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Edizione del 15/02/2021
Estratto da pag. 1
Governo Draghi. La mission possible di Patrizio Bianchi
[bianchi-34]Contenuti correlati • E adesso la squadra che affiancherà il Ministro • Azzolina: 'Ho dato tutta me stessa, ora si volta pagina'. Esami di Stato: 'Lascio la mia proposta sul tavolo'L’avvento del governo Draghi segna non la nascita di una nuova formula politica ma di una nuova fase politica nella quale l’interesse nazionale prevale sulledialettiche partitiche. Per questo è stato chiamato un personaggio superpartes, un supertecnico che si avvarrà della collaborazione di altri ministrisupertecnici nei settori chiave dello sviluppo sostenibile in campo economico,ecologico, digitale e, finalmente, educativo. È in questo quadro che èmaturata, per la scuola, la scelta di un tecnico (ma con esperienze politiche)come Patrizio Bianchi, un economista attento all’importanza strategica dellepolitiche educative. Bianchi non intende porsi in contrapposizione con il lavoro svolto dal suopredecessore, come ha dichiarato a “Il fatto quotidiano”: “Riprenderò subito lefila dell’enorme lavoro fatto dalla ministra Lucia Azzolina. In queste ore stostudiando atti e delibere. La priorità è capire il ruolo della scuola nel pianonazionale di Rilancio e Resilienza“. Lavoro che Lucia Azzolina ha riassunto in un documento in 29 punti (in cui perònon si cita il Rapporto della Commissione presieduta dallo stesso Bianchi, apparso sul sito del Ministero solo sabato 13 febbraio, il giorno della nominaa ministro di Bianchi). Visto il curriculum del nuovo Ministro (professore di politica economica erettore dell’università di Ferrara, assessore all’istruzione e lavoro dellaregione Emilia-Romagna), e vista l’attività da lui svolta nella scorsa estatecome coordinatore della task force nominata da Lucia Azzolina con il compito diredigere un piano in vista della riapertura delle scuole a settembre, poiriversata nel recentissimo volume Nello specchio della scuola (il Mulino),possiamo dire che Patrizio Bianchi si inserisce a buon titolo nel filone diquegli economisti che hanno più valorizzato il rapporto tra investimenti inistruzione e sviluppo economico, da Romano Prodi a Nino Andreatta, da TommasoPadoa-Schioppa allo stesso Mario Draghi. Non si può dire che Bianchi sia un tecnico puro (come non lo sono stati glialtri ora citati, compreso il Draghi delle trattative con i 27 Stati membridell’Unione Europea), anche se ha quasi sempre operato più sul territorio che alivello nazionale, attività cui fa riferimento il presidentedell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini nel messaggio che gli ha rivolto: “Mipermetto di inviare un particolare in bocca al lupo a Patrizio Bianchi, che èstato assessore della mia Giunta nella passata legislatura e che fu arteficedel primo Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna“. Ma nel citato volume e in alcune interviste reperibili su YouTube (segnaliamoper particolare chiarezza quelle della Fondazione Feltrinelli https://www.youtube.com/watch?v=_Y2Jp8Fifr8 e del sito StraOrdinario digitale https://www.youtube.com/watch?v=r3kjLJcsgCg) Bianchi si occupa invece della dimensionenazionale delle politiche educative considerando “ormai indifferibile avviareuna vera fase costituente per la scuola“, “una nuova stagione in cui essa tornia essere, o meglio divenga, il motore di una crescita di un Paese che da troppotempo è bloccato“, perché “allargare a tutto il paese la battaglia persconfiggere le vecchie e nuove povertà educative diventa il modo per ritrovareun’Italia in crescita in un’Europa che torni a essere orgogliosa di sé stessa“. Concetti ribaditi nell’ampia intervista rilasciata a Tuttoscuola  nel numero digennaio 2021 e anche nell’articolo, scritto prima della nomina a ministro, cheBianchi ha preparato per il nostro mensile, che verrà pubblicato nel numero dimarzo 2021. Tra le misure considerate indispensabili e indifferibili, come ha ripetutoanche in un webinar della AEEE cui ha partecipato il giorno prima di esserenominato ministro, Bianchi mette la creazione di un sistema di istruzionesuperiore a carattere professionale stabile e competitivo con quellouniversitario decuplicando (almeno) il numero degli attuali iscrit
ti agli ITS,da 15.000 a 150.000, il “fabbisogno minimo per far funzionare il sistemaeconomico italiano“. Un obiettivo da conseguire in tre, o al massimo in 5 anni,sostiene Bianchi, non moltiplicando gli attuali ITS mono-corso bensìrealizzando centri (o “accademie professionali”), di dimensioni adeguate neiquali venga offerta una pluralità di corsi. Se Bianchi riuscisse anche solo in questa impresa, dopo 50 anni di fallimenti(anche se molte sono le altre urgenze che l’attendono), si guadagnerebbe unospazio nei manuali di storia della scuola italiana. Notizie correlate [Annotazion]E adesso la squadra che affiancherà il Ministro [Azzolina-1]Azzolina: 'Ho dato tutta me stessa, ora si volta pagina'. Esami di Stato:'Lascio la mia proposta sul tavolo'Tags0 commentiCommentaSolo gli utenti registrati possono commentare!Effettua il Login o Registrati???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????oppure accedi viaFacebook Google Twitter