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Edizione del 23/03/2021
Estratto da pag. 1
Lo stop al fai-da-te: chiude il Padiglione delle meraviglie
Stretta sui servizi alternativi: il Dpcm li vieta esplicitamente
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Quello che la Fondazione Sant’Orsola aveva chiamato il «padiglione delle meraviglie», nato per accogliere 99 bambini figli di sanitari in assenza della scuola e dei servizi all’infanzia, proprio per aiutare le famiglie nella gestione del lavoro ospedaliero e della dad, si è già dovuto svuotare di bambini ed educatori. Questo tipo di attività in zona rossa non si può fare: lo dice il Dpcm, sostengono le istituzioni. Quindi la Fondazione del policlinico sta provvedendo in altro modo: «Stiamo rimodulando il servizio, cercando educatrici e babysitter per spostare il servizio a domicilio. Ne abbiamo già trovate 15 e da domani (oggi, ndr) iniziamo. Abbiamo acquistato 400 kit di tamponi rapidi per fare il controllo a tutte le babysitter ed educatrici, se non vaccinate». Certo il numero delle richieste di medici e infermieri era stato molto più alto. Ma la Fondazione si dice fiduciosa: «Iniziamo a rimodulare per riuscirci» già da oggi.

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«Avviso» anche alla coopIntanto dalla questura è arrivata una telefonata alla cooperativa Open Group per il servizio, pubblicizzato su Facebook, in cui si offrono alle famiglie educatrici «per gestire in tutta sicurezza piccoli gruppi di bambini, aiutarli nello svolgimento della didattica a distanza e proporre attività educative e di gioco». Open Group spiega: «Il servizio non è partito, lo abbiamo lanciato dopo una serie di consulenze legali. Ci rifaremmo all’allegato 8 del Dpcm». Che consente attività ludico-ricreative per bambini sopra i 3 anni in piccoli gruppi, ma all’aperto. «Abbiamo avuto una chiamata dalla questura — conferma Open Group —, hanno raccolto delle informazioni, a questo punto attendiamo indicazioni dalle autorità e a quelle ci atterremo».

Il summit delle istituzioni«C’è stato un incontro con Comuni, Province e Prefettura — ha detto ieri l’assessora regionale alla Scuola Paola Salomoni — per avere un quadro della situazione e abbiamo condiviso dei punti fermi: siamo in zona rossa, la dad è un elemento emergenziale e qualunque altra attività deve essere svolta all’interno di protocolli che siano chiari e vadano nella direzione di ridurre l’impatto della terza ondata». Per essere chiari: «Nidi, micro-nidi, spazi giochi, scuole — dice Salomoni —, ovvero qualunque forma di condivisione di tempo e spazio per la fascia 0-3 è sospesa e anche su altre età il Dpcm individua dei vincoli, quindi la presenza di ragazzi insieme in uno spazio chiuso è da evitare. È possibile l’attività di babysitting, ma individuale». Andrà da sé che quelle associazioni, così come quelle parrocchie, che in queste settimane hanno consentito a bambini e ragazzi di fare per esempio la dad in gruppo, non potranno più proseguire in questi termini e dovranno virare, dove si potrà, su attività all'aperto e in gruppi piccolissimi, come fanno già alcuni servizi ludico-ricreativi gestiti principalmente outdoor. In sostanza, ha concluso ieri Salomoni: «Con le istituzioni abbiamo fatto il punto per ritrovare cardini comuni, quindi l’iniziativa privata deve restare dentro determinati canali».

Le difficoltà delle famiglieResta il tema, però, delle difficoltà delle famiglie. L’altro giorno il sindaco Virginio Merola ha lanciato l’appello: «Si estenda il bonus baby sitter anche a chi fa lo smart working», ha detto sui social. Ma ieri il presidente Bonaccini ha detto la sua: «Come Conferenza Regioni avevamo chiesto al governo il rifinanziamento del fondo per congedi e baby sitter e quel fondo è stato rifinanziato. Questo dà un minimo di ossigeno alle famiglie, per quanto non siano sufficienti in toto».

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