corriere.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 504693
Edizione del 22/02/2021
Estratto da pag. 1
Bonaccini: «Il Cts dia indicazioni più chiare, basta con le decisioni adottate all’ultimo minuto»
Il presidente della Emilia-Romagna: «Per le osi di vaccino confido nell’autorevolezza internazionale del presidente del Consiglio»
ANSA

shadow

Stampa

Email

ROMA —Presidente Bonaccini, di chi è la colpa se l’Italia ha poche dosi di vaccino?«Le forniture dipendono dalle aziende produttrici, i contratti li ha firmati la Commissione europea per tutti gli Stati membri. Io confido nella forza della Ue e nell’autorevolezza internazionale del presidente Draghi, perché cessino i tagli e le dosi in arrivo si moltiplichino. Serve un deciso cambio di passo».



In che tempi sarà possibile produrre vaccini in Italia?«Abbiamo distretti della chimica-farmaceutica e della meccanica di grande qualità. Concordo con Prodi quando propone che le imprese che detengono i diritti sui vaccini li rendano disponibili a chiunque sia in grado di produrli con efficacia. La ricerca ha potuto contare ovunque su ingenti fondi pubblici, è il momento di restituire alla collettività. I vaccini devono essere un bene pubblico».

');

}

Arcuri «va licenziato», come chiede Salvini?«Sono scelte che non mi competono, noi con Arcuri abbiamo discusso ma collaborato positivamente».

Con il nuovo Dpcm bisogna cambiare il sistema dei colori e inasprire le regole, anche fino a un nuovo lockdown?«Le persone sono esauste. Il continuo entrare e uscire da zone colorate, senza che si riesca a piegare la curva in maniera strutturale, non aiuta. Ci sono attività economiche che non sanno cosa accadrà il giorno dopo, altre chiuse da troppi mesi. Occorre cambiare schema. Al governo chiediamo un confronto sulla revisione dei parametri e delle misure, per dare maggiori certezze a cittadini e imprese e rendere più efficace l’azione di contrasto al virus».

Pensa ancora a una zona arancione per tutta l’Italia?«Qualcuno ha interpretato la mia proposta come l’estensione della zona arancione a tutto il Paese. Non è così, dobbiamo evitare che dopo l’anno dell’unità e della solidarietà, segua l’anno della rabbia sociale e della frustrazione. Chiediamo al Cts indicazioni più chiare e al governo di riconsiderare l’impianto dei provvedimenti».

Fino a quando sarà prorogato lo stop agli spostamenti, che scade il 25 febbraio? «Valuteremo insieme al governo, sentendo il parere di Iss e Cts. La pandemia non è finita e serve attenzione».

Sullo sci Draghi si è mosso in sintonia con Speranza. Contesterete la linea del rigore? E chiederete di cambiare il Cts?«Draghi ha convocato il Cdm e sembra andare verso un portavoce unico del Comitato tecnico-scientifico, credo sia la strada giusta. In ogni caso noi proponiamo una tempistica diversa per esame dei dati, ordinanze, decorrenze. Non deve più succedere che si prendano decisioni all’ultimo minuto».

Tra i presidenti delle Regioni c’è chi spinge per rimandare a casa gli studenti, come ha fatto la Puglia. Ma è saggio tenere i ristoranti aperti e le scuole chiuse?«Eviterei di mettere in contrapposizione esigenze primarie come istruzione e lavoro, ma eviterei anche scontri ideologici. Ci servono numeri aggiornati sull’impatto delle nuove varianti e poi valuteremo come rendere compatibile la lotta all’epidemia con le attività essenziali».

Ora che agli Affari regionali non c’è più il dem Boccia, ma Gelmini di FI, l’equilibrio della Conferenza Stato-Regioni si sposterà a favore del centrodestra?«Da quando presiedo la Conferenza delle Regioni mi sono già confrontato con quattro governi diversi portando sempre o quasi una posizione unitaria. Con Boccia ho collaborato molto bene e l’ho ringraziato a nome di tutte le Regioni. Con Gelmini è già partito un confronto positivo e ci siamo detti subito che le istituzioni debbono sempre cooperare e il virus non ha colore politico».

Il suo giudizio sul programma di Mario Draghi?«Ottimo».

Leggi anche

Zona arancione in tutta Italia: il no delle Regioni. E sui vaccini serve un cambio di passo

I sottosegretari: al Viminale la Lega spinge Candiani. Nel M5S si sfila Crimi, c’è Sibilia

Luca Zaia: «Vaccini, se continuiamo così servono 3-4 anni per vaccinare
tutti. Servono più dosi»

Cosa chiedono le Regioni sul Recovery plan?«Condivisione. Il piano deve essere partecipato e aperto al Paese, non definito in poche stanze dentro il palazzo. E solo facendo sistema coi territori riesci a realizzare progetti per 209 miliardi di euro».

L’alleanza tra Pd e 5 Stelle, su cui Zingaretti puntava, sembra aver perso senso. È sicuro che un congresso sia roba da marziani?«Il Pd ha dato prova di responsabilità per dare una guida forte e credibile al Paese. Dopodiché, serve un partito più grande in un centrosinistra più largo, che vinca e convinca. Ma sa che oggi in Emilia-Romagna potremmo fare oltre un milione di vaccini al mese? Ne facciamo un decimo. Io ora penso a questo, non al congresso del Pd».