italiaoggi.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 4142
Edizione del 11/02/2021
Estratto da pag. 1
Una superpoltrona per il M5s
I sindacati: torni la concertazione. Abi, prolungare le moratorie
Vignetta di Claudio CadeiPiù che politica, è una «transizione ecologica» quella che il premier incaricato Mario Draghi sembra costretto a intraprendere se vorrà avere a sostegno del suo governo, come desiderato, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Luigi di Maio e Alessandro di Battista.Già, perché mentre il presidente del consiglio incaricato attende di presentarsi alle camere con il proprio programma di rilancio dell'economia e di riforme e il nuovo piano di vaccinazioni e le parti sociali, nel corso delle consultazioni di ieri, hanno avvertito che l'economia rischia davvero grossi danni oltre a quelli già creati dalla pandemia, i pentastellati scelgono di condizionare il sì della piattaforma Rousseau a Draghi alla creazione di un «Superministero della transizione ecologica», nel quale fare affluire le competenze dei ministeri di Infrastrutture, Ambiente e Sviluppo economico.Una richiesta, quella recapitata da Grillo a Draghi nel corso delle consultazioni di martedì, considerata tanto dirimente da convincere i vertici pentastellati prima al rinvio delle votazioni tramite Rousseau, poi ad annunciare che si terranno dalle 10 alle 18 di oggi sul quesito: «Sei d'accordo che il Movimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal Movimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?» Non è un caso che Draghi, con il suo stile comunicativo austero ma efficace, abbia fatto annunciare dalla presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi, «la buona notizia che ci sarà un ministero della transizione ecologica». .Nel suo blog il comico genovese scrive che «un Super-Ministero (rigorosamente con le maiuscole, ndr) per la transizione ecologica lo hanno Francia, Spagna, Svizzera, Costarica e altri paesi. Presto lo dovranno avere tutti. Non lo dico io. Ce lo gridano la natura, l'economia, la società. E anche Papa Francesco. Siamo francescani, fondati il 4 ottobre, giorno di San Francesco. Capiamolo, una volta per tutte: è l'economia che rovina l'ambiente, non il contrario. Lo dico da vent'anni negli spettacoli: 'Il vero ministero dell'ambiente è quello dell'economia, dell'energia, delle finanze'». È uno strumento fondamentale, come ci sembrarono fondamentali i primi ministeri dell'ambiente negli anni 70. Dopo mezzo secolo abbiamo capito però che per curare il cancro non bastano i cerotti. I ministeri dell'ambiente sono obsoleti. Da cinquant'anni abbiamo il motore economico-ecologico in folle. Perché il motore è in banca. Non è nel bosco. Ora che lo abbiamo capito dobbiamo mettere la marcia avanti. La quarta, non la prima».Per Grillo, insomma, «solo un Super-Ministero per la transizione ecologica può affrontare le crisi che in cinquant'anni di economia patogena abbiamo fatto diventare emergenze: il clima, la biodiversità, le disuguaglianze, il lavoro, le migrazioni. Questa è una pand-economia micidiale. In mezzo secolo, ha fatto più morti che il Covid in un anno (sic).Mentre il vate genovese del futurismo ambientale scriveva queste parole rivolto a un Alessandro Di Battista che medita di rispondere un fragoroso no a Draghi insieme con molti suoi compagni di partito, il premier incaricato tentava di affrontare l'emergenza economica e le priorità emerse dal confronto con le parti sociali.Ieri, alla camera, si sono presentati infatti l'Abi e l'Ania, Confindustria con il presidente Carlo Bonomi, Confapi, e poco dopo Cgil, Cisl e Uil con i segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri. Subito dopo l'Ugl e nel pomeriggio, Unioncamere, e le associazioni della Pmi, cioè Cna e Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti, Confartigianato, e poi l'Alleanza delle cooperative.Per i sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, è stata il segretario generale del sindacato di via Po, Furlan, la prima a rivelare i contenuti emersi dall'incontro con Draghi: «Abbiamo chiesto che la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa Covid siano confermati, con il so
stegno alle imprese. Non deve essere sine die ma ci vogliono i tempi giusti per riformare gli ammortizzatori sociali e far decollare finalmente le politiche attive».Maurizio Landini, leader della Cgil ha sottolineato il carattere storico di queste consultazioni quando ha notato: «Il fatto che le parti sociali siano coinvolte nella fase di istituzione di un nuovo governo, è una novità, non succedeva da tempo, se mai è successo in passato. Abbiamo evidenziato tutti l'importanza di questo elemento e che il confronto debba proseguire quando il governo avrà avuto la fiducia per affrontare in modo nuovo i problemi».«Abbiamo espresso al presidente incaricato la nostra soddisfazione per averlo incontrato, soprattutto per aver lui utilizzato il metodo del confronto in una momento così delicato», ha detto Bombardieri..È stato poi il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a manifestare «il più convinto sostegno all'azione che il presidente Draghi dovrà intraprendere, nella vera speranza che il consenso parlamentare riservato al suo programma sia ampio e solido, perché c'è davvero molto da fare, e bisogna farlo presto e bene».L'Abi, tramite il presidente Antonio Patuelli ha ricordato i provvedimenti «eccezionali che in questi mesi sono stati varati dalle autorità europee e nazionali a sostegno dell'economia produttiva, con prestiti garantiti e moratorie. Abbiamo chiesto che non vengano interrotte anzitempo, che abbiamo una durata più lunga della pandemia e quando sarà finalmente conclusa l'emergenza sanitaria che vengano ridotte gradualmente. Occorrerà dare tempo alle imprese, in una situazione di ritrovata normalità, per riprendere a lavorare in maniera ordinaria e avere tempo di ripagare, con gradualità senza strattonamenti, i debiti che hanno contratto negli anni della pandemia e in quelli in cui hanno chiesto le moratorie».Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha promesso «massima collaborazione» dalle regioni al premier incaricato. «Due le priorità assolute: la prima la lotta alla pandemia che rispetto allo scorso anno precede, quindi tutta l'offerta di collaborazione per renderla piu efficace possibile. Ora c'è una pandemia anche economica e sociale e bisogna impegnarsi per lo stop a ulteriori chiusure e al momento più persone si vaccineranno e più tutti saranno tutelati. Non bisogna dimenticare poi che il Piano di Resilienza vede strumenti formidabili dal punto di vista delle risorse, per mettere a terra oltre 200 miliardi di euro per la ripresa e per ridurre i ritardi. La riconversione ecologica e digitale è la sfida di domani ma serve anche una robusta semplificazione delle norme».Draghi, in ogni caso, al termine delle consultazioni non ha parlato, nell'attesa di tirare le fila del programma prima di salire al Colle, a questo punto domani, venerdì 12 febbraio, per sciogliere la riserva e presentarsi poi al giuramento con i suoi ministri.A parlare sono stati invece Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, che si sono riuniti a Villa Grande, la dimora di lusso sull'Appia antica a Roma acquistata a suo tempo dal leader di Forza Italia, per un vertice al termine del quale hanno espresso pieno e incondizionato sostegno di Lega e Fi a Draghi. «e hanno ribadito la ferma volontà di dare un contributo, con senso di responsabilità e senza porre alcun veto, per risollevare il paese da una gravissima crisi sanitaria, economica e sociale».Anche il Pd ha fatto sapere che «nel comitato politico Pd è stato espresso sostegno unanime alla proposta di Zingaretti di proseguire sulla strada del progetto di governo con Draghi.Il Pd è pronto a sostenere un governo che affronti le grandi emergenze, pandemia, campagna vaccinale, emergenza sanitaria, sociale ed economica in corso. Con il massimo impegno per attuare il Next Generation Eu in tempi rapidi e aprire una stagione di investimenti per il lavoro e l'economia».E a proposito di crisi sanitaria, sono stati 12 mila 956 i nuovi casi di coronavirus in Italia registrati ieri. Le vittime sono state invece, 336. Il tasso di positività è salito al 4,1%, dal precedente 3,9%.
Ieri il presidente della Repubbica Sergio Mattarella e i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati hanno partecipato alle celebrazioni del Giorno del ricordo, in memoria delle vittime delle foibe. Il capo dello Stato ha ricordato che «le sofferenze, lo sradicamento, l'esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie dell'Istria, di Fiume, delle coste dalmate sono scritti con segno indelebile. I crimini contro l'umanità scatenati in quel conflitto non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista. L'orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze».© Riproduzione riservata