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Edizione del 21/02/2021
Estratto da pag. 1
L’accelerazione della campagna vaccinale non c’è, anzi ogni giorno trova nuovi ostacoli. Le dosi attese ieri da AstraZeneca sono state tagliate del 15 per cento. La multinazionale aveva comunicato la consegna di 566 mila fiale, ne sono arrivate solo 506 mila. Attacca il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «Basta con i tagli, ora intervenga Draghi». E ora aleggia il sospetto che ciò che non passa dal canale ufficiale finisca in quelli paralleli, con i broker che stanno offrendo alle Regioni dosi di vaccini anche di AstraZeneca. A peggiorare la situazione l’incertezza sulle forniture di Moderna. Nell’immediato, il Lazio deve registrare una riduzione di 9.000 dosi di AstraZeneca, per fare un esempio. Alla fine proprio Pfizer-BioNTech, che all’inizio della campagna vaccinale aveva causato dure reazioni dell’Unione europea perché non aveva inviato le fiale promesse, sta invece garantendo un ritmo regolare di spedizione, con circa mezzo milioni di dosi alla settimana.
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LEGGI ANCHE Nonna Livia, 15 chilometri a piedi per il vaccinoResta comunque uno scenario deludente: anche rispetto al quantitativo minimale previsto per febbraio (1,2 milioni di dosi settimanali sommando i tre vaccini autorizzati) c’è una flessione che fa scendere sotto il milione le consegne. Di questo passo, con questa irregolarità delle forniture, la speranza di vaccinare prima dell’estate un numero sufficiente di italiani tale di riavvicinarci alla normalità (o quanto meno a una situazione sostenibile senza chiusure) rischia di essere spazzata via. Della nuova tegola di AstraZeneca si è parlato anche ieri pomeriggio nella conferenza delle Regioni: il vaccino deve servire in primis a proteggere alcune categorie particolari come gli insegnanti e le forze dell’ordine, ma è necessaria una regolarità delle forniture altrimenti è impossibile programmare. Dal Lazio l’assessore D’Amato attacca: «Mi domando come si possano conciliare le presunte offerte di mediatori, proposte ad alcune regioni su mercati paralleli per il vaccino AstraZeneca, con l’acclarata riduzione?». Se lo chiedono anche i giudici, visto che le procure di Perugia, Roma e Milano hanno aperto tre differenti fascicoli per indagare su broker e mediatori che stanno offrendo dosi di vaccino (AstraZeneca compreso) ai presidenti di varie Regioni. La procura di Roma ha ipotizzato il reato di ricettazione. Ad oggi in Italia sono state somministrate 3.408.682 di dosi (coloro che hanno completato il percorso, con la prima e la seconda, sono 1.325.543). Con questa cadenza, a fine mese non si supererà quota 4 milioni. Non serve un matematico per comprendere che, se non c’è un salto di qualità, prima dell’estate appena 6-7 milioni di persone avranno ricevuto prima e seconda dose, un numero lontanissimo dagli obiettivi. Per questo, nelle Regioni sta aumentando la preoccupazione. Il segretario del Pd e presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, ieri ha commentato: «Gravissima la riduzione improvvisa della consegna di vaccini AstraZeneca. Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma con questa incertezza è tutto più difficile. L’Italia tuteli gli interessi nazionali e le programmazioni delle Regioni, intanto prepariamoci alla produzione di vaccini validati da Ema e Aifa da parte delle nostre aziende». Raffaele Donini, assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna, aggiunge: «Di AstraZeneca abbiamo poche decine di migliaia di dosi. C’è stata una riduzione, per ora siamo ancora ad un passo abbastanza lento per quello che riguarda la somministrazione con questo vaccino. Noi siamo pronti a vaccinare tutta la popolazione dell’Emilia-Romagna in pochissimo tempo. Speriamo però che arrivino i vaccini». Al problema di AstraZeneca, spiega D’Amato, si aggiunge anche l’incertezza delle forniture di Moderna.
«Ancora non abbiamo dati dettagliati sulle forniture a marzo, come si può programmare in questo modo?». Cosa prevede il piano vaccinale? AstraZeneca dovrebbe garantire 4,2 milioni di dosi complessive entro fine marzo (di fatto un milione è già stato consegnato); Pfizer-BioNTech 7,3 milioni, Moderna 1,3 milioni. Solo Pfizer, secondo le Regioni, ora è regolare nell’invio delle dosi. Altro problema: il limite di età per l’utilizzo di AstraZeneca, inizialmente suggerito a 55 anni da Aifa e poi innalzato a 65. La circolare correttiva del Ministero della Salute, però, ancora non c’è e ieri a Pescara, dove doveva cominciare la vaccinazione del personale scolastico, sono stati rimandati a casa tutti gli insegnanti di età compresa tra i 55 e i 65 anni. Vaccinazioni per fasce demograficheInfogram © RIPRODUZIONE RISERVATA