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Edizione del 19/02/2021
Estratto da pag. 1
Scuola, virus e vaccini: Bonaccini ci parla anche di ritorno alla DAD (INTERVISTA)
Stefano Bonaccini, presidente dell''Emilia Romagna, ha risposto alle domande di Scuola Informa sul legame fra scuola, Covid e vaccini.
Scuola Informa ha raggiunto il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, per parlare con lui del legame fra scuola e virus. Ma anche di ritorno alla DAD e prospettive future. Ricordiamo che in Emilia Romagna il piano di vaccinazione è già avviato. Da lunedì 22 febbraio iniziano le somministrazioni per il personale scolastico.

Bonaccini: legame fra scuola e virus

Stefano Bonaccini ci ha spiegato la sua opinione sul legame fra la scuola e la diffusione del Covid-19.

Presidente, parliamo di varianti Covid: secondo lei, ha pesato la riapertura delle scuole sull’aumento dei contagi? E se sì, quanto? 

“Dall’inizio dell’anno scolastico, in Emilia-Romagna abbiamo registrato il 7,2% di contagiati under 18 sul totale dei contagiati in regione. Nelle due settimane dal 22 gennaio, quando anche le scuole superiori sono tornate alla didattica in presenza al 50%, al 5 febbraio, si sono registrati circa 2.200 contagi fra alunni e scolari, dai servizi per l’infanzia alle superiori, e quasi 400 fra docenti e educatori. Un’influenza sulla diffusione del virus quindi c’è, ma non più e non meno di tutte quelle attività che prevedono il movimento di persone. Come i negozi, i ristoranti e i bar o semplicemente gli incontri tra amici e famigliari.

E’ vero che la scuola ne movimenta moltissime, tra ragazzi, genitori, insegnanti e le necessarie attività di trasporto. Comunque, non ci sono segnali ed evidenze che negli istituti scolastici vi sia una propagazione del virus in maniera maggiore rispetto ad altri contesti: il virus è diffuso dalle persone e laddove si muovono, la possibilità di contagi aumenta.

Anche per questo in Emilia-Romagna abbiamo messo a punto un potenziamento massiccio dei mezzi di trasporto pubblico locale, con oltre 500 bus aggiuntivi e un investimento superiore ai 23 milioni di euro, per limitare il più possibile assembramenti di ragazzi.

I ragazzi rispettano le regole

E mi lasci dire una cosa, riguardo proprio i ragazzi: nella stragrande maggioranza dei casi stanno rispettando le regole, indossano le mascherine, rispettano il distanziamento, dando una grande prova di responsabilità e meritano un ringraziamento speciale, che estendo anche al corpo docente. Sempre presente e disponibile, a maggior ragione in un momento così difficile”. 

DAD: c’è il rischio di tornare alla didattica a distanza?

L’Emilia Romagna passerà in fascia arancione nel weekend? Potrebbe esserci una nuova Ordinanza per quanto riguarda la Didattica a Distanza?Quali altre Regioni, secondo Lei, rischiano il passaggio di colore?

“Aspettiamo la decisione del Governo, tuttavia un ritorno in zona arancione non può essere escluso. Il trend dei contagi è in leggera, ma costante risalita ed è una tendenza che sta riguardando tutta Italia: la scorsa settimana sono già tornate arancioni alcune regioni, toccherà ad altre in questa, anche alla luce delle nuove regole – decise insieme da Regioni e Governo a inizio anno – che prevedono un irrigidimento dei parametri che fissano il passaggio da una zona all’altra.  

Al momento non stiamo pensando a ordinanze sulla Didattica a Distanza e personalmente mi auguro non vi sia questa necessità. L’ho ripetuto molte volte in questi mesi: la scuola è una priorità e forse l’anno scorso è stato l’ambito nel quale il Governo si è mosso con meno velocità e convinzione. Sbagliando, perché l’istruzione è fondamentale e ci accorgeremo solo tra qualche anno dei danni che questi mesi provocheranno nei nostri ragazzi in termine di dispersione scolastica e minore apprendimento”.

La scuola è in presenza

“Inoltre, l’ho sempre detto: la scuola è scuola in presenza, perché allo studio si aggiunge la socialità, il rapporto con l’insegnante, le esperienze di comunità e amicizia che si sviluppano sui banchi. Dunque, mi auguro si torni presto a una didattica in presenza e la nomina di Patrizio Bianchi a ministro dell’Istruzione è una garanzia di competenza, passione e visione del futuro. Lo dic
o per esperienza, è stato assessore nella mia Giunta in Emilia-Romagna, e insieme abbiamo portato avanti cose straordinarie. C’era già nel 2011, quando ci fu quel devastante terremoto che nessuno ha dimenticato: disse ‘la priorità è riportare tutti in aula a settembre’, sembrava un sogno, lui lo rese realtà. Senza dimenticare che nelle aree colpite dal sisma non è stato perso un solo giorno di lezione”.  

Covid: pessimismo o ottimismo sulla terza ondata?

Covid in Italia: lei è ottimista o pessimista sulla possibile ‘terza ondata’? Secondo Lei, quando ne usciremo? 

“Né pessimista, né ottimista: solo realista. La terza ondata in alcuni territori è già iniziata e se osserviamo cosa sta accadendo in altri Stati, sappiamo che è molto probabile che arriverà presto anche da noi. Dunque, serviranno ancora settimane di pazienza, cautela, rispetto delle regole. Teniamo duro, manca veramente poco, ne sono convinto.

Abbiamo un’arma che non avevamo l’anno scorso ed è quella dei vaccini. Ha ragione il premier Draghi a considerare la campagna vaccinale la priorità numero uno dei prossimi mesi, perché prima metteremo in sicurezza le categorie più a rischio, come gli anziani, le persone malate, gli operatori sanitari, gli insegnanti e le forze dell’ordine, più vite salveremo e ridurremo il tasso di occupazione negli ospedali, dando fiato anche alle attività economiche che sono allo stremo.

E’ una sfida enorme, la più importante dal dopoguerra a oggi. Per questo continuo a chiedere che il Governo faccia tutto il possibile, e anche di più, per ottenere il maggior numero di dosi e di vaccini disponibili. Ci stiamo giocando il futuro in queste settimane”.