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Edizione del 12/02/2021
Estratto da pag. 1
Governo, ultime notizie: Draghi atteso al Colle con squadra ministri, M5s si spacca dopo voto su Rousseau
Le ultime notizie sul governo Draghi del 12 febbraio: il Movimento 5 Stelle vota Sì, su Rousseau, per il sostegno all''esecutivo guidato dall''ex...
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, parla in un’intervista a La Stampa della nascita del nuovo governo: “Ho piena fiducia in Draghi. Voglio sperare che tutte le forze politiche lavorino nella stessa direzione, che abbiano la consapevolezza della gravità della situazione ed abbiano ben compreso la portata dell'appello del capo dello Stato. Le distinzioni politiche rimangono, le preclusioni sono fuori dal tempo”. Sulla proposta di un ministero per la Transizione ecologica, Berlusconi commenta: “Nulla in contrario, anzi ne sarei felice: la cura dell'ambiente è sempre stata una delle mie prime preoccupazioni. L’importante è che questa moda non diventi il pretesto per riproporre la cultura del no. Sviluppo e ambiente sono complementari, non antagonisti”.

Non vuole dire se ha votato a favore o contro la nascita del governo Draghi, Davide Casaleggio. Intervistato dal Corriere della Sera rivendica che il voto sulla piattaforma Rousseau “unisce sempre la comunità del Movimento”. M5s in cui tutti hanno “concordato che Rousseau rivesta un ruolo centrale nel Movimento”. Ma ora bisogna andare avanti: “È un momento di costruire il futuro, non di difendere il passato”, afferma. Ammettendo che quello che sta per nascere “sarà un governo complicato”, anche per le tensioni interne al gruppo che si potranno creare. Sul quesito di Rousseau Casaleggio ribadisce che è stato formato da Vito Crimi e poi commenta la decisione di Alessandro Di Battista di lasciare il Movimento: “Alessandro è fondamentale per il Movimento. È una persona che stimo, in grado di portare avanti con coerenza i principi e le battaglie del Movimento. Questa sua scelta dimostra per l’ennesima volta l’onestà intellettuale di Alessandro ed è proprio di questa coerenza che ha bisogno il Movimento. Chi oggi guida l’azione politica del Movimento dovrà fare in modo di non gestire questo momento con arroganza o la larga parte contraria a questa scelta potrebbe allontanarsi”.

La votazione su Rousseau si è chiusa con una vittoria ristretta per il Sì: il Movimento 5 Stelle, quindi, sosterrà il governo Draghi. Ma non senza conseguenze. La prima è l’annuncio dell’ex deputato Alessandro Di Battista: “Accetto la votazione ma non posso digerirla. Da tempo non sono d’accordo con le decisioni del Movimento 5 Stelle e ora non posso che farmi da parte”. Un addio o un arrivederci, che potrebbe dare coraggio a qualche altro scontento del M5s anche in Parlamento. Al momento, comunque, non dovrebbero essere in molti a seguire la strada scelta da Di Battista.

Su Rousseau hanno votato 74.537 iscritti: il 59,3%, circa 44mila, ha votato a favore. Per il ministro degli Esteri uscente, Luigi Di Maio, “la responsabilità è il pezzo della grandezza. Oggi i nostri iscritti hanno dimostrato anche una volta grande maturità, lealtà verso le istituzioni e senso di appartenenza al Paese”. Il presidente della Camera, Roberto Fico, commenta: “Questa scelta è un’assunzione di responsabilità e segna l’apertura di una nuova fase in questa legislatura”. Il Pd torna ad assicurare sostegno a Draghi: “Occorre mantenere l’unità del partito in ogni passaggio fondamentale, ora Costituente riforme in Parlamento”, afferma il segretario Nicola Zingaretti.

Il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, sta lavorando in queste ore alla squadra di governo: per quanto riguarda la scelta dei ministri, sembra che l’intenzione sia quella di portare nell'esecutivo almeno per il 50% donne, anche provenienti dai partiti. Draghi non ha ancora fatto sapere quando salirà al Quirinale per sciogliere la riserva e accettare l’incarico pieno: si ipotizza che possa andare già oggi o, al più tardi, domani. Poi cosa succede? La squadra di governo dovrà giurare al Quirinale e dare vita al primo Consiglio dei ministri. Entro pochi giorni, poi, ci dovrebbe essere il voto di fiducia in Parlamento.