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Edizione del 06/03/2021
Estratto da pag. 1
«Fico bravo ma senza esperienza. Più difficile ora l’intesa Pd-M5S»
Il filosofo Roberto Esposito: «Maresca? Un buon magistrato, ma sfida un politico»
l’intervista

Mezzogiorno, 6 marzo 2021 - 09:15

«Fico bravo ma senza esperienza. Più difficile ora l’intesa Pd-M5S»

Il filosofo Roberto Esposito: «Maresca? Un buon magistrato, ma sfida un politico»

di Gimmo Cuomo

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Già subito dopo l’annuncio del ritorno in campo di Antonio Bassolino, il filosofo Roberto Esposito espresse apprezzamento per la candidatura dell’ex sindaco. Alla luce degli ultimi sviluppi interni al centrosinistra nazionale e locale continua a ritenerla la migliore possibile.

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Professore, proviamo a ricapitolare: la data delle elezioni comunali è stata rimandata all’autunno, nel centrosinistra si litiga. Il Pd napoletano è sotto accusa da parte di Clemente Mastella, di Italia Viva e dei fedelissimi del governatore De Luca, per la disponibilità a convergere sul nome del presidente della Camera Roberto Fico. Più che di fronte a un cantiere aperto pare di trovarsi davanti a un cumulo di macerie, non trova? «D’accordo. Con l’aggravante di quello che è appena successo a Roma, mi riferisco, naturalmente, alle dimissioni del segretario del Pd Nicola Zingaretti, che proiettano più di un’ombra sull’alleanza Democrat-Cinquestelle, potremmo dire sulla linea Zingaretti-Bettini. Certo, potrebbe anche darsi che il segretario pd abbia giocato la carta delle dimissioni per rafforzarsi. Ma non c’è dubbio che la vicenda romana renda allo stato più difficile l’alleanza ipotizzata. Quell’accordo si fondava sullo scambio politico tra Napoli e Roma. Ma innanzitutto osservo che scambi di tal genere rappresentano in ogni caso un errore perché ogni città ha la sua specificità. E poi se a Roma i Cinquestelle non mollano Virginia Raggi, che scambio sarebbe? A Napoli quell’intesa sarebbe poco convincente anche dal punto di vista del candidato».

Roberto Fico non le piace? «Si è rivelato una brava persona, ma non ha né l’esperienza né il carisma per fare il sindaco. Rispetto alla storia personale di Bassolino finirebbe per scomparire. Ho seguito il dibattito che state portando avanti. Convengo con Barbagallo: Antonio è una spanna superiore agli altri, con De Giovanni che ha invitato il Pd a non inseguire i Cinquestelle e a puntare su di lui, con Macry e Calise che hanno sollecitato la formazione di una squadra di governo giovane e competente. Aggiungo che anche in campagna elettorale dovrà essere affiancato da giovani in grado di usare i social media. Oggi per vincere occorrono forza social e statura da leader».

Il caos nel centrosinistra potrebbe dunque favorirne la corsa? «Non c’è dubbio che il rinvio non lo favorisca. Era in vantaggio perché era anche l’unico in campo. Ma Bassolino è capace di giocare anche sui tempi lunghi. Appartiene a una generazione che non punta sul giorno dopo. Ha una capacità programmatica di lungo respiro su Napoli. E poi può attirare simpatie trasversali. Innanzitutto dal punto di vista generazionale: persone della mia età (70 anni, ndr ) con altri candidati magari non andrebbero a votare. E poi ha la capacità di superare lo steccato che divide la sinistra dalla destra grazie a una sua cifra personale. Non si dimentichi che Bassolino ha sempre dialogato con i governi di centrodestra».

L’ex sindaco però non rientra nelle due formule attualmente contrapposte all’interno del centrosinistra. Da un lato lo schema Pd-M5s-Leu, dall’altro il modulo, senza i Cinquestelle, che ha portato alla vittoria De Luca alle ultime regionali. Terzium datur? «Non sarei per assumere una delle due formule in maniera esclusiva. Potrebbero integrarsi. Certamente una rottura netta con i Cinquestelle, precluderebbe la possibilità di una convergenza di questi ultimi in caso di ballottaggio».

Il nodo vero sembra un altro: De Luca accetterebbe Bassolino come leader della coalizione? «Se la politica vivesse solo di motivazioni razionali, a De De Luca converrebbe un accordo con Bassolino. Avrebbe a Napoli una persona che parla il suo stesso lingua
ggio. C’è, però, anche la componente irrazionale: il governatore potrebbe vedere in Bassolino sindaco un forte competitor sul piano del carisma personale. Ma sarebbe un grave errore perché solo l’alleanza tra i due potrebbe dare alla Campania un ruolo importante in uno scenario politico tutto settentrionale».

De Luca potrebbe avere qualche altro asso nella manica? «Un suo candidato in rotta col Pd e con Bassolino in campo non avrebbe chance».

Una parola sul probabile candidato del centrodestra Catello Maresca. «È un magistrato stimato. Ma Bassolino è conosciuto da tutti, da nonni e nipoti. E in un eventuale ballottaggio avrebbe grandi possibilità. Tra un politico di razza e un, pur bravo, magistrato, vincerebbe il primo».

6 marzo 2021 | 09:15

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