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Edizione del 04/02/2021
Estratto da pag. 1
Stefano Rizzi 07:00 Giovedì 04 Febbraio 2021Accordo con i sindacati dei camici bianchi. Prenotazioni gestite dal sistemasanitario regionale. Venesia (Fimmg): "Il nostro lavoro proseguirà anche dopol'immunizzazione degli over 80". Passa la richiesta al Governo: "Forniture inbase ai fabbisogni"[covid-vacc] Tornano, o meglio restano in campo gli oltre tremila medici difamiglia per la vaccinazione degli ultraottantenni, ma anche per le fasisuccessive della campagna di immunizzazione. La fumata bianca che ieri sera haconcluso l’incontro tra i sindacati dei medici di medicina generale e laRegione Piemonte, elimina quello che sarebbe stato un ostacolo enorme sullastrada del piano vaccini alla luce delle modifiche imposte dall’impossibilità,ad oggi, di utilizzare il prodotto di AstraZeneca su chi ha più di 55 anni. [covid-vacc]Proprio su quel vaccino, infatti, era stato basato il progetto perimmunizzare la terza età e, già nelle settimane scorse, in base a un accordocon la Regione gran parte del lavoro sarebbe stato svolto dai mutualisti neiloro studi e, nei casi che lo avessero richiesto, a domicilio. La doccia freddaarrivata con la raccomandazione dell’Agenzia italiana del farmaco di non usareil vaccino su persone ultracinquantacinquenni aveva, all’improvviso, rimessotutto in discussione con la prospettiva concreta di dover rinunciare ai medicidi famiglia, viste le difficoltà di conservazione, trasporto e manipolazionedegli altri due prodotti ad oggi disponibili, ovvero Pfizer e Moderna.[venesia-09]La svolta serale ha spazzato via uno scenario preoccupante: “Saremopresenti negli hot spot, nelle strutture sanitarie e nei centri vaccinali chesaranno predisposti”, conferma Alberto Venesia, segretario regionale della Fimmg, il sindacato che insieme a tutti gli altri aveva sottoscritto l’accordonelle scorse settimane e che ieri hanno riconfermato l’impegno dei medici difamiglia del Piemonte. Dunque, se l’utilizzo del prodotto della Pfizer e diModerna non consentirà la vaccinazione negli studi dei mutualisti, saranno loroa operare nei centri individuati dalla Regione e dalle Asl, incominciando daidistretti. Ai medici verrà riconosciuto il corrispettivo economico stabilitoper le vaccinazione a livello nazionale, pari a 6,16 euro ad iniezione, anchese nelle trattative con il ministero la cifra potrebbe essere rivista alrialzo.Come anticipato dallo Spiffero, i sindacati dei camici bianchi hanno tenuto ilpunto sulla questione del loro impegno burocratico. “Non siamo disponibili adiventare un centro di prenotazione”, avevano avvertito. E hanno avuto ragione.“I medici di famiglia forniranno alle Asl o alle altre strutture della Regionegli elenchi dei loro assistiti, con eventuali priorità in base alle patologie eallo stato di salute, ma – precisa Venesia – la gestione delle prenotazioni ela comunicazione ai cittadini per recarsi al centro vaccinale non sarà una loroincombenza”. [cirio-masc]Dunque spetterà alle strutture del sistema sanitario regionaleavvisare o invitare gli anziani e successivamente le altre categorie, in base acriteri che ancora devono essere stabiliti oltre a quello dell’età. Comeavverrà questo passaggio? Con una telefonata? Con lettera come accade percampagne di screening oncologico? Questa è una decisione che dovrà assumere laRegione. E in tempi brevi, se il governatore Alberto Cirio ha indicato nel 21febbraio l’avvio della vaccinazione per gli ultraottantenni.Se si è superata la questione dell’impiego dei medici di famiglia, ancoraun’incognita resta il numero di medici e infermieri che la strutturacommissariale nazionale diretta da Domenico Arcuri invierà in Piemonte. Ilcommissario e i suoi stretti collaboratori continuano a citare le duemilaassunzioni in itinere cui dovrebbero seguirne altre, ma se si resta a queinumeri è facile immaginare come i rinforzi saranno a dir poco esigui. “E poitutto dipenderà da quante dosi arriveranno”, osserva il segretario della Fimmg,puntando l’attenzione sull’incognita che potrebbe vanificare ogni sforzo. Non èun caso che ieri nel corso dell’incontro a distanza con Governo, i
l presidentedella Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini abbia sollecitato i ministro Roberto Speranza e Francesco Boccia a una verifica su tutti i i vaccinipresenti sul mercato.[icardi-spe]Nella stessa riunione, il Piemonte insieme alle altre Regioni haincassato un risultato per il quale l’assessore Luigi Icardi, nella sua vestedi coordinatore della commissione Sanità, aveva scritto una lettera a Bonaccinie a Speranza. La questione era quella della distribuzione dei vaccini: Arcuriaveva disposto che avvenisse in base alla popolazione complessiva e non in basealla quantità di soggetti compresi nelle varie categorie. “Con questo criteriole regioni che hanno una popolazione in media più anziana di altre sarebberopenalizzate – aveva spiegato Icardi – con il rischio di non ricevere tutti ivaccini necessari”. Ieri il criterio è stato cambiato e sarà attuatocompletamente nel giro di un paio di settimane, il tempo necessario perrivedere la logistica, specialmente quella di Pfizer. Per immunizzare i 370milapiemontesi over 80 arriveranno quindi 740mila dosi dei due vaccini più efficacisulla popolazione anziana, Pfizer e Moderna. Per quanto riguarda il prodotto diAstraZeneca, vista la sua limitazione ai 55 anni, da quanto emersodall’incontro con Arcuri e i ministri, verrà utilizzato, nelle prime settimane,su alcune categorie professionali a maggior rischio come personale scolastico,autisti dei mezzi pubblici, forze dell'ordine, operatori e ospiti di comunità.