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Edizione del 04/03/2021
Estratto da pag. 1
Zona rossa in tutta Italia? Il coprifuoco anticipato e le ipotesi sulle nuove restrizioni in arrivo
Bisognerà aspettare venerdì per sapere quali regioni entreranno in zona rossa o arancione: non c''è bisogno di aspettare invece per preoccuparsi dei dati dei contagi. Mentre Bertolaso ipotizza una zona ossa in tutta Italia la diffusione delle varianti è sempre più evidente e potrebbero essere varati nuovi provvedimenti per una nuova stretta. Quali potrebbero essere le restrizioni in arrivo
Bisognerà aspettare venerdì per sapere quali regioni entreranno in zona rossa o arancione: non c’è bisogno di aspettare invece per preoccuparsi dei dati dei contagi: ieri 20.884 , con 347 decessi. La diffusione delle varianti è sempre più evidente e potrebbero essere varati nuovi provvedimenti per una nuova stretta. Quali potrebbero essere le restrizioni in arrivo. Zona rossa in tutta Italia? Il coprifuoco anticipato e le ipotesi sulle nuove restrizioni in arrivo Ieri sono arrivate diverse dichiarazioni, tutte dello stesso tono, che testimoniano che la terza ondata è arrivata: da Bertolaso che ha ipotizzato che tutta l’Italia a breve sarà in zona rossa, “A me sembra che tutta l’Italia, tranne la Sardegna, si sta avvicinando a passi lunghi a questa situazione. E’ ovvio  che la Lombardia, essendo regione cardine del Paese e avendo vissuto quello che ha vissuto, è più vulnerabile rispetto ad altre Regioni. Ma non sono più preoccupato per la Lombardia rispetto ad altre Regioni”, a Bonaccini che ha spiegato: “Il contagio è partito molto più veloce di prima a causa delle varianti. Se questa crescita, avvenuta in 10-15 giorni, non trova un’accelerazione nella risposta rischiamo di essere travolti. Noi come altre parti d’Italia”. Il Corriere spiega che l’esecutivo potrebbe essere costretto a rivedere le misure del nuovo DPCM integrandole con un nuovo provvedimento: Il tema è se il governo sia pronto a introdurre in corsa nuove restrizioni e quali, dopo aver dato ai governatori la possibilità di chiudere le scuole anche nelle zone arancioni e gialle. Nessuno conferma che nel chiuso dei vertici si sia ragionato di un lockdown generalizzato, ma certo si è riflettuto su quale possa essere la soglia critica per far scattare una stretta ulteriore e quali siano le misure più adatte. Tra le ipotesi sul tavolo c’è il coprifuoco anticipato e ulteriori limitazioni agli spostamenti delle persone. Sulla base dei dati e della curva epidemiologica Roberto Speranza si è convinto che «purtroppo i numeri peggioreranno ancora». Domani l’Rt nazionale sarà sopra i e le ordinanze del ministro della Salute faranno scattare l’arancione in altre regioni e forse anche il rosso se, come è prevedibile, alcuni territori andranno oltre 1,25. II ministro aspetta dati del monitoraggio che dovrebbero arrivare oggi stesso e, in attesa che venerdì si pronunci la cabina di regia tecnica, non fa previsioni: «Verifichiamo di continuo la congruità delle misure, ma non possiamo fare un Dpcm al giorno. II modello è automatico e dove il virus corre scattano le misure di contenimento» Intanto in Friuli Venezia Giulia da lunedì le scuole saranno chiuse mentre tornano in arancione Gorizia e Udine: ieri il governatore della regione, Massimiliano Fedriga, ha firmato un’ordinanza contingibile e urgente di Protezione civile nell’ambito delle misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. In sintesi viene disposta da sabato 6 marzo a domenica 21 marzo l’applicazione per i territori dell’ex Province di Udine e di Gorizia delle disposizioni di zona arancione. Inoltre da lunedì 8 marzo a sabato 20 marzo su tutto il territorio regionale per le scuole medie, superiori e università si ritorna alla didattica a distanza. Mentre Draghi telefona a Ursula von der Leyen per chiedere di accelerare il piano europeo anche la campagna vaccinale in Italia sta cambiando. In un’intervista al Messaggero il generale Portolano, che gestisce come capo del COI i militari destinati dal ministro della Difesa Guerini alla lotta alla pandemia, spiega il progetto di una vaccinazione porta a porta:



Gli ultimi dati parlano di un continuo aumento dei contagi. È possibile immaginare, così come è avvenuto in Israele, di poter effettuare anche una vaccinazione “porta a porta”? «L’operazione Eos, naturale evoluzione dell’Operazione Igea, disciplina proprio il piano di vaccinazione nazionale. Molti dei Dtd già in campo sono stati rimodulati per effettuare le somministrazioni del siero. E ciò viene fatto su indicazione delle A
ziende sanitarie locali. Siamo andati nelle Rsa, negli ospedali civili. E su richiesta del ministero della Salute, potremmo anche supportare l’attività di vaccinazione nelle scuole, negli uffici, e dove sarà necessario su tutto il territorio nazionale, compatibilmente con le risorse disponibili. Nello stesso tempo siamo e continueremo a essere impegnati nella ricezione, lo stoccaggio, la conservazione e la distribuzione dei vaccini nell’hub centrale di Pratica di Mare. Un’operazione che può apparire semplice ma che, invece, risulta essere molto complessa. E richiede la presenza di molteplici attori. Abbiamo, a esempio, un ufficiale esperto della catena del freddo, che ha il compito di controllare che tutto sia in regola nel rispetto della tenuta dei vaccini».