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Dir. Resp.
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Edizione del 20/02/2021
Estratto da pag. 1
"Ho chiuso la scuola e sono stato contestato. Ora chi ha aperto deve richiudere"
VENETO - I vaccini contro il Coronavirus dati all’Italia non sono sufficienti, e con questi ritmi il Paese "terminerà la campagna in tre-quattro anni", non prima. A dirlo è Luca Zaia, la cui Regione, il Veneto, è per ora in zona gialla. Secondo il governatore i prossimi mesi saranno cruciali per trattare con l’Europa e con il mondo. Le speranze sono tutte per Mario Draghi e il suo governo: "ha tutte le potenzialità per rilanciare l’economia e l’occupazione e fare in modo che l’Italia sui vaccini possa correre molto di più". Tra le priorità del governatore, l’introduzione di un passaporto vaccinale. "Sono stato il primo in Europa a parlarne e mi hanno tirato le pietre, ma ora tutti mi danno ragione", ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.
Sulle varianti Covid, che potrebbero influenzare l’andamento della curva epidemiologica e quindi le decisioni prese dal Governo e dalle Regioni, Zaia spiega: "Qui abbiamo 17 varianti e quella inglese pesa per il 17%. Sono stato contestato per aver chiuso la scuola, ma è stata la mia salvezza. Ora vedo colleghi che hanno riaperto e devono richiudere". E su un ipotetico lockdown nazionale, dice: "Dobbiamo prendere atto che siamo l’unico Paese che ha fatto il lockdown solo in primavera, quando Germania e Francia ne hanno fatti due e la Gran Bretagna tre. Noi abbiamo gestito di comune accordo la partita delle zone di rischio, che ci ha permesso di attutire il colpo. La gente è andata a lavorare e non abbiamo chiuso le attività produttive".
Per il governatore, le future restrizioni andranno stabilite di comune accordo tra le Regioni. "Ne discuteremo nella Conferenza delle Regioni e con il governo e poi bisogna capire cosa si intende per restrizione omogenea, perché in questo concetto c’è una notevole gradualità".