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Edizione del 18/03/2021
Estratto da pag. 1
DENTRO IL NUOVO CTS/ Snello e con più competenze: Draghi vuole anticipare il virus
Pur in una situazione epidemiologica difficile per l’aggressività dellevarianti del Covid e per la confusione che si è creata in merito alla sicurezzadei vaccini, Mario Draghi non ha mai smesso di tenere la barra dritta sullagovernance dell’emergenza sanitaria, imprimendo, in poche settimane, unaclamorosa tripla virata. Si chiedeva discontinuità, è discontinuità è stata.UN ANNO DI COVID/ Blangiardo (Istat): a gennaio 8.500 morti in più, il 75% alNordLa prima strambata è arrivata il 26 febbraio, quando Draghi ha nominatoFabrizio Curcio capo dipartimento della Protezione civile. L’obiettivo?Affidare una macchina delicata e complessa a chi ne conosce a fondo ilfunzionamento. Curcio in quella macchina era salito nel 2007 chiamato da GuidoBertolaso e ne era poi diventato il “conducente” nel triennio 2015-2017, quandosi era dimesso per motivi personali lasciando il posto ad Angelo Borrelli, delquale ora ha preso il posto.CASO ASTRAZENECA/ Scienza e politica: un rapporto da rifondare nel RecoveryIl 1° marzo è cambiato anche il Commander in chief delle operazioni anti-Covid:Domenico Arcuri, dopo aver dato le dimissioni, è stato sostituito nel suoincarico di Commissario straordinario per l’emergenza dal generale FrancescoPaolo Figliuolo, che arriva dal settore della logistica militare, ambito,quello della logistica, in cui Arcuri – dall’approvvigionamento dellemascherine all’idea delle primule per la campagna vaccinale – non aveva certodato prove brillanti.E ora è toccato al Comitato tecnico scientifico, la “mente” delle (misteriose)analisi numeriche, dei (confusi) protocolli di contenimento e delle (ondivaghe)strategie di contrasto anti-Covid che ha accompagnato tutta la stagione delgoverno Conte 2. Il vecchio Cts, costituito il 3 febbraio 2020 con competenze“di consulenza e supporto alle attività di coordinamento per il superamentodell’emergenza epidemiologica dovuta alla diffusione del coronavirus”, eracomposto da 26 “esperti e qualificati rappresentanti degli enti eamministrazioni dello Stato”. E’ nato, insomma, con un difetto di origine: unComitato tecnico più “politico” e “burocratico” che “scientifico”, visto chemancavano, per esempio, epidemiologi o statistici, che invece sono presenti neicomitati tecnici di altri paesi.Crisanti "Troppi morti Covid rispetto a contagi"/ "Qualcosa non va, via testrapidi"Ci sono voluti 13 mesi di navigazione a vista – all’inizio tra onde tempestose,quando è scoppiata l’epidemia a causa di un virus sconosciuto, poi incondizioni di preoccupante e deprimente bonaccia – per cambiare volto allalinea di comando e all’equipaggio della “nave vedetta” anti-Covid. Come silegge in una nota, nel nuovo Cts “saranno coinvolti esperti appartenenti nonsolo al campo scientifico-sanitario ma anche ad altri settori, come ad esempioal mondo statistico, matematico-previsionale o ad altri campi utili a definireil quadro della situazione epidemiologica e ad effettuare l’analisi dei datiraccolti necessaria ad approntare le misure di contrasto alla pandemia”.Anche il Cts, dunque, è chiamato a rispettare le nuove parole d’ordine diDraghi: accelerare e cooperare. Accelerare: il Comitato dovrà infatti cercaredi fermare l’avanzata del virus usando dati il più possibile aggiornati, cosìda anticiparne le intenzioni. Cooperare: nel Comitato entrerà un rappresentantedella Conferenza delle Regioni e Province autonome, con il chiaro intento dicoinvolgerle nelle valutazioni e nelle scelte operative, devitalizzando sulnascere quelle polemiche reciproche che in passato hanno fatto perdere tempoprezioso, ritardando le decisioni.Innanzitutto Draghi ha snellito, anzi più che dimezzato, il Cts: ora icomponenti sono 12 e non più 26. “Questa riduzione è un fatto positivo, comecriterio di efficienza e di ottimizzazione del lavoro – osserva Stefano Terna,co-fondatore e amministratore delegato di TomorrowData (sviluppo enell’implementazione di algoritmi di Intelligenza artificiale), che cura suMondo Economico un aggiornamento in tempo reale dell’indice Rt –. Vedoaltrettanto molto positivamente l’ingresso di figure del mondo stati
stico ematematico previsionale”.Anche se a determinare la svolta può aver contribuito la volontà didepotenziare un Comitato troppo ingombrante, spesso inconcludente e sempresordo a ogni richiamo, suggerimento o consiglio, Draghi non ha certo intentipunitivi, e lo dimostrano le conferme di Franco Locatelli, presidente delConsiglio superiore di sanità, nel ruolo di coordinatore e di SilvioBrusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, come portavoce unico.Ma senza dubbio il presidente del Consiglio, e a seguire comunità scientifica eopinione pubblica, si aspettano un cambio di spartito. Per mesi, martellante emonotono, il Cts ha continuato imperterrito in una diuturna litania di numeri,battendo, insistentemente, quasi fastidiosamente, sui medesimi tasti: nuovicasi, numero dei tamponi, ospedalizzazioni, ricoveri nelle terapie intensive,decessi. Il tutto poi distillato attraverso un algoritmo tenuto segreto come laricetta della pozione magica di Asterix preparata dal druido Panoramix.“Mi auguro – è l’auspicio di Terna – che proprio grazie ai nuovi componenti ealle nuove professionalità del board sarà possibile introdurre degliammodernamenti del calcolo dell’indice Rt, scegliendo di utilizzare tecniche,sicuramente disponibili e note, tali da ottenere dati più velocemente etempestivamente. Lo dico perché siamo in un momento in cui il ritardo nelcalcolo dell’Rt è ormai di dominio pubblico, ma dobbiamo evitare di tornareall’uso del conteggio giornaliero dei nuovi casi o dell’incidenza, perché nonconsentono di monitorare davvero lo stadio dell’epidemia”.L’opacità dell’indice Rt non è la sola pecca del Cts prima versione. La rivistaNature, del resto, ha smontato – errore per errore, silenzio per silenzio,omissione per omissione – lo storytelling (costruito dal duo Conte-Casalino)del “modello italiano”: la confusione sugli asintomatici o sull’uso dellemascherine, i responsabili dei migliori centri di ricerca clinica ebiotecnologica, che proponevano di aumentare la capacità diagnostica sfruttandoil potenziale dei loro centri di ricerca accademici, che rimanevano senzarisposta, i documenti secretati per lungo tempo, la pletora diautocertificazioni, le repentine retromarce sui protocolli, un’Italia al terzoposto nel mondo per morti ogni 100mila abitanti.Ora, sotto l’incalzare delle varianti e con una campagna di vaccinazioni su cuisi gioca la scommessa di un ritorno alla normalità per un’Italia stremata, loscenario è cambiato rispetto alla prima e alla seconda ondata e, diconseguenza, dovrà cambiare passo anche il Cts. Per fare cosa?“Il nuovo Cts – risponde l’epidemiologo Cesare Cislaghi – deve rafforzare unsistema informativo carente, intervenire su una serie di indicatori che nonfunzionano, innescare dei processi di ricerca e di valutazione più solidi dalpunto di vista dell’evidenza scientifica e mettere mano a indaginiepidemiologiche anche agili. Quanto alle strategie, siamo così sicuri che lacolorazione delle Regioni sia la strada giusta? Perché a inizio febbraio lehanno messe tutte in giallo e 15 giorni dopo è ripartita l’ondata?”.Rigore scientifico, lucidità di analisi, tempestività d’azione. Al nuovo Cts insalsa draghiana spetta il compito di riprendere in mano il timonedell’emergenza sanitaria, fornendo al governo la bussola e le vele per trovareil vento giusto che ci faccia uscire dalle secche, anche della crisi economica,perché senza sicurezza e salute non c’è possibilità di vera e duratura ripresa.Insomma, con questi chiari di luna – in piena terza ondata e con una campagnavaccinale da condurre in porto – serve un Cts formato Luna Rossa.— — — —Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazionedi qualità e indipendente.SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI© RIPRODUZIONE RISERVATA