Sole 24 ore del 18 marzo, interpellato sulla possibilità diun intervento della partecipata Bper su Carige, il numero uno di Unipol,Cimbri, è stato alquanto possibilista: “Penso che un ceo abbia il dovere divalutare tutte le opportunità, senza preclusioni”. E poiché il nuovo ad sceltoper la banca modenese è quello stesso Montani nato a Genova nel 1954 che ha giàtentato una volta il salvataggio dell’istituto ligure, c’è chi ha consideratoquella del timoniere di Unipol un’apertura netta nei confronti di Carige.L’obiettivo finale di Cimbri, con l’aiuto e la consulenza della Mediobanca diNagel, potrebbe essere quello di unire le sorti di Bper e Banco Bpm (operazionedi cui si è parlato molto negli ultimi mesi), incastrando nel puzzle anche laPopolare di Sondrio e la banca ligure. In questo modo, la “galassia” Unipol,con l’aiuto di Banco Bpm, andrebbe a risolvere il problema Carige, ormai benchiaro al governo Draghi,
evitando la “patata bollente” Mps.[gif][GettyImage] Carlo Cimbri, Ceo del Gruppo Unipol. Roberto Serra – Iguana Press/Getty ImagesSe effettivamente questo piano dovesse andare in porto, non sarebbe certo laprima volta che si incrociano i destini di Unipol e Carige: sorvolando sulcoinvolgimento dell’ex presidente Berneschi nella scalata tentata dallacompagnia assicurativa bolognese (all’epoca guidata da Giovanni Consorte) a Bnldel 2005, le cronache finanziarie dell’estate del 2013 raccontarono di unultimo, disperato tentativo dello stesso Berneschi di restare in sella grazie aun’unione di intenti con Unipol, con l’aiuto di Coop Liguria. Quel progettoandò però a scontrarsi contro la volontà di Cimbri e di Mediobanca, con laquale il gruppo bolognese era entrato in sintonia grazie all’acquisizione diFondiaria-Sai. Successivamente, stando a indiscrezioni, la banca diinvestimento di Piazzetta Cuccia si era schierata al fianco di AndreaBonomi, tra il 2014 e il 2015 interessato a rilevare una partecipazione diCarige, ma il finanziere fu “bruciato” sul tempo dall’ingresso nell’azionariatodella famiglia Malacalza.Di più: il nome di Unipol tornò a circolare per un possibile salvataggio diCarige nell’autunno “caldo” del 2017, quando l’allora ad Paolo Fiorentino stavapreparando un nuovo aumento di capitale. Anche allora però non se ne fece nullae il gruppo assicurativo bolognese si limitò a diventare socio della bancaligure con una piccola quota a seguito della conversione di azioni subordinate,per poi vendere la partecipazione poco dopo.Leggi anche: Banca Carige e Popolare di Bari sono la Caporetto del Fondointerbancario: in fumo 1,7 miliardiChe sia la volta buona per Unipol e Carige e che le due riescano a unire unavolta per tutte i loro destini? O invece per salvare le sorti della bancaligure prevarrà il disegno pubblico di Toti e Arcuri? La situazione è indivenire e il Fitd, primo socio di Carige, studia le proprie mosse,perfettamente conscio che ormai il dossier è seguito anche dal presidente delConsiglio Mario Draghi e dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, oltre chedalla Banca d’Italia. In quest’ottica, c’è chi fa anche i nomi di altrisoggetti, tipo Unicredit, che sarebbero, se non proprio fortemente interessatialla banca ligure (che a ogni modo ha già fatto sapere che c’è un piccolo“tesoretto” fiscale a disposizione di chi se la compra, purché abbia utili),almeno intenzionati a evitare di doversi sobbarcare la grana Mps. E c’è poi chifa notare che se con l’ex premier Giuseppe Conte il piano di Arcuri sarebbestato attentamente valutato, ci sono meno possibilità che questo avvenga conDraghi, specialmente dopo il benservito dato al numero uno di Invitalia comecommissario per l’emergenza Covid.