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Edizione del 04/03/2021
Estratto da pag. 1
Matteo Renzi, l`Arabia Saudita e i 2 bossoli
Quei due bossoli a Matteo Renzi e quella sorprendente solidarietà unanimeCoi tempi che corrono, e al livello di odio cui è stato ridotto in Italia ildibattito politico, ma anche quello mediatico che abitualmente lo scimmiotta,pur prendendone ogni tanto le distanze, Matteo Renzi può considerarsi fortunatodi avere ricevuto una solidarietà unanime, da esponenti di tutte le forzepolitiche, per quei due bossoli speditigli al Senato e intercettati dallePoste. Persino i grillini -e non solo per bocca del senatore Stefano Buffagni,indicato da qualche giornale, ma anche per iniziativa digitale del loro piùalto in grado nel governo, che è naturalmente il ministro degli Esteri Luigi DiMaio- hanno deplorato il gesto intimidatorio contro il pur responsabileprincipale della caduta e dell’allontanamento dell’adorato Giuseppe Conte daPalazzo Chigi.Nicola Zingaretti non ha voluto essere da meno, per cui ha mandato un purmetaforico “abbraccio” a Renzi, contemporaneamente indicato da Walter Verini,in una intervista, il colpevole dello snaturamento procurato al Pd quando loguidava. Altro che l’Etna quale forse Renzi si considera, visto che gliscienziati assicurano che le eruzioni del vulcano siciliano fanno paura masalvano il pianeta. Già i leghisti della prima ora, del resto, esordirono neglianni Novanta imbrattando qualche ponte dell’autostrada Milano-Venezia perarruolare la lava contro la mafia e scrivere con la pece: “Forza Etna”.La sorpresa, una volta tanto gradevole, almeno per un ingenuo cronistapolitico, è che proprio nessuno, né fra i politici né fra i tanti giornali chesi pubblicano nel nostro Bel Paese, ha accusato Renzi di essersi spedito dasolo quei due proiettili per ripararsi dalla campagna pur procuratasi conl’errore di quell’intervista e altro ancora al principe ereditario dell’ArabiaSaudita Mohammad bin Salan: quello già sospettato allora di avere fattouccidere e tagliare a pezzi nell’ambasciata saudita in Turchia il giornalistadissidente Adman Khashoggi.Pensate, è riuscito a resistere ad ogni tentazione satireggiante in direzionedi una simulata intimidazione persino Il Fatto Quotidiano, fra vignette,“cattiverie” di giornata e allusioni del direttore in persona in quei mattinaliche sembrano spesso i suoi editoriali. L’unico cedimento anti-renziano è statooggi quel richiamino in prima pagina di un corsivo di Gian Giacomo Migone,indignato perché Renzi, praticamente al soldo del principe saudita, suo“secondo datore di lavoro”, dopo il Parlamento cui è stato eletto, non si siaancora dimesso spontaneamente o non sia stato costretto a farlo, per esempio,dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Che è statainvece la prima a dolersi per iscritto e a voce di quei due bossoli.Ma questo corsivo dell’ex senatore della sinistra Migone, va detto confranchezza, è niente rispetto alla Verità di Maurizio Belpietro, che ha sparatoin prima pagina contro il leader di Italia Viva questo richiamo, tutto in nero:“Renzi d’Arabia ora deve vedersela con la vedova del giornalista massacrato”.Cioè con la fidanzata dell’ucciso, Hatice Cengiz, ancora stupìta che un expresidente del Consiglio italiano abbia potuto scambiare per un riformista, oun protagonista del “Rinascimento” saudita, un uomo come bin Salan.Consentitemi tuttavia di rimanere fedele alla convinzione di Andreotti che apensare male si faccia peccato ma s’indovini, sospettando della sincerità delringraziamento di Renzi per l’abbraccio a distanza ricevuto da NicolaZingaretti. • Facebook • Twitter • LinkedIn • WhatsApp • Gmail • Facebook Messenger • TelegramISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTERIscriviti alla nostra mailing list per ricevere la nostra newsletter[ ][ ][Iscriviti Ora]Iscrizione avvenuta con successo, ti dovrebbe arrivare una email con la qualedevi confermare la tua iscrizione. Grazie, il tuo Team Start MagazineErroreRispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email aTerzi