lastampa.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 190996
Edizione del 15/02/2021
Estratto da pag. 1
Stop allo sci fino al 5 marzo. La rivolta dei governatori del Nord: “Così ci uccidete”
Dopo l’ultimatum dato dal Cts arriva la decisione di imporre il divieto. Assembramenti a San Valentino: ristoranti sold out e folla in strada
Menu di navigazione

Dopo l’ultimatum dato dal Cts arriva la decisione di imporre il divieto. Assembramenti a San Valentino: ristoranti sold out e folla in strada

ROMA. Oggi, contrariamente a quanto annunciato nelle settimane scorse, non si potrà ricominciare a sciare. Lo stop arriva dal ministro alla Salute Roberto Speranza, dopo l’ultimatum del Comitato tecnico scientifico che ha sconsigliato l’apertura degli impianti alla luce del dilagare delle pericolose varianti del Covid e degli assembramenti che ieri, complice la domenica di sole e San Valentino, si sono visti un po’ ovunque in Italia, con ristoranti spesso da tutto esaurito e strade affollate.

I governatori del Nord e il settore della montagna insorgono per il danno economico, ma Speranza rassicura: «Il governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori».

Il provvedimento firmato ieri da Speranza - in una giornata in cui si sono registrati 11.068 nuovi casi e 221 morti - proroga l’apertura al 5 marzo, data di scadenza del Dpcm del 14 gennaio scorso.

E inevitabilmente rappresenta la prima grana per il governo Draghi appena insediato. Tanto più che a protestare per la sfumata riattivazione degli impianti ci sono anche i due ministri leghisti allo Sviluppo economico e al Turismo, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia: «Non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più, a maggior ragione se ci sono altri stop. Quando si reca un danno, il danno va indennizzato, già subito nel prossimo decreto».

Il segretario della Lega Matteo Salvini si scaglia contro il consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi, che ha condiviso la scelta del Cts di rinviare l’appuntamento sulle piste da sci e ha addirittura rilanciato l’esigenza di un lockdown totale limitato nel tempo. «Prima di terrorizzare gli italiani - tuona Salvini - fai il favore di parlarne con il presidente del Consiglio».

Ma le critiche piovono anche da parte dei Dem. I deputati Pd Enrico Borghi (dell’ufficio di presidenza a Montecitorio), Francesca Bonomo e Roger De Menech invocano l’elargizione di ristori: «Ci sono sul tavolo i 32 miliardi derivanti dallo scostamento di bilancio votato dal Parlamento, e riteniamo che il primo atto del nuovo governo sia attingere a queste risorse per un immediato riscontro risarcitorio all'imprenditoria montana». Il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, non nasconde «stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza».

E la leader dei FdI Giorgia Meloni incalza: «A 24 ore dalla ripartenza, lo stesso Cts dice che non ci sono più le condizioni e il governo Draghi-Speranza decide un altro rinvio. È la mazzata finale per tantissimi operatori». Preoccupazione e disappunto anche tra i presidenti delle Regioni del Nord. Luca Zaia, governatore del Veneto è categorico: «Il turismo è la prima industria del Veneto con 18 miliardi di fatturato. Prendo atto di un provvedimento che arriva troppo tardi. Bisogna dunque provvedere immediatamente ai ristori, ma anche indennizzi per il danno ricevuto. La salute è un bene assolutamente primario, ma non possiamo continuare ad assistere a questo balletto di dichiarazioni».

Secondo il presidente della Liguria Giovanni Toti il governo Draghi «deve dare un cambio di passo sul tema del Covid, nessuno lunedì mattina si sarebbe precipitato a sciare, visto che le Regioni sono chiuse, ci sarebbero potuti andare solo i residenti. Credo che sarebbe stato un segnale dire che piano piano si riapre il Paese». Il governatore della Valle d’Aosta Erik Lavevaz esprime «il proprio vivo disappunto per la mancanza di serietà nei confronti di chi vive e di chi lavora in montagna». E quello del Friuli Venezia Giulia invoca come «necessaria una ristrutturazione dell’organizzazione del Cts
perché non ci possiamo trovare ancora in mezzo a questa indecisione: a rimetterci sono le imprese e i lavoratori». Demoralizzato il presidente del Collegio nazionale maestri di sci, Bebbe Cuc: «Ora ci aspettiamo un concreto e immediato impegno per ristorare la categoria, tenendo conto di questo ultimo umiliante schiaffo». Polemico anche il presidente di Confturismo Confcommercio Luca Patanè: «Bloccare l’apertura degli impianti sciistici la sera prima dell’annunciata apertura è un messaggio negativo per il Paese.

Occorre completare in tempi rapidissimi il passaggio delle consegne dal Mibact al nuovo Mistero del Turismo per non fermare le assegnazioni di aiuti alle imprese del settore fissate per legge che già sono in ritardo di mesi».

Codice Fiscale 06598550587

P.iva 01578251009