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Edizione del 16/02/2021
Estratto da pag. 1
Scontro sul lockdown, scuole nel mirino. Incubo varianti: “Presto +50% di contagi”
L’Iss: innalzare le difese. Scienziati divisi, centrodestra e Regioni frenano. Sullo sci polemica Lega-Speranza
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L’Iss: innalzare le difese. Scienziati divisi, centrodestra e Regioni frenano. Sullo sci polemica Lega-Speranza

Mentre gli organismi scientifici nazionali e internazionali chiedono all’unisono misure più restrittive, i partiti, del centro destra ma non solo, se la prendono con gli “scienziati” Cassandra e il Cts, mostrandosi poco propensi ad assecondare nuove chiusure.Che almeno in forma di zone rosse locali però ci saranno, perché le proiezioni in mano agli esperti del ministero della Salute indicano un raddoppio dei casi di variante britannica in Italia ogni settimana. In pratica nell’arco di tre, massimo quattro settimane il virus in Italia parlerà quasi esclusivamente inglese e questo, si tradurrà in un aumento del 50% dei contagi. Ma anche della mortalità, perché il Nervarg britannico, l’equivalente del nostro Cts, indica «un aumentato rischio di ospedalizzazione e morte» dovuti alla variante. Del 40-60%, specifica Neil Ferguson, epidemiologo e consulente scientifico di Boris Johnson.

Se i numeri sono questi, la stretta sembra inevitabile, anche se sulle misure nulla è ancora deciso. Ieri sera il Cts ha fatto il punto sulla situazione epidemiologica alla presenza del neo ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, il riconfermato Roberto Speranza alla Salute e il presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini. Che agli esperti ha detto a chiare lettere «parlate meno», mentre Gelmini più diplomaticamente si è limitata a parlare di «necessità di condividere le posizioni prima di esternarle». Anche se poi si è di fatto schierata con i rigoristi, affermando «che la pandemia è ancora forte e se è necessario fare scelte di rigore si fanno».

Ma un cortocircuito tra scienziati e partiti c’è stato. Nel tritacarne è finito prima di tutto il consulente di Speranza, Walter Ricciardi, che domenica ha caldeggiato nuovi lockdown. «L’Italia è piena di bravi medici che non sento parlare tutti i giorni in tv e terrorizzare le persone», è andato giù duro Salvini con il professore. Nel mirino anche di Bonaccini. «Non sono io a dover dire al ministro cosa fare sulle consulenze, chiedo solo che ci sia un po’ più di prudenza nelle dichiarazioni pubbliche». «Se posso essere utile al Paese con i miei consigli lo faccio, altrimenti mi faccio da parte», è la replica di Ricciardi.

Chi è determinato a restare al suo posto è invece il commissario Arcuri, nel mirino di Lega e Forza Italia. «Non mi sembra che stia risolvendo molte delle questioni aperte. Penso che avrà bisogno di una mano», attacca sempre Salvini. Mentre per il forzista Antonio Tajani «la soluzione c’è già: Bertolaso». Alla fine deciderà Draghi, ma Arcuri dovrebbe restare al suo posto. Magari abdicando sui vaccini. Sotto attacco è finito anche il Cts in blocco e per quota parte Speranza, accusati sia dai governatori Fontana (Lombardia), Zaia (Veneto) e Fedriga (Friuli), che dal neo ministro del Turismo, il leghista Massimo Garavaglia, di non aver deciso prima il prolungamento dello stop allo sci. «Assurdo che il ministro competente possa prendere decisioni in autonomia. Evidentemente c’è qualcosa da registrare, penso sarà oggetto di discussione» attacca Garavaglia. «La stagione è ormai finita, pensare di riprendere il 5 marzo senza certezze non ha senso» afferma, chiedendo ristori e indennizzi immediati e unendosi al coro dei governatori. Bonaccini compreso, che auspica «sia l’ultima volta che si procede con queste modalità».

Nonostante gli attacchi ieri il Cts, sulla scia dell’Ecdc ( l’Agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie) che ha valutato come «molto alto» il rischio varianti, è tornato a ribadire che per arginare la diffusione delle varianti è necessaria «una rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure di mitigazione del rischio, sia in ambito nazionale che in specifici ambiti locali». Quali siano queste misure gli scienziati non lo dicono, ma gli uomini di Speranza tengono nel mirino le scuole, soprattutto quelle dell’infanzia e l
e elementari, perché è tra i più piccoli che le varianti sembrano diffondersi di più. E se così fosse le scuole inferiori diventerebbero un volano dell’epidemia. Sulla scuola il Cts è diviso, tra i paladini delle aperture, come il segretario Agostino Miozzo, e quelli pro-chiusure, come il direttore della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. Draghi ha indicato come una priorità la scuola in presenza. Ma Speranza non esiterà a chiedergli di chiudere, se la diffusione del virus tra i più piccoli dovesse impennarsi. Per il resto si procederà con lockdown locali concordati tra regioni e ministero, dove si rileverà la presenza di focolai delle varianti e con il sistema “a semaforo”: se i casi aumentano si passa in fascia arancione o rossa.

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