lastampa.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 190996
Edizione del 29/01/2021
Estratto da pag. 1
Il Piemonte a rischio beffa, la zona gialla slitta ancora
Il governo intenzionato a rinviarla di una settimana. Cirio protesta
Menu di navigazione

Il governo intenzionato a rinviarla di una settimana. Cirio protesta

TORINO. Piemonte in zona gialla da domenica? Sì, no, forse. Più probabile che la riclassificazione scatti il 7 febbraio. Ma chi lo sa? Non lo sanno i presidenti di Regione, e di conseguenza non lo sanno i cittadini, alle prese con problemi molto concreti: spostarsi o meno tra Comuni, riaprire le attività o meno. Non lo sanno i bar e i ristoranti, che in zona gialla potrebbe aprire almeno fino alle 18. E lo stesso i musei, che sarebbero autorizzati a ospitare i visitatori. Eppure il ministero della Salute e il Comitato tecnico-scientifico di cui si avvale a ieri sera non avevano dato segnali.

Promozione in forse

Per quanto sembri incredibile, siamo a questo punto. A fare la differenza, la notizia di un cambio di criterio scoperto soltanto ieri mattina in Conferenza delle Regioni. Secondo l’esecutivo i 14 giorni da calcolare per il conto alla rovescia, al termine del quale si decide la riclassificazione delle Regioni, sono partiti dal 22 gennaio: il che implica per il Piemonte una settimana aggiuntiva di purgatorio in zona arancio. Una doccia fredda per la Regione, dove si fa notare che il report ministeriale del 22 gennaio faceva riferimento alla settimana 11-17 gennaio, e la prendeva per buona.

* ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER SUL COVID 

Quello che è peggio, ieri per i governatori di Regione - alcuni dei quali avevano già prodotto comunicati e rilasciato interviste sul passaggio in zona gialla delle rispettive Regioni - non c’è stato verso di comunicare con il ministro Speranza o con il viceministro Sileri.

«In effetti è stato impossibile - conferma Alberto Cirio, richiesto di risposte che non può fornire -. Abbiamo dato mandato a Giovanni Toti, vicepresidente della Conferenza, di chiedere un chiarimento al ministero». Impossibile capire come è nato il nuovo criterio, chi lo ha stabilito, e cosa sia cambiato rispetto al passato. Buio completo, insomma, in una giornata che a Roma è stata dominata dalla lunga crisi di governo. Mentre in Piemonte, precisamente dalla Regione, si sottolinea come in queste due settimane i dati siano buoni: «Non ci sono spie accese».

Leggi anche:

Coronavirus in Piemonte, oltre 1000 nuovi casi. Ma i ricoverati scendono di 98 unità

Il report settimanale

Ieri l’Unità di crisi ha comunicato 1.062 nuovi casi di persone risultate positive al Covid (di cui 149 dopo test antigenico), pari al 4,8% dei 22.175 tamponi eseguiti, di cui 13.398 antigenici: dei 1062 nuovi casi, gli asintomatici sono 444 (41,8%). I ricoverati in terapia intensiva sono 151 (meno 12 rispetto a mercoledì), quelli non in terapia intensiva sono 2.194 (meno 86). Mentre sono 43 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati, di cui 5 verificatisi ieri.

Ma questa è la fotografia della giornata. Stando alla sintesi del report di questa settimana, l’incidenza dei tamponi positivi si riduce, passando dall’8,8 al 7,8%, il tempo tra esordio sintomi e test è in soglia. L’indice Rt puntuale è a 0,82 e quelo medio a 0.89, si riducono i focolai attivi, quelli nuovi e i casi non associati a catene di trasmissione note. Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva scende dal 27% al 26% e quello dei letti ordinari dal 43% al 40%, quindi al di sotto del valore soglia.

Oggi si saprà se il Piemonte entrerà in zona gialla da domenica o se dovrà attendere il 7 febbraio: sperando che per quella data i valori degli indicatori si mantengano buoni. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Codice Fiscale 06598550587

P.iva 01578251009