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Dir. Resp.
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Edizione del 29/01/2020
Estratto da pag. 1
Milleproroghe, l’Associazione magistrati della Corte dei conti: ancora emendamenti per stravolgere nostre competenze
L’Associazione magistrati della Corte dei conti ribadisce la "propria ferma e convinta contrarietà rispetto al tentativo di realizzare, attraverso numerosi emendamenti" alla legge di conversione del cosiddetto decreto Milleproroghe, "modifiche sostanziali alle funzioni e alla stessa organizzazione della magistratura contabile". Il riferimento è alla "previsione di un massiccio ingresso nei ruoli di soggetti nominati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in assenza di procedura concorsuale o di particolari titoli di merito". L’Associazione magistrati della Corte dei conti, inoltre, è contraria alla "recente proposta di realizzare la centralizzazione della funzione consultiva attualmente attribuita alle sezioni regionali della Corte stessa, tentativo già manifestatosi in precedenti proposte sempre respinte dal Parlamento". "Un simile emendamento si presterebbe ad una doppia censura di incostituzionalità, sia perché verrebbe ad abolire un’importante innovazione prevista dalla cosiddetta legge La Loggia in attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione, sia perché introdurrebbe durante la conversione di un decreto-legge norme assolutamente estranee a quelle contenute nell’originario provvedimento", si legge in una nota. "L’emendamento, inoltre, impedendo agli enti locali di potersi rivolgere alla sezione regionale più prossima e costringendoli ad accedere ad un’unica sezione centrale, di fatto sterilizzerebbe una funzione che ha fino ad oggi consentito alle amministrazioni locali di porre in essere scelte sempre più improntate a criteri di efficienza, efficacia ed economicità, a garanzia esclusiva della legge e dei diritti dei cittadini". Comunque, l’Associazione magistrati della Corte dei conti si dice preoccupata "per l’ennesimo tentativo di modificare in maniera estemporanea e superficiale le funzioni della Corte dei conti, con emendamenti che mentre dichiarano di voler favorire l’univocità dei relativi indirizzi - esigenza già assicurata dai vigenti strumenti di nomofilachia - tendono invece a costituire le premesse per realizzarne l’unicità, in netto contrasto con i principi di autonomia ed indipendenza di ciascun magistrato".