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Edizione del 04/02/2021
Estratto da pag. 1
Milano, 4 febbraio 2021 - Le prime reazioni sono più che positive. Le istituzioni politiche milanesi e il mondo dell’economia cittadina, più o meno pubblicamente, guardano con grande attenzione a un nuovo Governo guidato da Mario Draghi. Nessuno pare rimpiangere il Conte bis. Al contrario, c’è già chi si dichiara disponibile a dare una mano all’ex presidente della Banca centrale europea. È il caso del rettore del Politecnico e presidente della Conferenza nazionale dei rettori Ferruccio Resta, che ieri, a un cronista che gli chiedeva se entrerebbe nel Governo Draghi, ha risposto così: "Non conosco Draghi, sarei onorato soltanto di ricevere una telefonata e cercherei di dare il mio contributo in qualunque forma lo richiedano. In questo momento il nostro Paese ha bisogno di tutti, di tutte le possibilità e gli individualismi e anche le paure di noi singoli dobbiamo in qualche modo farle da parte per metterci a servizio di tutti".
Dall’università alle imprese. Il presidente di Assolombarda Alessandro Spada, in una nota, fa un endorsement all’economista: "La caratura e lo spessore di Draghi sono il marchio distintivo di un italiano che nel nostro Paese, in Europa e nel mondo ha saputo raccogliere un grande prestigio. Tempi straordinari esigono energie straordinarie. Servono responsabilità e competenze. E un Governo che rafforzi la fiducia dei cittadini e delle imprese e che sia in grado di mettere a terra gli ingenti fondi che l’Europa ci ha messo a disposizione col Recovery Fund". Dall’economia alla politica. Che ne pensa il sindaco Beppe Sala di un Governo Draghi? Nessun commento ufficiale ieri. Ma non è un mistero che Sala stimi molto l’ex numero uno della Bce e nei mesi scorsi ha fatto capire che un Governo Draghi l’avrebbe visto favorevole. Qualche esempio? Lo scorso 30 marzo, in un’intervista sulla Stampa, Sala ha elogiato l’intervento di Draghi sul Financial Times sugli aiuti alle aziende: "Ha ragione Draghi, con cui mi sono confrontato alcuni giorni fa, perché è da qui che bisogna ripartire". Pochi giorni dopo, durante un incontro con la stampa estera, il sindaco gli ha fatto un endorsement: "Draghi è una persona di grandissimo valore e standing internazionale, abituata a confrontarsi con situazioni di grande complessità. Questa è una situazione di una complessità mai vista. Sono tra quelli che ritengono che Draghi in qualche forma debba e possa scendere in campo". E il 15 maggio Sala l’ha definito "fuoriclasse". Erano ancora i mesi in cui il sindaco stava riflettendo sul suo futuro a Palazzo Marino (bis o no?) e la tentazione di accettare un’eventuale chiamata di Draghi in caso di crisi di Governo era forte. Ma i mesi sono passati, il Governo Conte 2 ha resistito e il 7 dicembre il sindaco ha annunciato la sua ricandidatura. Sembra troppo tardi per pensare a una chiamata di Draghi. Ma mai dire mai. E la Regione? Il governatore lombardo e lumbard Attilio Fontana attende che il leader della Lega Matteo Salvini decida quale posizione prendere sul Governo Draghi.
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