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Edizione del 22/03/2021
Estratto da pag. 1
SCENARIO COVID/ Siamo nella quarta ondata, mortalità in aumento per alcune settimane
L’epidemia non dà tregua, la campagna vaccinale cerca di trovare un passo piùspedito, le misure restrittive sembrano sempre le stesse, le strategie dicontenimento si basano ancora sui diversi colori delle regioni. Eppure nel girodi poche settimane la governance della lotta al Covid – capo della Protezionecivile, Commissario straordinario per l’emergenza, Comitato tecnico-scientifico– sono state investite da nuove nomine e pesanti ristrutturazioni. Ma è come sela discontinuità, colta e sottolineata da alcuni osservatori, facesse fatica afare capolino nell’opinione pubblica. Insomma, gli italiani si sono accorti diquesto cambio di scenario? E quali altre novità è lecito attendersi perchéprenda sempre più volto? Ne abbiamo parlato con il professor Luigi Fabbris,associato a Tolomeo Studi e Ricerche Srl di Padova e già professore diStatistica sociale all’Università di Padova.CAOS VACCINI, MORATTI ATTACCA ARIA LOMBARDIA/ “Inadeguati, ora soluzionidrastiche”Il governo Draghi ha cambiato tutta la linea di comando delle struttureanti-Covid: Commissario per l’emergenza, capo della Protezione civile, Comitatotecnico scientifico. Si può già parlare di discontinuità?Il governo Draghi ha subito cambiato gli organi tecnici in capo alle attivitàdirette a risolvere l’emergenza, lasciando al suo posto il ministro dellaSalute. La discontinuità ha riguardato le componenti tecnico-politiche, ossia idue organi monocratici (Commissario per l’emergenza e capo della ProtezioneCivile) che si erano distinti per la presenza sui mezzi di comunicazione, equella tecnica per definizione, il Comitato tecnico-scientifico (Cts). Il Cts èstato ridotto nella dimensione e nelle funzioni.Vaccino AstraZeneca, infermiera morta dopo prima dose/ Caos in Georgia: “nomalattie”E come valuta questa operazione?Va detto che il Cts è sempre stato un organo dalle modeste competenze tecniche,succube di scelte e di criteri di gestione dei dati decisi in sede politica, ein modo particolare dell’Istituto superiore di sanità (Iss), della Protezionecivile e delle Regioni. L’incapacità di modificare e rendere realmenteoperativo il sistema dei 21 indicatori del contagio è l’emblema di questaincompetenza. Tre di questi indicatori venivano utilizzati per decidere icolori delle regioni; tuttavia, da molti mesi, neppure quei tre sono utilizzatiper definire i colori delle regioni e delle province o, per essere più precisi,sono utilizzati solo a giustificazione aggiuntiva se sono coerenti con lescelte decise in base ad altri parametri.LOMBARDIA BOLLETTINO CORONAVIRUS 21 MARZO/ 90 morti, 4003 casi, +15 terapieintensiveQual è allora l’indicatore chiave che incide sulle scelte dei colori?L’indicatore principe oggi è il tasso di contagio determinato in base allaproporzione di nuovi casi sulla popolazione, il quale è virtualmente un ottimoindicatore di contagio, solo che si basa su dati assolutamente precari (comesono quelli dei nuovi casi in qualche modo rintracciati) e non fa parte dei 21di cui si è detto. Un altro indicatore decisionale è il protagonismo deipresidenti delle Regioni, che colorano la propria regione in modo diverso dalleindicazioni che danno i numeri.Come valuta il nuovo Cts?Il Cts del governo Draghi è diventato un “pastone istituzionale”, nel qualesono presenti rappresentanti di più organi tecnici, tra cui l’Aifa, laProtezione civile, la Conferenza delle Regioni, nonché lo stesso Iss. Nondiscuto sulla qualità delle persone, ma del mandato percepibile: di fatto, ilCts è un’appendice dell’Iss. Il millantato inserimento di competenzestatistiche e matematiche si è sostanziato nell’inserimento di una giovanericercatrice universitaria e di un simpatico ingegnere gestionale che, neltempo libero, si diverte interpolando funzioni di contagio. Tra l’altro,l’ingegnere si è dimesso pochi giorni dopo la nomina, poiché gli accademici glicontestavano di interpolare le funzioni per diletto e non per mestiere e di nonaver avuto sempre successo nelle previsioni; come se virologi ed epidemiologiche lo facevano per mestiere ci azzeccassero sempre. Ma è meglio fare undiscorso alla vo
lta.Accennava al fatto che il Cts è un appendice dell’Iss…Un osservatore esterno potrebbe dire: lasciamo lavorare il Cts, è appena statocostituito. Tuttavia, se si tratta di un canale per avallare le decisionidell’Iss, il Cts non serve. Già prima, l’Iss parlava senza consultare il Cts,figuriamoci ora che del Comitato è il baricentro. Inoltre, come cittadini,speriamo che la partecipazione al Cts delle persone che hanno ruoli pubblicisia a titolo gratuito, altrimenti li paghiamo due volte per la medesimafunzione. Se la partecipazione è invece a titolo oneroso, conviene sopprimereun ente inutile.È auspicabile che sul sistema informativo per gestire l’epidemia e la campagnavaccinale possano arrivare delle novità? Dove si dovrebbe intervenire?Se proprio vogliamo creare un organo di consulenza per risolvere i problemidell’epidemia – anzi delle epidemie, perché quando questa sarà un ricordo se nepresenterà un’altra – si crei un comitato di garanzia per la progettazione e lamessa in funzione di un sistema informativo-statistico (Sis) sulle epidemie.Come dovrebbe essere strutturato questo comitato di garanzia?Un comitato come questo dovrebbe essere composto da persone di alta qualitàstatistica e da rappresentanti dei portatori di interesse delle informazioniche produce. Dovrebbe avere un mandato a tempo, scaduto il quale il sistemacreato dovrebbe restare di competenza dell’Istat, o di un organo di gestioneche gode della fiducia dell’Istat. Il sistema dovrebbe informare in modotempestivo, analitico e integrato su dove, come e con quali effetti siverificano contagi in Italia, con un dettaglio territoriale almeno provinciale,nel senso che le aree entro le quali si cercano le informazioni devono avereuna dimensione provinciale e, almeno per il tempo in cui durano le epidemie,anche dimensioni inferiori alla provincia. Il Sis deve poi integrarsi con ilgià esistente flusso di informazioni di natura amministrativa generato dalsistema sanitario italiano.Per quanto dovremo convivere con il virus?Dovremo convivere con i virus. Il sovrappopolamento del pianeta e la prossimitàtra uomo e animali hanno già provocato varie epidemie (Sars, Mers, Aviariaeccetera). Ne avremo ancora nel futuro, anzi ne avremo diverse e a scadenzaravvicinata. Il coronavirus ha dimostrato di poter apparire e scomparire quandovuole, ritornando ogni volta com’era o variando la propria natura: la Sars dioggi è una variante, chissà come generata a Wuhan, della Sars di una ventinad’anni fa. Il dover convivere con i virus implica che dobbiamo trovare il mododi intervenire, con isolamento sociale e provvedimenti sanitari, quando isintomi si manifestano in forma statisticamente percepibile. Il dover conviverecon il virus non significa che l’emergenza non si possa chiudere se non ci sonodiffusi contagi.Che cosa intende dire?Vuol solo dire che dobbiamo stare attenti a non lasciare che i contagidiventino forme epidemiche difficili da contrastare. Rispetto a quella che ciangustia da oltre un anno, i virologi paventano il rischio che stiano agendovarianti del virus così sfuggenti da mettere in discussione la validità deivaccini. Nel futuro, le varianti saranno la norma e serve solo al folkloreaccademico il sapere quale lingua parlano: inglese, brasiliano eccetera. Alcittadino interessa solo sapere se i vaccini in commercio sono adeguati aneutralizzarle. Per quelle che non sono neutralizzabili con i vacciniesistenti, dobbiamo dare spazio alle nuove idee e finanziamenti alle ricerchemirate e, naturalmente, continuare a seguire le regole che prevengono ilcontagio. Ma dobbiamo stare attenti a una cosa.Quale?È utile ricordare che l’epidemia da aviaria, così detta perché si supponeva cheil virus fosse trasmesso dagli uccelli, non è mai diventata una pandemia, anziha avuto pochissimi effetti sulla popolazione mondiale. Alla fine della pretesapandemia, con un certo disappunto dell’Organizzazione mondiale della sanità(Oms), si è constatato che erano stati preparati troppi vaccini per un’epidemiainconsistente. Sono stati così smaltiti milioni di fiale di vaccinoinutilizzate. Paradossalment
e, nel caso del coronavirus, a causa vuoi del modopasticciato con cui l’Europa ha contrattato l’acquisto dei vaccini, vuoi dellefurbizie delle case farmaceutiche, rischiamo, se continuano a manifestarsisempre più varianti resistenti ai vaccini, di buttare milioni di fiale peraverle troppo a lungo attese. Sulla capacità di attivare ricerca specificatempestiva e di far funzionare un sistema informativo che funga da sentinellapresso la popolazione si giocano sia la credibilità del governo nazionale, siala possibilità per la Commissione europea di riscattare un’immaginecontrastata.C’è chi parla di terza ondata dell’epidemia, altri parlano di ultimo miglio. Inquale fase dell’epidemia siamo?Lasciamo stare la retorica dell’ultimo miglio che ci viene propinata ad ognicambio di vento. Purtroppo, i dati sull’epidemia non fanno presagire niente dipositivo nel futuro prossimo. Basta analizzare le curve del contagio e dellamortalità per Covid e si capisce che siamo nel pieno di una fiammata infettivae che la mortalità potrebbe crescere nelle prossime settimane. La curva deicontagi in Italia (Figura 1) rivela che, pur togliendo la tara delle fortifluttuazioni nel numero di tamponi realizzati, c’è una tendenza all’incrementodei contagi che le recenti restrizioni alla mobilità hanno in partecontrastato. Sembra che lo stesso fenomeno si sia verificato in Francia eGermania, seppure con ordini di grandezza diversi dai nostri. [20210322_fabbris_1]Figura 1. Nuovi casi di contagio (e media calcolata su 7 giorni) in Italia (Fonte: JHU CSSE COVID-19 Data)Che cosa ci mostra la Figura 1?Rende palese che, nel periodo che va dalla seconda metà di dicembre fino allaprima metà di febbraio, l’Italia è stata esposta a una terza ondata epidemica eche, dai primi di febbraio, sta invece agendo una quarta fiammata, piùimportante della terza per entità dei contagi, ma che sembra stia peravvicinarsi ad un tetto, dopo il quale dovrebbe iniziare la discesa.Naturalmente, se non se ne accende una quinta.L’incremento di contagi in Italia non si è tradotto in un altrettanto nettoincremento della mortalità. Tuttavia, la tendenza all’aumento della mortalità –dopo una tendenza alla diminuzione che è durata da metà gennaio ai primi giornidi marzo – dura da oltre due settimane ed è ben noto che la mortalità per Covidsi verifica una ventina di giorni dopo il contagio, come mostra la Figura 2.Quindi, la mortalità in Italia continuerà a crescere, o a non diminuire, perqualche altra settimana, prima di scendere decisamente.[20210322_fabbris_2]Figura 2. Numero di decessi (e media calcolata su 7 giorni) in Italia (Fonte:JHU CSSE COVID-19 Data)Analizzando la realtà epidemica di Israele, Regno Unito e Stati Uniti, Paesinei quali la vaccinazione è progredita più speditamente che in Italia, emergeche il contagio è nettamente in calo. Un esempio da seguire?In Israele, i nuovi casi d’infezione sono poco più di mille e i decessi siavvicinano a zero. Ciò significa che, se la popolazione è vaccinata in un tempobreve, si ottiene quasi l’annullamento dei contagi. La velocità con cuil’epidemia si sta estinguendo in Israele è la stessa con cui il contagio si eradiffuso, come si può vedere dalla Figura 3. Un aspetto collaterale del quasiannullamento dei contagi è che la mortalità per Covid si riduce anche inrapporto ai contagiati: se si rapportano i morti attuali con il numero dicontagi di 20 giorni prima in quel Paese (per il calcolo si fa riferimento aidati mediati su 7 giorni) si ottiene che i morti sono 0,4 ogni 100 contagiati,un valore che è nettamente inferiore al valore tipico durante l’epidemia dacoronavirus: il valore standard nel mondo è di poco superiore all’1%, mentre inItalia, oggi, è di 2,3% contagiati, ma nel passato è stato anche notevolmentesuperiore. [20210322_fabbris_3]Figura 3. Nuovi casi di contagio (e media calcolata su 7 giorni) in Israele (Fonte: JHU CSSE COVID-19 Data)Tutto questo che cosa significa?Si vuol dire che, con la vaccinazione di massa, non solo diminuiscono icontagi, ma diminuisce la mortalità in rapporto ai contagi. È probabile che ciòdipenda dalle mi
gliori cure dedicate ai pochi casi che arrivano negli ospedali,ma è un motivo in più per vaccinarsi.(Marco Biscella)(1-continua)— — — —Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazionedi qualità e indipendente.SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI© RIPRODUZIONE RISERVATA