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Edizione del 06/02/2021
Estratto da pag. 1
Decolla l’ipotesi del voto in primavera, Carretta: ora si acceleri sul candidato dem
Alleanze con il M5S? Non c’è nessuna imposizione dall’alto. Si faranno soltanto dove possibile
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Alleanze con il M5S? Non c’è nessuna imposizione dall’alto. Si faranno soltanto dove possibile

TORINO. Si apre la porta per il voto in primavera. Se pochi giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva bollato il voto in tempo di pandemia come opzione rischiosa, molti avevano pensato potesse valere lo stesso per le comunali che coinvolgeranno moltissimi comuni comprese le principali città: Torino, Roma, Milano, Napoli e Bologna. A respingere l’ipotesi di un rinvio delle comunali, ieri, ci ha pensato Antonio Decaro, presidente di Anci, che parla di un’opzione che «appare lontanissima, certamente improbabile». Decaro spiega che ci sono interlocuzioni aperte con il governo su un «possibile spostamento delle elezioni se non dovesse abbassarsi la curva dei contagi», con la conseguenza che «non si voterà più a maggio ma si potrebbe votare a settembre». Ma il presidente Anci è speranzoso: «Le stime prevedono un abbassamento dei contagi e dunque lo svolgimento delle elezioni. Sono fiducioso che a maggio si possa votare per eleggere i sindaci e i consigli comunali di tante città». E per quanto riguarda le parole di Mattarella? «Il suo calcolo riguardava il voto anticipato fra due mesi, la durata di una eventuale campagna elettorale, dunque già nei primi giorni di aprile: non a maggio o giugno quando è programmato il voto per le elezioni comunali. Il discorso è ben diverso», conclude Decaro.

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Bernardo Basilici Menini

Una valutazione, quella del numero uno dei Comuni italiani, che per Torino ha una rilevanza particolare, visto che il processo di selezione dei candidati sindaco di centrosinistra e Movimento 5 Stelle si è arenato. Ma secondo il segretario provinciale del Partito democratico Mimmo Carretta alla questione dei tempi deve essere dato un peso limitato: «Ho sempre sostenuto, e continuo a sostenere, che la variabile del rinvio o meno delle elezioni non deve condizionare il processo di definizione del candidato o candidata sindaco del centrosinistra». I motivi, ribadisce Carretta, «risiedono nell’urgenza di dare quanto prima ai cittadini le risposte che il centrosinistra intende dare ai loro bisogni con il suo programma, e di non perdere ulteriore tempo, vista la discesa in campo del candidato del centrodestra».

Quindi, a prescindere dal rinvio del voto o meno, i tempi sono stretti. E la possibilità che per maggio e giugno tutto vada secondo i programmi non è l’unica novità per Dem e M5S. Ieri, infatti, il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti, in un’intervista a La Stampa, parlando dell’alleanza giallorossa, ha detto che «vedremo in primavera, quando andranno al voto le più importanti città del Paese. Assieme a Cinquestelle e Leu - e aprendoci a forze dell’area liberale e moderata, forze civiche e ambientaliste - saremo competitivi ovunque». Valutazione che per i due partiti torinesi è più complessa, perché qui, a differenza del panorama nazionale, i rapporti sono di aperta ostilità. Non a caso, sempre ieri, Caterina Bini (responsabile enti locali Pd nazionale) ha puntualizzato che «le alleanze si faranno solo dove sarà possibile, senza nessuna imposizione dall’alto ai territori». Insomma, sostiene Bini, il Pd subalpino avrà mani libere. —

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