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Edizione del 21/02/2021
Estratto da pag. 1
Nuovo Dpcm, le richieste delle regioni: "Priorità ai vaccini"
La Conferenza delle Regioni ha stilato una lista di proposte da consegnare al governo in vista del nuovo Dpcm. Focus su vaccini e zone a colori.
La Conferenza delle Regioni ha stilato una lista di proposte da consegnare al governo in vista del nuovo Dpcm. Focus su vaccini e zone a colori.

Argomenti trattatiNuovo Dpcm, per le regioni priorità ai vacciniRevisione del sistema a coloriPareri discorsi sulla zona arancione nazionale

In attesa del prossimo Dpcm che il governo Draghi dovrà varare la Conferenza delle Regioni ha stilato una lista di proposte da presentare all’esecutivo, contenenti quelle che secondo i vari presidenti sono le priorità da attuare in questo momento, a partire dalla questione vaccini.

È proprio quello della campagna vaccinale il tema su cui ha posto l’accento il presidente della Conferenza Stefano Bonaccini, senza tuttavia tralasciare il nodo dei criteri sulla classificazione delle zone di rischio e sugli indennizzi per le categorie colpite dalla crisi.

Nuovo Dpcm, per le regioni priorità ai vaccini

Al termine della riunione con i vari presidenti di regione, Bonaccini ha ribadito la necessità di incrementare la campagna vaccinale, attualmente a rilento anche a causa dei tagli alle forniture come l’ultimo annunciato da AstraZeneca: “E questo non per disguidi organizzativi, o indisponibilità della popolazione.

Il problema è nell’approvvigionamento. Per questo chiediamo al Governo di intraprendere ogni sforzo per reperire più dosi. Le Regioni sono a disposizione nelle forme e nei modi utili e possibili, a partire dal coinvolgimento diretto di aziende e filiere nazionali”.

Revisione del sistema a colori

Bonaccini ha poi spiegato di avere affrontato assieme ai suoi omologhi la questione del sistema di regole che definisce l’ingresso o l’uscita dalle diverse zone di rischio: “È necessaria una revisione ed una semplificazione con la revisione dei criteri e dei parametri di classificazione.

Serve un respiro più lungo ed un’analisi approfondita dei luoghi e delle attività, anche in base ai dati di rischio già accertati. Non solo. Occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese”.

Sempre sul tema delle zone di rischio il presidente toscano Eugenio Giani chiede inoltre criteri trasparenti, facendo riferimento alla situazione del suo territorio: “Se noi siamo in zona arancione quasi al limite del rosso, altre regioni sono in zona gialla avendo dal punto di vista dei contagi e delle terapie intensive delle posizioni molto superiori alla nostra, e questo voglio che a livello nazionale si chiarisca“.

Pareri discorsi sulla zona arancione nazionale

Al momento non c’è tra l’altro un parere unanime per quanto riguarda l’ipotesi della zona arancione nazionale, auspicata da Bonaccini ma avversata invece da politici come Matteo Salvini e dal presidente della Liguria Giovanni Toti, che a tal proposito ha invece auspicato l’avvento di un approccio più duttile: “Se si decide un approccio, non vedo la necessità di inasprire ulteriormente le chiusure. Nessuno sa come si svilupperà la dinamica delle varianti. Sono favorevole a un sistema di maggiore duttilità per le zone di rischio delle Regioni, anche introducendo zone di dimensioni diverse da quelle delle Regioni stesse”.