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Edizione del 30/01/2020
Estratto da pag. 1
Portare i servizi di radiologia a casa dei pazienti più fragili e nelle Residenze socio-sanitarie, utilizzando una strumentazione portatile in grado di fornire radiografie con buona qualità di immagini e basso rischio di esposizione ai raggi, sia per i pazienti che per gli operatori sanitari, sfruttando la banda larga per il trasferimento delle immagini e la loro refertazione.
E’ una delle buone pratiche che Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali, insieme a Motore Sanità, ha messo a confronto oggi nel corso di un Focus all’Università Federico II di Napoli, patrocinato dalla Regione Campania e della Conferenza delle Regioni. Il progetto di radiologia domiciliare è stato illustrato da Bruno Accarino, coordinatore nazionale del Collegio liberi professionisti Sirm, la Società italiana di radiologia medica, che con la Regione Campania conta di portare entro il 2020 gli esami radiografici basilari nelle case di oltre 100 mila pazienti non deambulanti e affetti da più patologie, oltre che a quelli a ricoverati nelle Rsa, negli hospice e ai detenuti nelle carceri regionali.
“Si tratta di esami come le Rx a torace, spalla, gomito, femore o bacino eseguite con macchinari portatili, che garantiscono una qualità diagnostica sovrapponibile a quella dei reparti di radiologia“, assicura Accarino. “Il servizio – spiega – sarà attivato per patologie cardiache, delle vie respiratorie, oncologiche, neurologiche e osteoarticolari, fermo restando che le urgenze dovranno essere comunque trattate in ospedale“. L’esperienza analoga realizzata alla Città della Salute di Torino, ha dimostrato che, a parità di qualità, i costi sembrano essere ridotti rispetto agli esami eseguiti in ospedale, mentre il gradimento dei pazienti risulta altissimo.
Altra buona pratica illustrata nel corso dell’incontro a Napoli una piattaforma per l’informatizzazione dei dati vaccinali e il monitoraggio in tempo reale delle coperture, che ha permesso di raggiungere risultati oltre la media nazionale: una copertura di oltre il 95% per l’esavalente e di quasi il 95% per il vaccino contro morbillo, epatite e rosolia. Si tratta dell’Anagrafe vaccinale regionale campana, che rappresenta un’evoluzione della piattaforma Geva (Gestione vaccini) e che funge da vera e propria dorsale gestionale delle vaccinazioni per la Regione.
Uno strumento di cui negli ultimi anni sono state dotate le Aziende sanitarie locali e i Servizi di epidemiologia e prevenzione, che hanno così avuto la possibilità di elaborare i dati esistenti e di aggiornare in tempo reale le coperture relative ai vaccini obbligatori e non obbligatori. Buoni risultati anche per il reparto di Ostetricia gestito esclusivamente da ostetriche, senza il supporto di personale infermieristico. E’ il modello organizzativo e assistenziale monoprofessionale già sperimentato in alcune regioni del Nord Italia, di recente applicato all’ospedale Pertini di Roma, al San Carlo di Potenza e al Sant’Annunziata di Taranto, e che per la prima volta approda anche a Napoli, al reparto di Ostetricia della Clinica Mediterranea.
Qui sono le ostetriche a occuparsi della presa in carico di tutto il processo assistenziale della donna in gravidanza, dall’inizio al post-partum. Infine un progetto di prevenzione dei tumori. Il gruppo campano della Sirm, in convenzione con l’Istituto scolastico regionale e in collaborazione con il Comune di Napoli, l’Asl Napoli Centro, la Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) e l’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), ha realizzato a Napoli e provincia nell’anno scolastico 2018-2019 il Progetto Quadrifoglio: una serie di iniziative di formazione nelle scuole (21 istituti scolastici, 13 medie e 8 superiori, per un totale di 1.660 alunni coinvolti) che hanno riguardato la prevenzione oncologica e, nello specifico: la disassuefazione dal fumo, la sana alimentazione e i corretti stili di vita, l’autopalpazione del seno nella prevenzione senologica, l’autopalpazione dei testicoli nella prevenzione urologica maschile, l’igiene orale e la prevenzio
ne dentale.
Secondo Francesco Ripa di Meana, presidente Fiaso, “le esperienze campane, così come quelle liguri che abbiamo presentato solo qualche mese fa, e di altre Regioni, dimostrano che dinanzi agli squilibri ai quali il sistema sta facendo fronte, con gli effetti dei provvedimenti sui pensionamenti e le carenze di specialisti, il management sta rispondendo con nuovi modelli organizzativi in grado di offrire soluzioni a problemi altrimenti insoluti“. “Il riconoscimento delle competenze di tutte le figure professionali, l’investimento su nuovi profili professionali, la divisione tra carriere gestionali e professionali, così come l’utilizzo dei medici non specialisti ma abilitati alla professione e la piena stabilizzazione del personale di ricerca – elenca – sono tutti tasselli di una strategia complessiva che richiede una pluralità di azioni“. “Dobbiamo essere in grado di innestare la stagione di nuove assunzioni, che ci auguriamo si apra al più presto – conclude Ripa di Meana – investendo di più e meglio in formazione, a cominciare dai neo-assunti, valorizzando l’esperienza dei più esperti per favorire l’inserimento e la crescita di nuovi talenti“.
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