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Edizione del 28/03/2021
Estratto da pag. 1
«Tanti baresi spaventati dal viruse dal futuro, ma la mia città ripartirà»
Il primo cittadino di Bari e presidente Anci invita a rispettare le regole«Molta gente mi scrive perché ha bisogno di aiuto, anche psicologico»
L’intervista

Mezzogiorno, 28 marzo 2021 - 09:38

«Tanti baresi spaventati dal viruse dal futuro, ma la mia città ripartirà»

Il primo cittadino di Bari e presidente Anci invita a rispettare le regole«Molta gente mi scrive perché ha bisogno di aiuto, anche psicologico»

di Bepi Castellaneta

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Sindaco, lei coltiva da sempre un filo diretto con i suoi concittadini. Come stanno i baresi in questa fase drammatica? «Sono spaventati: hanno paura del virus, ma anche del futuro. Lo dimostrano i tanti messaggi che sto ricevendo». La gente che cosa le scrive?«In tanti sono provati psicologicamente, ci sono persone che hanno perso familiari, amici. Ci sono contagiati che sono a casa e hanno bisogno di ogni tipo di aiuto. E poi ci sono quelli in cassa integrazione, molti hanno smesso di lavorare e non hanno più ripreso. Stiamo cercando di sostenere tutti in ogni modo». La situazione appare sempre più grave. E lei ha deciso di lanciare un allarme su Facebook invitando al rispetto delle regole. Però il lungomare, tanto per fare un esempio, continua a essere affollato. «Forse una parte della popolazione è stanca. Ma bisogna tenere duro. Il dovere dei sindaci è quello di non nascondere nulla e dire come stanno le cose». Servirebbero anche più controlli. «Facciamo il possibile, dobbiamo fare i conti con i mezzi che abbiamo». Com’è la situazione a Bari?«Secondo gli ultimi dati disponibili, ci sono 4.264 positivi e 6.041 persone in isolamento. Purtroppo ci sono 503 casi ogni centomila abitanti. Questo poi è un periodo delicato». Per quale ragione? «Per il rischio di nuovi focolai familiari. Ai baresi lo dico chiaro e tondo: a nessuno venga in mente di organizzare pranzi con parenti in occasione delle feste di Pasqua, si tratta di situazioni estremamente pericolose in cui, anche inconsapevolmente, la gente tende ad abbassare la guardia». Lei la guardia la teneva molto alta durante il lockdown, i video dei suoi controlli per le vie della città hanno fatto il giro del mondo. C’è chi pensa che adesso il sindaco si sia ammorbidito.«Si tratta di due fasi diverse: all’epoca chiunque uscisse di casa non era in regola, ora vanno rispettate le disposizioni previste per la zona rossa». È passato più di un anno dall’inizio della pandemia. Qual è la cosa che l’ha maggiormente turbata?«La visita al reparto di terapia intensiva del Policlinico, era il 13 novembre del 2020. Ho visto gente che non riusciva a respirare, non lo dimenticherò mai». E qual è il momento che le ha fatto provare più di ogni altro un moto di speranza? «Mi ha emozionato l’incontro del 30 maggio scorso con i 720 volontari che hanno collaborato con il Comune: neanche si conoscevano tra loro, sono accorsi solo per aiutare gli altri in un momento così drammatico per la nostra città». Durante la prima sera di coprifuoco, il 10 marzo del 2020, lei fece una passeggiata in via Argiro e non trattenne le lacrime. A distanza di un anno come è cambiato il suo stato d’animo?«Se guardo i numeri è lo stesso, se penso che c’è il vaccino mi sento più fiducioso e scorgo un po’ di luce in fondo al tunnel». Per la verità la campagna procede faticosamente. «Il problema è la carenza delle dosi». C’è anche quello dei furbi, per non parlare dell’interpretazione allargata delle cosiddette categorie essenziali.«Posso dire che quando in Parlamento è stato proposto di vaccinare subito i sindaci ho detto no grazie. Io aspetterò il mio turno, che arriverà quando toccherà alla mia fascia di età». Fatto sta che le somministrazioni non hanno ancora raggiunto il ritmo sperato.«Dobbiamo attendere l’incremento delle forniture. Intanto come Comune facciamo la nostra parte: abbiamo portato i punti vaccinali da 8 a 29, siamo pronti ad arrivare subito a 60. Io stesso poi ho lanciato il primo appello ai medici di base affinché venisse raggiunto un accordo che sembrava ancora lontano». Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha deciso di acquistare lo Sputnik dalla Russia. Che ne pensa? «Sono cos
e che deve gestire il governo». A proposito di governo: il premier, Mario Draghi, ha annunciato che dopo Pasqua riapriranno tutte le scuole fino alla prima media. Lei è favorevole al ritorno in classe? «Sì, se le condizioni lo permetteranno. Gli studenti, in particolare i più piccoli, hanno perso tanto in termini di socializzazione. È qualcosa che è difficile da recuperare». La Puglia è sempre stata terreno di scontro su questo punto, il governatore Michele Emiliano ha accordato ai genitori la possibilità di scegliere la didattica a distanza per i figli. Pensa sia un modello replicabile? «Dipende dai numeri. Il Comitato tecnico scientifico dice che sui contagi incide tutto ciò che è attorno alla scuola».Vale a dire? «La gente che aspetta all’uscita, i possibili assembramenti nei corridoi durante la fase di ingresso. In ogni caso faremo il possibile per far recuperare la socializzazione ai bambini». Come? «Con i centri estivi, lo abbiamo fatto anche l’estate scorsa». L’organizzazione del G7 delle finanze, la visita del Papa e l’incontro con i vescovi del Mediterraneo, il boom turistico, l’apertura del teatro Piccinni: fino a poco tempo fa Bari era in una fase di grande espansione. C’è il rischio di dover ripartire da zero?«Stiamo facendo il possibile perché questo non avvenga». In che modo? «Continuando a lavorare: abbiamo completato il parco nella Rossani e quando sarà possibile lo inaugureremo, è terminata la riqualificazione di una parte dell’ex mercato del pesce di piazza del Ferrarese che diventerà una delle sedi polo dell’arte contemporanea. E poi la città di recente è tornata in vetrina».In che occasione?«Penso alle immagini del film con Sophia Loren e alla fiction Lolita Lobosco su Ra1. Sono certo che Bari saprà ripartire con lo stesso slancio di prima». Però i problemi ci sono. Basti pensare alla Fiera. Qual è il destino della Campionaria?«In Fiera si fa la Fiera. Punto». Adesso c’è un ospedale. «C’è un’emergenza sanitaria e il Policlinico ha chiesto di occupare quegli spazi. Poi tornerà tutto come prima. Se ci sono progetti per utilizzare alcuni spazi per attività di innovazione, cultura e tempo libero, allora è un altro discorso».Vale a dire?«Chi è interessato dovrà parlare con l’ente Fiera, che valuterà». Un ruolo importante nel rilancio lo giocherà anche il governo. «Abbiamo un ottimo rapporto con l’Esecutivo». Allora non è vero che è a trazione lumbard?«Direi proprio di no. I ministri Carfagna e Brunetta hanno fatto passi concreti per il Sud». A cosa si riferisce? «Al via libera per l’assunzione di 2.800 tecnici per la gestione dei fondi europei di coesione e alla decisione di intervenire sui Lep, i livelli essenziali di prestazione». Il rilancio passerà anche per il turismo?«Ho già parlato tre volte col ministro Garavaglia». Di che cosa?«Pensiamo di attivare progetti che prevedono sinergie tra grandi città e piccoli borghi. E poi sono allo studio campagne di comunicazione e finanziamenti per far ripartire le strutture ricettive».Ma lei che estate si aspetta?«Penso che i contagi si abbasseranno. E se una persona rigorosa come il ministro Speranza dice di essere ottimista, allora mi rassereno anch’io».



28 marzo 2021 | 09:38

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