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Edizione del 25/01/2021
Estratto da pag. 1
Fontana: «Rt, errore non della Lombardia: il governo ribalta le responsabilità»
Attilio Fontana, presidente della Lombardia: «La seconda dose di vaccino ad ora non è garantita per tutti quelli che hanno fatto la prima»
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«Quando ci hanno chiesto di riconoscere un errore che non era nostro, mi sono davvero… Meglio: sono rimasto perplesso». Il governatore Attilio Fontana torna sulla vicenda dell’uscita in anticipo della Lombardia dalla zona rossa. Con strascico di fiammeggianti polemiche sui dati inviati dalla Lombardia all’Istituto superiore di sanità.



La sua vice, Letizia Moratti, è stata molto netta anche nei confronti del ministro Speranza, che lei aveva sempre «salvato».«Ma sì… Per lo stesso motivo: non si può venirci a chiedere abiure quando la vicenda è venuta fuori solo per il nostro intervento. C’è troppo caos intorno a questa storia, qualche preoccupazione da parte del governo deve esserci. Altrimenti non si comprenderebbe lo spiegamento di forze contro la Lombardia: scienziati, politici di prima schiera…».

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L’ex ministro Toninelli ha annunciato un question time contro la Lombardia: la trasmissione dei dati era «rodata e finora nessuno l’aveva messa in discussione».«Questa è buona. È talmente vero che i governatori chiedono da un pezzo di rivedere il calcolo. Lo stesso ministro ha detto che serve un sistema per valutare meglio l’Rt (indice di contagio) e ha affermato che l’Rt ospedaliero fotografa meglio la realtà. La cosa vera, e va detto chiaramente, è che nessuno riesce a capire come si arrivi a questo valore. Di certo, noi abbiamo sempre fornito i dati — e lo dico anche al sindaco di Milano Giuseppe Sala — con trasparenza e rigore”.

Però, c’è anche chi annuncia class action contro la Regione Lombardia. Un fatto politico?«Ma no, la class action è giusta: la dovranno fare contro chi ha sbagliato. Se non fossimo stati noi a sollevare il problema, saremmo stati chiusi anche tutta questa settimana. Del resto, in questa vicenda ci sono totem che poi si rivelano meno intoccabili del previsto: non si diceva che il colore delle zone non avrebbero potuto essere cambiato per almeno due settimane? Invece, le due settimane si sono ridotte a una».

Ma di chi è la responsabilità dell’accaduto?«La responsabilità è chiara. Noi abbiamo sollevato il caso e abbiamo riportato la regione in zona arancione. E il governo sta provando a ribaltare le responsabilità. Un’operazione che mi indigna. Forse è l’algoritmo che determina il colore delle zone a dimostrare limiti. Noi, come governatori, pensiamo che questo sia un argomento vivo e delicato che non possa essere affidato a un freddo algoritmo».

Il problema non dovrebbero averlo tutte le Regioni?«Infatti è così. Il governatore Solinas giusto ieri ha protestato per i paradossi del calcolo in Sardegna. E un paio di settimane fa il presidente Emiliano aveva fatto un bellissimo intervento in Conferenza delle Regioni per dire la stessa cosa. L’algoritmo non è un dio, e nemmeno un sovrano assoluto».

Oggi di fronte alla Regione Lombardia ci sarà un flash mob al grido di «ora basta».«Uno dovrebbe cercare di capire come si sono svolti i fatti. Prima di quell’accertamento, mi attenderei un flash mob anche di fronte all’Istituto superiore di sanità e di fronte al ministero».

Come sta andando la campagna vaccinale?«A proposito: hanno fatto un altro flash mob per dire che non vaccinavamo i cittadini, ora mi attenderei manifestazioni di fronte a Palazzo Chigi perché non ci fa avere i vaccini. Ma io dico che non si dovrebbero fare né di fronte a un Palazzo, né di fronte all’altro».

La seconda dose di vaccino al momento è garantita per tutti quelli che hanno fatto la prima?«Non interamente. Ma abbiamo di fronte un paio di settimane. Pensi però se avessimo fatto la corsa alla vaccinazione come ci troveremmo oggi…».

Silvio Berlusconi ha detto che è meglio fermare tutto per i due mesi necessari alle elezioni che fermarsi per due anni a causa di questo governo. Da presidente, non la spaventerebbe perdere gli interlocutori di governo?«La posizione di Berlusconi mi pare saggia. Io mi limito a dire che in una situazione come questa ci vorre
bbe un governo forte e capace. Mi pare che questo governo non abbia nessuno dei due attributi».

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Anche nella Lega c’è chi pensa che la soluzione migliore sia un governo di unità nazionale, magari guidato da Mario Draghi. Lei è tra quelli?«Io non ho niente da dire su questioni nazionali, non mi risulta quello che lei dice sulla Lega. Penso che le elezioni porterebbero alla vittoria netta di uno schieramento con la forza necessaria a fare scelte e a perseguirle con determinazione».