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Edizione del 06/03/2021
Estratto da pag. 1
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Regioni che passano in fascia arancione, province che entrano in zona rossa: l’Italia si chiude, ma ancora non basta. Alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi gli scienziati tornano a chiedere «regole più stringenti». Oggi scattano i divieti previsti dal decreto del governo, ma è forte l’allarme degli esperti per una curva epidemiologica che continua a salire. Dall’inizio della pandemia in Italia ci sono stati 3 milioni di contagiati, le vittime sono quasi 100mila. Il bollettino di ieri contava 24.036 nuovi malati e 297 morti. I numeri fanno paura, tanto che l’Istituto superiore di Sanità, dopo aver evidenziato che l’Rt nazionale è a 1,06, sollecita «analogamente a quanto avviene in altri paesi Europei, un rafforzamento delle misure su tutto il territorio nazionale» perché «le varianti possono parzialmente ridurre l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili». Se nelle prossime due settimane la morsa del Covid-19 non si allenterà, appare inevitabile una correzione del Dpcm con il coprifuoco anticipato e la chiusura di alcuni negozi o addirittura una serrata totale nel fine settimana. E dal Cts arriva un nuovo forte richiamo a «rivedere il sistema di rilevamento in modo da basare l’analisi su dati più recenti».
I colori delle RegioniDa lunedì la Campania è zona rossa come già è accaduto per Basilicata e Molise. Passano in fascia arancione Friuli Venezia Giulia e Veneto e si aggiungono a Abruzzo, Marche, Piemonte, Umbria, Toscana e le province autonome di Bolzano e Trento. La Lombardia rimane in arancione scuro. Liguria, Lazio, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta sono in fascia gialla. Ma in tutte le Regioni ci sono ampie aree in lockdown totale o quasi. La Romagna diventa rossa, come Ancona e Macerata. L’Emilia è rimasta arancione, ma Bologna e Modena sono rosse. Si profila invece uno scontro con il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio per la scelta di lasciare aperti scuole materne e dell’infanzia, barbieri, parrucchieri e centri estetici in zona rossa.
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I fine settimanaI ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini hanno sul tavolo i report degli scienziati che temono una prevalenza delle varianti pari al 70 per cento già la prossima settimana. Per questo non hanno del tutto accantonato la possibilità - già valutata prima del varo del Dpcm - di anticipare l’orario del coprifuoco, adesso previsto alle 22, di imporre una chiusura delle attività commerciali e una limitazione degli spostamenti il sabato e la domenica. Una linea auspicata dal presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.
I negozi«Devono essere ridotti i contatti interpersonali», avverte il Cts. Per farlo potrebbe essere necessario chiudere nelle zone di maggior contagio alcuni negozi come già è stato stabilito per parrucchieri, barbieri e centri estetici. Molti governatori hanno opposto resistenza. I numeri hanno però mostrato il livello di alto rischio e su questo tasto batte Speranza per sollecitare gli amministratori locali a intervenire con provvedimenti che allarghino le aree chiuse ai Comuni limitrofi a quelli dove si sviluppano i focolai.
I dati vecchiGli scienziati evidenziano «un peggioramento nel livello generale di rischio per la quinta settimana consecutiva» e soprattutto «una ulteriore accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale (195 casi per 100.000 abitanti nella settimana 22-28 febbraio 2021) che si sta quindi rapidamente avvicinando alla soglia di 250 casi a settimana per 100
.000 abitanti che impone il massimo livello di mitigazione possibile». Le ordinanze firmate da Speranza per il cambio di fascia si riferiscono a numeri raccolti alla fine della settimana precedente. Per questo il Cts chiede una revisione del sistema di raccolta dei dati per poter intervenire in maniera più tempestiva. E scongiurare il rischio che la terza ondata abbia effetti ancor più drammatici di quelli attuali.