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Edizione del 18/02/2021
Estratto da pag. 1
La visione di Draghi condivisa dalla Sanità
"Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità". Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo discorso al Parlamento sulla richiesta di fiducia. La linea programmatica del premier trova consensi nel mondo sanitario.   Fnomceo, Filippo Anelli: ha colto tutti i…
“Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo discorso al Parlamento sulla richiesta di fiducia. La linea programmatica del premier trova consensi nel mondo sanitario.  

Fnomceo, Filippo Anelli: ha colto tutti i punti cruciali. Siamo sulla strada giusta per ricostruire la Sanità e il Paese

“Abbiamo fortemente apprezzato il discorso programmatico del Presidente del Consiglio Mario Draghi: ha toccato, con concretezza e concisione, tutti i punti che il Paese si aspettava. In particolare, condividiamo il riconoscimento del sacrificio dei nostri cittadini, il costante richiamo, in tutti gli ambiti, al capitale umano e il forte richiamo al dovere dell’unità”. Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli commenta il discorso programmatico di Draghi in Senato, in vista della fiducia. “In tempo di pandemia, ogni piano di ricostruzione non può che partire dalla Sanità e dalla Salute: dai dati sui contagi, sulla diminuzione dell’aspettativa di vita, sino a 4-5 anni nelle zone di maggior contagio. E dagli effetti economici e sociali, con l’aumento dei nuovi poveri – continua Anelli -. Il discorso di Draghi ha colto subito l’evidenza più importante: la pandemia ha acuito le disuguaglianze che già esistevano nel nostro Paese. Disuguaglianze di salute, economiche, geografiche, sociali. E ha colpito in maniera pesante i giovani, le donne, il Mezzogiorno. È da qui che dobbiamo ripartire”.

“Dobbiamo ricostruire il nostro Servizio Sanitario nazionale, portando le competenze dei professionisti al letto del malato, vicino al cittadino – afferma Anelli -. Per questo abbiamo accolto con soddisfazione l’idea, manifestata da Draghi, di ridisegnare la sanità territoriale per rendere realmente esigibili, e prossimi ai cittadini, i “Livelli essenziali di assistenza”, affidando agli ospedali le acuzie. È la strada che anche la Fnomceo indica da tempo”. “Bene l’idea di un piano per il Mezzogiorno, con un piano mirato di investimenti – aggiunge ancora -. Anche qui, spendere, e soprattutto spendere bene, è la via per colmare le disuguaglianze, anche di salute. Invitiamo a utilizzare la telemedicina e le nuove tecnologie per realizzare una rete sovraregionale delle competenze, che porti le eccellenze sanitarie vicino ai cittadini, abbattendo la mobilità sanitaria, con i suoi costi in termini economici, familiari, umani”.

“Condividiamo, infine, la priorità data alla campagna vaccinale: vaccinare tutti e farlo velocemente utilizzando le strutture già pronte e disponibili – commenta ancora Anelli -. A questo proposito, invitiamo ad accelerare il coinvolgimento attivo dei medici di medicina generale, che possono mettere a disposizione i loro studi e il loro know-how, maturato nelle campagne antinfluenzali, a beneficio soprattutto dei pazienti più anziani, che hanno difficoltà a spostarsi. E quello di tutti i medici, delle strutture pubbliche e private e liberi professionisti”. “Lo avevamo detto ancor prima che il Presidente del Consiglio presentasse la squadra di Governo, lo ribadiamo ora: unità, uguaglianza, solidarietà sono le chiavi per uscire dalla pandemia – conclude Anelli -. Se su queste direttrici, come appare evidente dal programma, il Governo vuole muoversi per attuare il suo piano di ricostruzione, può contare su tutto il nostro appoggio. Noi medici ci siamo, e siamo pronti a mettere le nostre conoscenze, le nostre competenze, i nostri valori al servizio del Paese”.

Fiaso: Bene aprire un confronto a tutto campo, puntando su investimenti, territorio e innovazione. Le Aziende sanitarie pronte a partire subito

“Concordiamo con il Presidente Draghi sulla necessità di aprire un confronto a tutto campo sulla Sanità anche a partire dalla esperienza maturata con l’emergenza pandemica e, in particolare, sulla necessità di investire in grandi infrastrutture, in progetti di innovazione locale e in azioni di miglior
amento organizzativo e professionale”. Così Francesco Ripa di Meana, Presidente della Federazione di Asl e Ospedali (Fiaso) ha commentato i passaggi che il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dedicato alla sanità presentando il suo programma di governo questa mattina in Senato.

“La consapevolezza che il Presidente ha mostrato sui nodi da affrontare per tutelare efficacemente la salute degli italiani – ha proseguito Ripa di Meana – ci fanno sperare in un approccio concreto, in grado di individuare le priorità e porle al centro della attenzione, utilizzando tutti gli strumenti e i mezzi a nostra disposizione per raggiungere il risultato, qui e ora. Il Recovery Plan può rappresentare una occasione senza precedenti. Le Aziende sanitarie hanno dimostrato di saper affrontare e superare la crisi economica del 2009 grazie alle innovazioni introdotte, e sono pronte a fare la loro parte. Sono lo spazio privilegiato per la gestione dei progetti del Piano, perché al loro interno opera un management che si cimenta da molti anni con la costruzione di risposte innovative nelle difficoltà del contesto, gestendo le risorse con competenza e capacità allocativa. Queste competenze saranno indispensabili per utilizzare al meglio e spendere presto e bene le risorse straordinarie delle quali disporrà il Ssn.

Siamo pronti a partire subito – ha concluso Ripa di Meana – anche per scongiurare errori commessi in altre stagioni. L’urgenza che abbiamo colto oggi nelle parole del Presidente del Consiglio ci lascia sperare che questa possa essere la spinta decisiva per ammodernare il sistema”.

Fnopi: la casa deve essere il principale luogo di cura

L’uguaglianza, l’equità e la solidarietà sono da sempre le parole d’ordine della professione infermieristica che trova nel discorso al Senato del premier Mario Draghi profondi motivi di identificazione e soddisfazione. Prima di tutto – sottolinea la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) – nel momento in cui Draghi sottolinea la sofferenza non solo fisica a cui sono andati incontro e stanno subendo le persone nella pandemia. Poi nella necessità di intensificare la campagna vaccinale, iniziativa che da sempre gli infermieri chiedono con forza e per la quale si sono offerti e si offrono, nelle giuste condizioni, di fare da punta di diamante come sempre sono stati nei centri vaccinali e nell’assistenza ai cittadini. E sulle linee indicate dal premier per riformare e implementare la sanità – anche grazie al Recovery Plan ‘rivisitato’ come ha sottolineato – la Fnopi si identifica in pieno nelle parole di Draghi che corrispondono anche alle richieste della Federazione nella lettera scritta al premier all’indomani della sua nomina: il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria).

Sono, per la maggior parte, luoghi dove gli infermieri esplicano in pieno la loro attività e la Fnopi è in sintonia con il principio della ‘casa come principale luogo di cura’ (come ha ribadito e confermato il ministro della Salute Speranza)  anche grazie a telemedicina e ADI e, aggiungiamo, con il supporto essenziale dell’infermiere di famiglia e comunità.

Ha ragione Mario Draghi: vanno resi realmente esigibili i Livelli essenziali di assistenza.

E lo ringraziamo per avere sottolineato che da quando è esplosa la pandemia gli operatori sanitari hanno dimostrato un enorme sacrificio sostenuto con generosità e impegno, messi a dura prova e dovendo sottrarre, complice la decennale carenza, personale e risorse alla prevenzione e alla cura di altre patologie, con conseguenze pesanti sulla salute di tanti italiani. Ne sia certo Mario Draghi: per una nuova sanità che abbia gli obiettivi descritti nel suo intervento al Senato, gli infermieri sono con lui.

Regioni: Bonaccini e Toti: massima disponibilità nel quadro della leale collaborazio
ne

Il Presidente Stefano Bonaccini, ha inviato oggi, a nome della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, una lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con cui ha formulato al capo del Governo e a tutti i componenti dell’esecutivo “i migliori auguri di buon lavoro, confermando “il pieno sostegno della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome alla reciproca e leale collaborazione”. “La formazione del nuovo Governo ed il sostegno di una larga maggioranza parlamentare – sottolineano il Presidente e il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini (Presidente Emilia-Romagna) e Giovanni Toti (Presidente Liguria) – sono segnali che trasmettono fiducia al Paese e consentono di affrontare con determinazione le sfide del futuro. Siamo certi – aggiungono – che la competenza e l’autorevolezza del Presidente del Consiglio permetteranno di superare la fase difficile dovuta alla pandemia e di cogliere fino in fondo tutte le opportunità collegate al Recovery fund”.

Per Bonaccini e Toti “esistono le condizioni per poter compiere passi in avanti importanti per lo sviluppo del Paese, per il lavoro e le imprese e per il rilancio sociale ed economico nell’interesse dei cittadini”. E proprio “Nella consapevolezza che occorra un’azione sinergica di tutte le Istituzioni per completare rapidamente la campagna vaccinale anti Covid-19 e per realizzare gli interventi che saranno previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbiamo chiesto a Draghi – concludono Bonaccini e Toti – un primo confronto con tutti Presidenti delle Regioni e delle Province autonome”.

Anaao, Carlo Palermo: elementi totalmente condivisibili

Il discorso programmatico del Premier Draghi è stato ampio, fortemente ancorato all’europeismo e all’atlantismo, delineato con lo spirito del ricostruttore e con parole chiare e dense di umanità. La partecipazione emotiva è scaturita allorquando l’uomo dei numeri ha confuso i dati sull’occupazione attuale delle terapie intensive con quelli dei cittadini contagiati durante l’intero periodo epidemico.

Per quanto riguarda la sanità, gli elementi di programma illustrati sono totalmente condivisibili e in linea con quanto sostenuto, anche in recenti interventi, da parte dell’Anaao Assomed.

Passaggi importanti del discorso sono il richiamo alla straordinaria e generosa azione di contrasto alla diffusione dell’epidemia da parte di tutti gli operatori del Ssn, costata oltre 100 mila contagi e centinaia di morti. Tale impegno ha comportato, purtroppo, la sottrazione di spazi e tempi da dedicare alla cura e alla prevenzione di patologie altre rispetto al Covid-19. Puntuale e senza fronzoli il programma sulle vaccinazioni, con la necessità di erogarle in modo rapido e massivo al fine di evitare l’emergere di pericolose varianti. Si tratta di ottenere le dosi necessarie del vaccino, mobilitare tutte le forze disponibili per favorire l’organizzazione logistica senza “limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti”, assumere il personale necessario.

Sul versante delle riforme in campo sanitario l’attenzione è stata posta sull’innovazione dell’assistenza territoriale. Il progetto è quello di costruire una solida rete di strutture nel territorio fatta di case della salute, ospedali di comunità, consultori, centri per la salute mentale, centri di prossimità per rendere esigibili i Livelli Essenziali di Assistenza.

Il riferimento agli Ospedali è stato limitato a delineare l’ambito di intervento: patologie acute e fasi post acute e riabilitative delle malattie.

Auspichiamo che nel programma definitivo non manchi l’impegno politico ed economico per la risoluzione delle criticità emerse durante l’epidemia: carenza di personale, posti letto insufficienti rispetto alle necessità di ricovero, strutture vetuste con importanti problemi di sicurezza e poco flessibili sotto il profilo organizzativo, innovazione tecnologica bloccata da anni e forte ritardo nella digitalizzazione dell’intero si
stema. Infine, non si può concludere senza richiamare il passaggio sulla necessità di “promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l’università e la cultura” che proietta una luce di speranza sulle migliaia di giovani neo laureati in medicina che non possono accedere ai percorsi di formazione post laurea ed in molti sono costretti all’emigrazione per rincorrere i loro sogni.

Simg, Cricelli: I Medici di famiglia al fianco del Governo per questa ulteriore sfida da vincere

“Con semplicità e con chiarezza, il Presidente Draghi ha identificato e sottolineato gli obiettivi del cambiamento del Servizio Sanitario Nazionale all’interno del cambiamento globale del Paese. – sottolinea Il Presidente della SIMG, Società Italiana di Medicina Generale, Claudio Cricelli, nel commentare le dichiarazioni programmatiche del Presidente Draghi, in Parlamento – “Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi – dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità”. Il punto centrale – per Draghi – è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria)”. È questa la strada per rendere realmente esigibili i “livelli essenziali di assistenza” e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La “casa come principale luogo di cura” è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata. Condividiamo completamente tale visione e sosterremo tutte le iniziative del Governo finalizzate alla realizzazione di questo cambiamento in particolare attraverso la qualificazione dei professionisti della Medicina Generale, che garantisca competenza e qualità della professione.

I professionisti costituiscono il centro di tali processi evolutivi – ha concluso Cricelli – Senza una loro qualificata partecipazione ed il loro coinvolgimento il percorso verso nuovi modelli di strutture territoriali integrate sarebbe complesso e difficile. Daremo ogni sostegno e collaborazione per far sì che questo percorso sia rapido, collaborativo, efficace. Abbiamo la consapevolezza che tale confronto e tali obiettivi possano essere raggiunti attraverso un’azione collaborativa e concorde alla quale offriremo per le nostre specifiche competenze il nostro contributo incondizionato”.

Smi, Pina Onotri: bene vaccinare il più possibile e presto. Rafforzare il territorio con medici di base e investire risorse

Va bene vaccinare il più possibile e presto, ridurre i tempi per la somministrazione, eliminare tutti gli ostacoli burocratici. Ma non si pensi di risolvere i problemi della sanità sul territorio con le case della salute, poiché già la stessa Agenas ha detto che si sono dimostrate inefficaci. Fino adesso per le vaccinazioni i medici di medicina generale sono stati tenuti da parte, ma la realtà è che con i vaccini coprono il 98% degli aventi diritto. Teniamo anche in conto, inoltre, che per quanto riguarda il vaccino anti-Covid siamo alla fase 4; non è mai stato fatto prima e fare l’anamnesi delle persone che lo fanno è fondamentale. Il territorio va potenziato impiegando i medici di base e investendo importanti risorse!

Fofi, Andrea Mandelli: visione condivisa del futuro della sanità

“Il discorso al Senato del Presidente Draghi ha affrontato tutti gli aspetti cruciali per la ripartenza del paese, che non solo deve superare la crisi drammatica in cui in trova ma deve rapidamente attuare una serie di riforme che già erano urgenti prima della pandemia. L’innovazione tecnologica, la scuola, il riassetto del sistema produttivo e, naturalmente, la tutela della salute. Il Presidente Draghi ha giustamente posto l’accento sulla necessità di accelerare la campagna di vaccinazione anti Covid, e ha sottolineato che non serve attendere che siano disponibili strutture ex novo ma è bene sfruttare a pieno regime gli spazi pubblici e privati già oggi a nostra disposizione. È
una visione che condividiamo, e ribadiamo al Presidente che i 60mila farmacisti che esercitano nelle oltre 19mila farmacie sono da subito a disposizione”. Così il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, a commento delle dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio svolte oggi al Senato.

Per Mandelli, “la rete delle farmacie italiane rappresenta infatti una infrastruttura con una straordinaria capillarità sul territorio, già pronta e operativa perché ha al suo interno le professionalità necessarie, come stabilito dalla legge di Bilancio di quest’anno, per somministrare in sicurezza le vaccinazioni anti Covid alla popolazione generale”. In merito alla proposta di una riforma della sanità centrata sull’assistenza territoriale – un’altra delle priorità indicate nel discorso – il Presidente della Fofi ha sottolineato che “la farmacia dei servizi rappresenta già oggi un’esperienza assolutamente in linea con questa impostazione. Con i servizi assistenziali e sanitari erogati al suo interno ma anche al domicilio del paziente, questo presidio sanitario polifunzionale costituisce infatti un pilastro fondamentale di quella “casa come luogo principale di cura” indicata da Draghi come prospettiva futura di una sanità moderna, efficace e vicina al cittadino”.

Fnopo: Piena condivisione

«Il discorso programmatico del presidente del Consiglio, prof. Mario Draghi, in Senato per la fiducia al nuovo Governo è pienamente condivisibile e auspicabile a maggior ragione nell’attuale situazione pandemica. L’emergenza oggi è più che mai dettata dai contagi Covid-19 che, insieme alle altre esigenze di salute da tempo espresse dai cittadini, impongono il potenziamento e la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale e di prossimità, che può realmente garantire una appropriata presa in carico dei bisogni di salute della popolazione. Non di meno darebbe respiro alle strutture ospedaliere messe a dura prova non solo durante l’emergenza epidemiologica in atto. Infatti, va ribaltata la logica ospedalo-centrica, potenziando i servizi di territoriali che svolgono un’adeguata funzione di filtro nell’accesso alle cure ad alta intensità. La Federazione nazionale ostetriche chiede al nuovo Governo di porre finalmente l’adeguata attenzione alla tutela della salute delle donne, anche con il giusto riconoscimento e valorizzazione delle ostetriche, professioniste il cui ambito di attività spazia dal percorso nascita, alle aree della prevenzione, cura e riabilitazione della salute della donna e famiglia. E’ acclarata l’esigenza di perseguire la sostenibilità e qualità del servizio sanitario, con il ricorso appropriato al professionista giusto al posto giusto. Le ostetriche possono operare capillarmente a livello territoriale nei distretti socio-sanitari, nei consultori familiari che da troppo tempo ormai sono depotenziati per numero e presenza dì personale, negli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, nelle case della salute e nell’equipe interprofessionali», affermano i vertici della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica Fnopo.

«Come giustamente ha sottolineato il presidente Draghi, solo una riorganizzazione e un adeguamento dell’assistenza sanitaria ai nuovi bisogni di salute può garantire fattivamente i Livelli essenziali di assistenza (Lea) da troppo tempo disattesi e disomogenei sul territorio nazionale. Si deve lavorare congiuntamente affinché le donne possano trovare nel proprio territorio di appartenenza i servizi necessari per la prevenzione, la diagnosi ed eventuale cura delle patologie in cui possono incorrere, nonché poter usufruire di percorsi nascita e assistenza domiciliare dopo il parto e promozione e sostegno dell’allattamento materno, con il modello dell’ostetrica di famiglia e di comunità. Le ostetriche, oggi più che mai, sono al fianco delle donne in tutte le fasi della loro salute biologica sessuale e riproduttiva – spiegano le rappresentanti nazionali della professione ostetrica -. In merito poi alla indispensabile campagna di
vaccinazione per contrastare i contagi da Covid-19, la comunità professionale rinnova la propria disponibilità a essere soggetti vaccinatori affinché sia raggiunta nella popolazione la necessaria immunità di gregge.

L’auspicio, quindi, è che il nuovo Governo ottenuta la fiducia attui concretamente quanto prospettato», concludono le componenti del Comitato centrale Fnopo.

Cidec: Le strutture di laboratorio accreditate sono a disposizione del Ssn per accelerare la campagna vaccinale

Le strutture di laboratorio accreditate con il SSN presenti sul territorio nazionale, tutte dotate della presenza di personale medico, sono pronte a mettersi a disposizione del Governo per partecipare alla campagna di vaccinazione anti-Covid. “Il coinvolgimento della nostra Rete di strutture associate nell’ambito del Piano Nazionale per la vaccinazione anti-Covid consentirebbe di dare una rapida accelerazione al numero di somministrazioni giornaliere e di rafforzare la capillarità dei punti vaccinali”, spiega Elisa Interlandi, Presidente Nazionale di Cidec Federazione Sanità.

“Bisogna far tesoro – continua Elisa Interlandi – delle parole pronunciate oggi in Senato dal Presidente Draghi, che ha testualmente affermato ‘non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private’”.

“Ritengo che i laboratori di analisi accreditati – conclude la Presidente Interlandi – facciano parte a pieno titolo delle strutture invocate dal Presidente Draghi. La presenza di personale medico in ogni centro, la capillarità sul territorio, gli elevati standard di qualità offerti e la piena idoneità a livello organizzativo per la somministrazione dei vaccini fanno delle strutture di laboratorio accreditate un presidio irrinunciabile per la lotta al Covid-19, sia nell’ambito delle attività di tracciamento dei contagi, sia ai fini del raggiungimento degli obiettivi di copertura vaccinale auspicati.”

Fials: Ssn messo a dura prova? Urge piano Marshall per assunzioni, recupero liste attesa e sanità territoriale

“Caro presidente Draghi, è proprio vero: i dati ufficiali sottostimano il fenomeno. Non sapremo mai con certezza se i morti per Covid in Italia siano stati 92.522 e se i contagiati siano stati 2.725.106. Lo stesso vale per il numero di operatori sanitari deceduti e colpiti dal virus, che lei ha ricordato essere 259 e 118.856. Cifre che spaventano e a cui allo stesso tempo ci siamo tristemente assuefatti. Ma che testimoniano, sono parole sue, ‘un enorme sacrificio sostenuto con generosità e impegno’ dal personale sanitario. Un riconoscimento importante e doveroso, del quale, come sindacato degli operatori della sanità, le siamo grati. Ora però le chiediamo un cambio di passo affinchè predisponga al più presto un piano Marshall per risollevare il Ssn messo a dura prova dalla pandemia”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale nazionale della Fials, dopo le comunicazioni programmatiche del premier al Senato.

Durante il discorso al Parlamento sulla richiesta di fiducia, Draghi ha spiegato anche che l’aspettativa di vita si è abbassata e che ‘un calo simile non si registrava in Italia dai tempi delle due guerre mondiali’. Per questo, noi della Fials confidiamo nella fattività dei suoi propositi e ci aspettiamo che alle parole di stima seguano piani concreti. Per prima cosa il capitale umano. Se, come ha detto, ‘la pandemia ha messo a dura prova il Ssn sottraendo personale e risorse alla prevenzione e alla cura di altre patologie, con conseguenze pesanti sulla salute di tanti italiani’, il nuovo esecutivo provveda immediatamente a dare avvio a nuove assunzioni per far rifiatare medici e infermieri ormai stanchi, e iniettare linfa vitale alle Aziende sanitarie in affanno. “Siamo sicuri che il nuovo Governo – ribadisce Carbone – farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Allora il presidente del Consiglio in pectore converrà che i bandi per il reclutamento di per
sonale sanitario pubblicati sinora siano largamente insufficienti a fronteggiare la massiva campagna vaccinale, nonché il recupero di tutte le attività che sono state lasciate indietro a causa della pandemia”. “Comprendiamo il lapsus sul numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid, ma riteniamo di fondamentale importanza – sottolinea il segretario generale Fials – che un homo economicus come Draghi sia conscio dei limiti del nostro Ssn, come anche degli sforzi abnormi compiuti per arginarne le drammatiche conseguenze in termini di vite umane”.

La Fials si dichiara d’accordo con il presidente, quando afferma che il primo pensiero ‘riguarda la nostra responsabilità nazionale’ e che ‘il principale dovere a cui siamo chiamati tutti è di combattere la pandemia’. Ancor di più, quando auspica l’apertura di ‘un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità’. La luce alla fine del tunnel, e su questo convergiamo, è rappresentata della sanità territoriale da realizzare attraverso ‘una forte rete di servizi di base’. “Ma per creare case e ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria – conclude Carbone – occorrerà stanziare ben più dei 19,72 mld previsti da Recovery Plan e React Ue. Altrimenti sull’assistenza domiciliare integrata e sull’affidamento delle acuzie agli ospedali, rischiamo di scrivere un libro dei sogni e di perdere il treno per il futuro”.